Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in spoiler sul finale di How I Met Your Mother
È un trauma che conosciamo tutti fin troppo bene. Ogni volta che ci capita di ascoltare la nostra voce registrata ci rendiamo conto di non conoscerla affatto. È diversa, diversissima. Sembra quasi un’altra, e non resta altro che sorprenderci. È un trauma che conoscono tutti, ma c’è qualcuno che lo conosce ancora meglio. Avete presente Ted Mosby? Lui ha convissuto per nove anni con un problema persino peggiore: avere davvero due voci. Quella di Josh Radnor, l’interprete del personaggio. E quella di Bob Saget, voce narrante di How I Met Your Mother.
Ci siamo abituati nel tempo allo switch corrispondente alla cesura armonica tra la narrazione della serie e il racconto portato avanti dal Ted del 2030, ma è lecito domandarsi se esista un motivo. La risposta più ovvia giustificherebbe un cambiamento di voce col passare degli anni. Avrebbe un senso, eppure l’ipotesi non regge. Perché la mutazione non è mai così evidente. E soprattutto perché Ted Mosby interagisce spesso nel futuro sia in situazioni immaginarie che reali mantenendo, banalmente, la voce di Josh Radnor. Ma allora che diavolo c’entra Bob Saget?
Una spiegazione parziale ricondurrebbe ad un inside joke interessante, uno dei tanti inseriti dagli autori di How I Met Your Mother, visto che la misteriosa presenza di Bob Saget è uno spoiler silenzioso e gigantesco sul finale. Sbattuto in faccia fin dal primo istante, con la solita genialità. L’attore, infatti, è noto al grande pubblico per aver interpretato uno dei vedovi più famosi della storia delle serie tv, Danny Tanner, protagonista di Full House. Comedy che condivide con How I Met Your Mother tanti aspetti comuni da aver fatto pensare addirittura ad improbabili connessioni narrative.
La spiegazione, tuttavia, giustifica solo ed esclusivamente la presenza di Bob Saget nel cast, senza offrire ulteriori appigli sulla vera questione in ballo: perché Ted Mosby ha un’altra voce nel futuro?
La soluzione è semplice, anche se merita un approfondimento: la voce non cambia mai, muta solo la prospettiva. Quella di Bob Saget non è altro che il frutto di un’idealizzazione di Ted, personaggio che ha dimostrato negli anni di non essere affatto un narratore affidabile. La distanza che separa Josh Radnor dall’interprete di Danny Tanner è la stessa che scinde la verità dalla fantasia. È evidente infatti che il racconto portato avanti da Ted, a tratti inverosimile e dai contorni grotteschi, sia più vicino ad una proiezione soggettiva che alla ricostruzione fedele della realtà dei fatti.
Lo sa bene il povero Barney Stinson, di cui non è esagerato sostenere che i figli di Ted sappiano ben poco. A detta anche dello stesso Neil Patrick Harris il racconto del padre dei ragazzi è esagerato e tratteggia l’amico in modo caricaturale, distorcendo la realtà. Una menzogna bonaria per far sì che i due approvino la sua decisione di riprovarci con Robin, ex moglie di Barney. Ma non è tutto: è davvero possibile immaginare che uno come Ted abbia avuto tutte quelle ragazze e ogni evento sia andato esattamente come ha raccontato per nove anni? È lecito dubitare.
Vogliamo credere maggiormente all’idea che la voce di Bob Saget non sia mai stata la voce di Ted Mosby, ma quella che avrebbe voluto avere. La punta dell’iceberg di un’idealizzazione fantasiosa di sé, rifilata ai figli inconsapevoli che l’hanno ascoltato per così tanto tempo. Vogliamo crederci senza togliere niente a Ted, grazie al quale abbiamo vissuto una delle storie più belle di tutti i tempi. Quella di un uomo con una voce normalissima che forse non si riascolterà mai su Whatsapp. E che ha in testa, solo in testa, una voce profonda, elegante e raffinata.
In fondo non possiamo biasimarlo.
Antonio Casu
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