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Ci sono donne che hanno stravolto la storia, che con le loro lotte e la loro tenacia sono riuscite a far evolvere e emancipare il ruolo femminile. Personalità che hanno segnato i secoli passati grazie alle quali il sesso femminile oggi è quello che è. Donne coraggio, donne avventura, donne che negli occhi hanno gli aeroplani per volare ad alta quota, dove si respira l’aria e la vita non è vuota. Le parole che vi ho appena citato le ha scritte una storica penna della musica italiana che risponde al nome di Adelmo Fornaciari, o più semplicemente, Zucchero. Pare che il cantautore emiliano si sia ispirato a una donna in particolare per questa canzone, una donna che porta i pantaloni e dentro alla tasca una pistola, una nera signora. E non parliamo della Signora Morte, di Samarcandiana memoria, ma di una personalità che con la morte cammina fianco a fianco durante tutta la straordinaria epopea di Peaky Blinders.

Su di lei si sono espressi in molti: la Regina Elisabetta l’ha definita l’antesignana del potere femminile e addirittura Angela Merkel ha detto che per certi versi è stata lei la prima donna forte d’Europa. Insomma, stiamo parlando di una pietra miliare della lotta femminile, ma lasciamo questo argomento da parte per ora; non abbiamo ancora detto di chi stiamo parlando. La potremmo definire una pioniera dell’emancipazione femminile, una esploratrice dell’universo rosa e allo stesso tempo una donna di ferro in mezzo a molti uomini di porcellana. Parliamo della matriarca della famiglia Shelby: quel conglomerato di seduzione e violenza che risponde al nome di Polly Gray.

Qui, per gara due sugli speciali di Peaky Blinders, Federico Buffa racconta: Polly Shelby.

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Prima di parlare del presente di Polly, però, proviamo a ripercorrere le sue origini. È infatti dal passato che possiamo capire il presente e il futuro. Nel mezzo di una tempesta, infatti, se guardiamo i rami di un albero potremmo giurare che stia per cadere, ma se guardiamo il suo tronco ci accorgiamo di quanto sia stabile. E il corpo è fermo solo perché le sue radici sono salde. Per quanto riguarda Polly, alcune radici si sono seccate, altre invece hanno scavato la terra per molti metri. Ma procediamo con calma e iniziamo a conoscere il passato della matriarca Shelby. Nipote di una principessa gitana, Polly vive la sua vita nomade tra un padre assente e una gravidanza inaspettata. A 16 anni infatti la ragazza rimane incinta ed è costretta ad abortire.

Questo per Polly è il primo di una lunga serie di drammi legati alla maternità, alla famiglia e ai suoi figli. Polly però va avanti, si sposa e ha due figli, Anna e Michael, ma anche questa volta la sorte decide di giocare a dadi con lei. Il marito della donna, alcolizzato cronico, infatti muore schiacciato da una barca e a Polly vengono portati via entrambi i figli. Per la donna è un dramma. Non si riprenderà mai veramente, ma ci sarà un qualcosa, anzi un qualcuno, che in qualche modo riuscirà a donarle una famiglia: i suoi nipoti.

Arthur, Thomas, John, Finn e Ada, gli eredi della famiglia, saranno per lei i figli mai cresciuti. Durante la Grande Guerra, mentre i ragazzi Shelby sono impegnati al fronte, è lei a gestire gli affari dei Peaky Blinders e Polly è inflessibile. Sopravvive alla violenza, ai bombardamenti e alla crisi sociale. Angela Merkel, parlando di Peaky Blinders, ha detto di essersi ispirata a lei per guidare la Germania fuori dalla crisi economica e ha addirittura chiamato il suo cane come la matriarca Shelby. L’animale domestico non saprà mai perché è stato chiamato in quel modo, ma questa è un’altra storia.

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Peaky Blinders, agli ordini di Polly Shelby

La nostra di storia comincia con un conflitto mondiale. Gli Shelby tornano dalla guerra, ma non sono più gli stessi. Polly è al loro fianco e non è solo la tesoriera della famiglia, è il cervello, è la parte complementare di Thomas Shelby. In molte situazioni, tra violenza e polvere da sparo, è lei a prendere sempre la giusta decisione per far pendere la bilancia dalla parte giusta. Polly è indiscutibilmente testa e spalle sopra qualsiasi altro boss malavitoso che si è messo contro la famiglia Shelby (qui una classifica dei migliori villain della serie).

In una iconica scena, la nostra protagonista pronuncerà una frase quanto mai sibillina e veritiera: “Gli uomini non hanno l’intelligenza strategica per condurre una guerra tra famiglie. Gli uomini sono meno bravi a difendere i loro segreti con le loro bugie”. Leggende metropolitane che da sempre girano nella corte inglese di sua maestà la Regina Elisabetta, raccontano che la regnante si sia tatuata questa frase di Polly sulla schiena, ma non sapremo mai la verità. Quello di cui siamo certi è che per la first lady inglese, la matriarca Shelby è stata più che un punto di riferimento.

Altre voci di corridoio raccontano che per risolvere la controversa situazione con Harry e Meghan, Elisabetta si sia ispirata alle gestione di Polly della relazione tra Ada e Freddie. Nessuno potrà mai confermarlo, ovviamente, ma questa è un’altra storia. Quello di cui però tutti noi siamo sicuri, è il fatto che la donna è dotata di un talllllleeento incredibile. Polly è astuta, machiavellica e manipolatrice. Dietro alla maschera però, nasconde ancora i segni di quel passato che non vogliono andare via. Cicatrici che rispondono a nomi precisi: quelli dei suoi due figli. La donna ne ritroverà solo uno, il maschio, Michael. Purtroppo però, lo perderà di nuovo, rapito dalla bellezza di una donna americana (la bellissima Anya Taylor-Joy): del resto ci vogliono venti anni a una donna per fare del proprio figlio un uomo, e venti minuti a un’altra donna per farne un idiota. In mezzo a tutto questo, però, c’è tanto altro.

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Polly Shelby: il battito di ali di una farfalla, la forza di una fenice

L’ascesa di una famiglia che arriva a dominare Birmingham, lotte tra famiglie, scontri con la polizia e con terroristi secessionisti. La vita di Polly è come quella di una farfalla spostata dal vento di tramontana. Ma se l’insetto dalle ali colorate vive solo un giorno e poi muore, la donna è una fenice che rinasce sempre più forte dalle sue ceneri. La sua storia ne è la testimonianza. Per sommi capi: porta avanti insieme a Tommy l’impero Peaky Blinders, ritrova suo figlio, lo salva dalla prigione e viene violentata dal maggiore Campbell. È la fine. Ma Polly è una donna forte, è una donna che non dimentica. E quando tutto sembra perduto i pianeti si allineano, la luce fa il suo giro e torna a illuminare la matriarca dei Peaky Blinders. Sarà proprio lei a uccidere Campbell con un colpo di pistola al cuore.

La sua vita al limite però continua. Viene incarcerata e condannata a morte, salvata sul patibolo da suo nipote Tommy, vede suo figlio perdere la testa per una donna e vede il suo amante Aberama Gold ucciso brutalmente da sicari durante il fallito attentato a Oswald Mosley. Cosa le riserverà il futuro? Nessuno può dirlo con certezza. Quello che sappiamo è che per tutte le volte che il sipario della vita di Polly sembrava calare inesorabilmente, la donna è sempre riuscita a riprendersi la scena.

The show must go on Polly, the show must go on.

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