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Un confronto onesto tra House of the Dragon e Gli Anelli del Potere

Il 22 agosto 2022 su Sky Atlantic è stato trasmesso il primo episodio di House of the Dragon, il tanto atteso spin-off prequel di Game of Thrones, creato da Ryan Condal e George R. R. Martin per HBO. Il 2 settembre 2022, invece, sul servizio streaming on demand di Amazon Prime Video sono state distribuite le prime due puntate di un’altra serie che il pubblico attendeva ormai da anni: Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere. Settembre e ottobre sono due mesi pieni di soddisfazione per i fan del genere fantasy, per chi sperava che Il Trono di Spade si sarebbe riscattato da due ultime stagioni non all’altezza e per chi non vedeva l’ora di poter tornare nella Terra di Mezzo fra Elfi, Nani e Hobbit. Ma sono anche due mesi carichi di confronti tra chi preferisce l’epic fantasy di Martin e chi invece sostiene l’assoluta supremazia del primo epic fantasy, quello cioè nato dalla fantasia di J. R. R. Tolkien, a cui comunque molto deve l’autore de Le cronache del ghiaccio e del fuoco.

Siamo di fronte, quindi, a due serie televisive dello stesso genere. Apparentemente appartenenti alla stessa categoria per chi non ama il fantasy, eppure così profondamente diverse l’una dall’altra perché differenti sono le opere letterarie sulle quali si basano ed estremamente eterogenei gli universi narrativi nati dalle incredibili menti dei loro creatori. Arrivati ormai a più della metà della prima stagione di entrambe le serie tv, il pubblico ha espresso in maniera piuttosto chiara le proprie preferenze e, almeno negli Stati Uniti, i dati raccolti da Parrot Analytics hanno evidenziato che il prodotto della HBO sta riscuotendo più interesse rispetto a quello di Prime Video. Ora, non sta a noi stabilire quale delle due sia la migliore serie fantasy del momento, perché entrambe portano sulle spalle il peso di un’importante eredità. Una deve ristabilire l’onore perduto da una delle migliori serie tv fantasy di sempre, l’altra deve dimostrarsi all’altezza della saga cinematografica creata da Peter Jackson e soprattutto dell’immensità letteraria di Tolkien.

house of the dragon
House of the Dragon (640×382)

Decisamente un bel fardello per House of the Dragon e Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere.

Ma invece di giudicare, proviamo ad analizzare uno a uno i loro elementi caratteristici e a confrontarle da un punto di vista il più possibile tecnico. Trattandosi di due serie così attese e importanti, purtroppo, un paragone è a dir poco inevitabile se si prende in considerazione anche la vicinanza con cui sono state rese disponibili per lo streaming. Sarete voi poi a stabilire quale delle due è più affine ai vostri gusti.

Lo spin-off di Game of Thrones è ambientato circa 200 anni prima degli eventi narrati da Martin ne Le cronache del ghiaccio e del fuoco, mentre nel caso de Gli Anelli del Potere, la questione è un po’ più complessa. Gli avvenimenti a cui si fa riferimento nella serie sarebbero ambientati nel corso della Seconda Era, migliaia di anni prima della trilogia originaria e de Lo Hobbit, che invece seguono la Terza Era. Dunque, entra necessariamente in gioco l’elemento della fedeltà all’opera letteraria e, se House of the Dragon si basa su un’opera storiografica sui Targaryen (Fuoco e sangue) ed è quindi un tipo diverso di letteratura rispetto ai tre volumi originari de Il Signore degli Anelli di Tolkien, Gli Anelli del Potere non può fare affidamento su un unico scritto.

Gli Amazon Studios hanno acquistato solo i diritti televisivi de Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit, perciò potevano utilizzarne i personaggi ma non gli era concesso fare riferimento a tutti gli scritti di Tolkien (niente Silmarillon, Racconti incompiuti e La storia della Terra di Mezzo, dove invece l’autore aveva affrontato quell’epoca storica da lui inventata). Quindi, in fase di scrittura, gli sceneggiatori JD Payne e Patrick McKay hanno potuto usufruire solo gli accenni alla Seconda Era presenti nelle due opere principali e nelle relative appendici e, da lì, creare una storia che non contraddicesse niente di quanto era stato scritto o ideato in precedenza da Tolkien stesso.

