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Come Iwan Rheon ha reso Ramsay Bolton un grande villain

Chi ha letto i libri de “Le Cronache del ghiaccio e del fuoco”, sa che la storia di Ramsay Bolton è molto più complessa rispetto a quanto raccontato in Game of Thrones, o meglio, è una spirale continua a di atrocità e crudeltà.

La vita del Bastardo di Forte Terrore inizia con un concepimento violento e illegittimo da tutti i punti di vista. Roose Bolton, Lord di Forte Terrore, vede la moglie del mugnaio e si fa la giusta domanda: “ma lo ius prime noctis c’è ancora?” Ovvio che non c’è, ma nel dubbio accusa il mugnaio di essere un traditore per non averlo informato del suo recente matrimonio, così lo impicca. Cala giù il corpo e stupra la donna accanto al cadavere del marito. Quando Roose Bolton scopre che la donna ha dato alla luce un bambino è in dubbio se ucciderli entrambi, ma poi vede che il piccolo ha i suoi stessi occhi, con quell’espressione un po’ particolare. Sembra l’inizio di un film dell’orrore ed è così in pratica, perché quello non è un bambino qualunque, è un’autentica belva e ben presto lo sapranno tutti.

Quando ha 12 anni sua madre torna da Roose Bolton perché ha paura di suo figlio. Il ragazzo è violento, dissoluto, crudele… così Roose Bolton gli manda un precettore, un tipo sinistro di nome Reek che ha una strana malattia sconosciuta che gli fa puzzare la pelle. Lui e Ramsay diventano molto amici, o meglio Ramsay ha un carattere talmente forte che Reek finisce per fare qualsiasi cosa lui gli ordini. E Ramsay ha piani ben più alti per la sua vita; vuole diventare il Lord di Forte Terrore, per questo uccide il figlio legittimo di Roose Bolton, Domeric. Lord Bolton è costretto a portare a vivere Ramsay al suo castello, visto che ormai è il suo unico erede!

Da qui in poi Game of Thrones ci presenta Ramsay Bolton, o meglio da quando cattura Theon Greyjoy. E ha le sembianze di Iwan Rheon, il Simon Bellamy di Misfits. Già in questa Serie interpretava lo “strano”, un ragazzo introverso e inquietante, con quegli occhi glaciali ad osservare il mondo. Ma quando appare per la prima volta in Game of Thrones è abbastanza insospettabile, sembra l’unico degli aguzzini di Theon ad avere empatia nei suoi confronti. È solo il primo passo di un crudele gioco psicologico.

Ormai tutti noi conosciamo Ramsay come un sadico, uno che prova piacere nel fare del male agli altri, ma anche come un fine stratega, che riesce sempre ad essere un passo avanti agli altri grazie alla sua abilità di capire il punto debole delle persone e usarlo a suo vantaggio. Il suo essere del tutto privo di scrupoli e di qualsivoglia considerazione per la vita umana lo rende poi inarrestabile e in grado di raggiungere qualsiasi obiettivo sacrificando chiunque. Non è certo facile interpretare un personaggio del genere, ma Iwan Rheon ci mette davvero poco a renderlo indimenticabile. Nasce in sordina e diventa prepotentemente uno dei simboli della Serie, uno di quei volti che ti rimangono impressi. Un po’, di sicuro, per come è stato scritto dagli sceneggiatori, che hanno sapientemente fatto venir fuori la bestia poco a poco, ma c’è molto di Iwan Rheon in Ramsay Bolton. Vediamo cosa

1) Presenza scenica

Intesa come l’abilità, su un palco, di totalizzare l’altrui attenzione; detta in termini calcistici, fa reparto da solo. È una caratteristica imprescindibile per un villain; non passare decisamente mai inosservato, a meno che non sia quello l’obiettivo. Iwan Rheon, anche solo con la sua presenza, riesce a prendere l’attenzione del pubblico: sa stare al centro della scena, è come un’ombra di cui è impossibile non accorgersi, quasi uno spettro che incombe. L’ho notato in realtà quando interpretava Simon di Misfits: anche se doveva essere introverso, nascosto, silenzioso, comunque stavi lì a chiederti cosa gli passasse per la testa, cosa avrebbe detto o fatto, come avrebbe reagito alle provocazioni di un logorroico Robert Sheehan.

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