1) Una serie ormai “matura”
La quinta stagione di Game of Thrones è spesso stata criticata per la sua “staticità”, intesa come carenza di grossi colpi di scena e momenti epici rispetto alle stagioni precedenti, nonché per una certa transitorietà a livello di storia. Sono critiche comprensibili ma la quinta stagione, essendo l’ultima che può avvalersi del contributo dei libri di George R.R. Martin, è riuscita a valorizzare a pieno il lavoro degli sceneggiatori David Benioff e D.B. Weiss, chiamati a incanalare la storia nella loro visione ultima. Gli sceneggiatori hanno dovuto fare i conti con una serie giunta alla sua maturità e pronta a spiccare il volo. La quinta stagione infatti costituisce la prima pietra di un’architettura di serie completamente nuova, di un territorio inesplorato di cui gli sceneggiatori hanno sicuramente una mappa ma probabilmente poco dettagliata. Questo futuro distacco forzato dai libri, pur lasciando l’amaro in bocca a molti fan della saga di Martin, potrà essere il punto di svolta totale della serie, permettendole di fare un ulteriore salto di qualità.
