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Game of Thrones 5×05 – Uccidi le incertezze

Il titolo “Kill the boy” e la scena in cui la frase viene pronunciata possono sicuramente fare da metafora all’episodio di questa settimana in cui i personaggi hanno dovuto uccidere le incertezze e fare definitivamente delle scelte.

L’episodio ha visto diverse storyline distribuite in due sole location: il Nord e le terre di Essos e Jon Snow e Daenerys sono i personaggi che rappresentano in pieno il tema di cui stiamo parlando.

Il giovane lord Comandante de i Guardiani della Notte ha preso una decisione pur sapendo che le conseguenze potrebbero rivoltarsi contro di lui e va quindi a confidarsi con maestro Aemon il quale gli dice che metà dei suoi uomini non lo sosterrà a prescindere dalle scelte che farà e che quindi dovrà continuare a fidarsi del suo istinto, ad agire come un capo. Finalmente le “avance” di Stannis sono terminate e il maggiore dei Baratheon decide (ecco quindi un’altra di decisione) di lasciare il Castello Nero e di dirigersi, finalmente, un po’ più a sud, verso Grande Inverno. Si prepara quindi alla battaglia. Nel frattempo Jon ha anche convinto uno dei suoi conoscenti tra i bruti, Tormund, a prendere il comando ora che Mance Ryder è morto. Sembra che in qualche modo l’alleanza con i bruti sia stata stretta definitivamente, ma non escluderei altri colpi di scena. La posizione di Jon è in bilico, deve tenere gli occhi ben aperti.

Daenerys d’altra parte finalmente decide di prendere in mano la situazione, o almeno così sembra. Completamente amareggiata per la morte del buon Ser Barristan, decide di punire i Figli dell’Arpia dando in pasto ai suoi due draghi rinchiusi i rappresentanti delle famiglie ricche di Meereen. Ma in realtà non è questa la grande svolta. Daenerys cede alla richiesta che le era stata fatta proprio ad inizio stagione, quella di riaprire le fosse da combattimento e decide di sposare Hizdar zo Loraq (uno dei rappresentanti delle ricche famiglie di schiavisti, appunto), dichiarando però che potranno combattere solo uomini liberi e che la schiavitù non tornerà mai più. Insomma, decide di arrivare ad un compromesso, visto che le minacce e le esecuzioni non sono bastate. Anche i suoi draghi sembrano nuovamente contenti di vederla, o almeno lei non è più spaventata come l’ultima volta che era andata a trovarli.

Ritornando al nord, continuiamo a seguire gli sviluppi della storyline tutta nuova di Sansa (e abbiamo una piccola scena con Brienne che cerca in tutti i modi  di contattare la giovane Stark senza che occhi ed orecchie indiscrete lo vengano a sapere).

Sansa si trova ad affrontare una situazione che ha del surreale, ed è la stessa sensazione che proviamo noi spettatori, soprattutto durante la scena in cui il suo futuro sposo (un altro psicopatico, povera Sansa!), parla allegramente come se la sua famiglia non fosse responsabile dell’assassinio del fratello e della madre della ragazza. Il disagio è palpabile, ma ho trovato una Sansa molto più schietta e onesta. Ha acquisito un coraggio e una forza mentale che all’inizio della serie non ci saremmo di certo immaginati avesse potuto avere, ma non basta per tenerla al sicuro. Sarà interessante vedere cosa succederà dopo il matrimonio con Ramsey. Se le cose dovessero mettersi male chi potrà aiutarla? Il povero e ormai ridotto in condizioni quasi disumane, Theon/Reek? Brienne che la segue senza arrendersi? Questi misteriosi alleati del nord di cui di nascosto parla quell’anziana signora?

Nel frattempo la tensione si abbassa un tantino quando Roose Bolton annuncia la gravidanza della moglie e Sansa rivolge un sorriso furtivo ma quasi perfido verso Ramsey. Come ben sappiamo, quest’ultimo è un bastardo e il futuro bambino avrebbe teoricamente più diritto di lui sulla casata. Ma Roose rassicura Ramsey e anche loro si preparano alla battaglia contro Stannis. Certo che questi Bolton sono proprio strani!

Infine, ritroviamo la strana coppia (strana almeno quanto quella composta da Jaime Lannister e Bronn) Tyrion/Jorah Mormont. Inizialmente la conversazione tra loro si concentra su argomenti futili quali l’importanza del vino nella vita de il Folletto e temevo avremmo avuto altre scene ripetitive, ma ecco la grande sorpresa dell’episodio: I due attraversano le rovine dell’antica Valyria. Immagini suggestive e paesaggi mozzafiato che di certo non sono da meno rispetto a quelli dei fantasy fatti come si deve, con tanto di drago che passa volando sopra le loro teste. Quando immaginavo che la storyline di Tyrion avrebbe subito tagli inopportuni, ecco arrivare qualche elemento direttamente dai libri. A sorpresa e con un’altra scena suggestiva compaiono gli uomini di pietra, ossia coloro colpiti dal morbo grigio, la stessa malattia di cui soffriva la piccola Shireen Baratheon e da cui fortunatamente è guarita. C’è una colluttazione con questo gruppo e Tyrion è costretto a buttarsi in acqua nonostante abbia le mani legate. Lo ritroviamo sano e salvo su una spiaggia, salvato da Jorah che però è protagonista di un piccolo cliffhanger finale in cui vediamo che è stato toccato ad uno degli uomini “infetti” ed ora è malato a sua volta.

Questo quinto episodio di Game of Thrones, che rappresenta la metà esatta della stagione, è dal mio punto di vista uno dei più interessanti e piacevoli da guardare (se non fosse per una piccola scena del tutto evitabile tra Missandei e Verme Grigio. Una storia d’amore poco necessaria anche dal punto di vista dell’intrattenimento). Non ci sono ancora grandi battaglie o tragedie familiari, ma il percorso dei personaggi continua e che ci piaccia o meno, che ci siano differenze con i libri oppure no, siamo onestamente curiosi e continueremo a guardare come andrà a finire.

(Un saluto agli amici di Game of Thrones ITALIA!)