Difficile e a tratti limitante è stato infatti il continuo confronto tra gli sceneggiatori e la Tolkien Estate, responsabile dei diritti dell’opera letteraria dell’autore britannico. Una prima differenza con House of the Dragon si può rintracciare proprio qui. In fase di scrittura, per quest’ultimo è evidente la presenza di George R. R. Martin al comando, cosa che gli ha impedito di discostarsi troppo dal testo originario e che invece, ovviamente, non è stata possibile per Gli Anelli del Potere. Alcuni elementi sono infatti ispirati al materiale originale anche se non sono contenuti in esso. Tuttavia, gli sceneggiatori della serie sul Signore degli Anelli sono stati in grado di allontanarsi dal desiderio dell’autore solo in un’occasione: condensando in un breve periodo di tempo gli avvenimenti della Seconda Era, che invece avrebbero richiesto millenni di storia. Per il resto hanno cercato di essere attenti e precisi, grazie anche all’aiuto di esperti di tradizioni e lingue della Terra di Mezzo e hanno regalato al pubblico una serie da scoprire piano piano, dove nulla è così scontato come sembra.

gli anelli del potere
Gli Anelli del Potere (640×381)

Ci sono però ancora molte altre differenze tra i due prodotti seriali.

La fotografia di House of the Dragon, così come lo era stata anche quella de Il Trono di Spade, è più cupa e meno patinata di quella de Gli Anelli del Potere, e questo anche per il diverso stile con cui le due serie rappresentano un periodo di stampo medievale. Nella prima è ancora una volta evidente lo stile di Martin, assolutamente convinto che il fantasy medievale debba evitare la rappresentazione di ciò che lui ha sempre definito “il Medioevo in stile Disneyland”, abusato invece da molti altri autori. Dunque, nella serie sui Targaryen sono presenti un linguaggio crudo, scene a volte asfissianti, realistiche fino all’inverosimile e per questo potenti. Troviamo violenza (come in molte scene de Il Trono di Spade e di altre serie tv), numerosi nudi e scene di sesso. Tutti elementi che avevano già reso famosa Game of Thrones e, soprattutto, le sue prime stagioni. Va da sé che si tratta di un contenuto la cui visione è consigliata a un pubblico adulto.

Laddove invece ne Gli Anelli del Potere prevale un linguaggio più aulico, meno materiale. Gli sceneggiatori avevano fin da subito pensato a un prodotto adatto alle famiglie. Infatti, quando era stato rivelato che la produzione aveva assunto una coordinatrice dell’intimità, i fan più accaniti di Tolkien avevano espresso la propria preoccupazione perché temevano che gli showrunner volessero avvicinarsi allo stile violento della serie HBO.

Quindi, Martin ha preferito mantenere, nella rappresentazione delle sue serie tv, tutti gli aspetti più terrificanti ma veri del periodo medievale, quelli che di solito l’uomo tende a ignorare in nome di una storia meno verosimile ma più favolistica, in cui la maggior parte delle volte prevale la componente magica. In parte questo è il caso de Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere in cui questo elemento rimane evidente sia dal punto di vista grafico che dei dialoghi.

il signore degli anelli
Gli Anelli del Potere (640×361)

Nella serie di Prime Video la CGI, nonostante possa vantare l’uso di effetti grafici davvero affascinanti, non riesce sempre a rendere le antiche città e alcuni splendidi paesaggi con la stessa solennità ed epicità della trilogia originale (in cui le miniature facevano il loro sporco lavoro e rendevano ogni inquadratura da mozzare il fiato), cosa che invece al prodotto della HBO riesce un po’ meglio. I personaggi del prequel di Game of Thrones sembrano essere per il momento più carismatici, la sceneggiatura di Martin è piena di colpi di scena e intrighi politici, e il cast è stato scelto con precisione, puntando su alcuni attori decisamente conosciuti e su alcuni volti nuovi. La scrittura de Gli Anelli del Potere è per il momento più lenta ed enigmatica, punta sulla curiosità dello spettatore per spingerlo a seguire tutti gli episodi e, senza ombra di dubbio, ha dalla sua parte un pubblico molto esigente, che fa fatica anche a identificare i personaggi che ha già amato nella trilogia di Peter Jackson con attori diversi e meno conosciuti.

C’è chi preferisce House of the Dragon, chi invece ringrazia Amazon per aver creato Gli Anelli del Potere, che è in grado di riportarci nella Terra di Mezzo, e c’è chi sta seguendo attentamente entrambe perché semplicemente ama il fantasy in tutte le sue forme.

E voi, a quale team appartenete?

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