Vai al contenuto
Serie TV - Hall of Series » Film » The Mother – La Recensione: tra tematiche importanti e una narrazione incompleta

The Mother – La Recensione: tra tematiche importanti e una narrazione incompleta

Cosa significa essere una madre? Madre è colei che dà la vita? È la persona che cresce un figlio? Colei che lo protegge? È attorno a queste domande tanto attuali quanto di non semplice risposta che si sviluppa The Mother, film della regista neozelandese Niki Caro -nota tra l’altro per aver diretto il live action di Mulan – disponibile su Netflix dal 12 maggio. Una pellicola sempre in bilico tra l’essere un thriller e un film di pura azione, che cerca di dare spazio alla questione della maternità in un modo diverso da come ci si aspetterebbe. Tentativo riuscito? Forse più nel significato che nella realizzazione pratica. Ma andiamo con ordine.

The Mother: una storia di protezione

La protagonista di The Mother è una combattiva e determinata Jennifer Lopez, che impersona quella Madre della quale non conosciamo mai il nome ma vediamo i numerosi tentativi di essere – a modo suo e con i suoi mezzi – la migliore madre possibile. La conosciamo nell’incipit nel bel mezzo di un colloquio con l’FBI che in poco tempo si rivela una situazione di grave pericolo: non ne sappiamo praticamente nulla se non che è ricercata da una rete criminale molto ampia e che è abile sia a difendersi che ad attaccare. La vediamo partorire una bambina e poco dopo ritrovarsi costretta a darla in affidamento, unico modo per proteggere la piccola dalle persone che la stanno cercando e che sono disposte a tutto pur di trovarla. Arriva fino in Alaska pur di allontanarsi, ma non basta.

The Mother (640×360)

Il resto della storia si sviluppa diversi anni dopo l’incipit, con l’ormai dodicenne Zoe di nuovo in pericolo nel mirino del contrabbandiere Hector Alvarez e dell’ex soldato corrotto Adrian Lovell, a capo di quella rete criminale che la stessa Madre all’inizio del film stava contribuendo a smantellare. E proprio la Madre, che scopriamo essere un’abile cecchino con un passato nell’esercito e alcune scelte sbagliate alle spalle, torna dal suo esilio auto-imposto per proteggere quella bambina ormai adolescente alla quale ha dato la vita. Come? Non soltanto vegliando su di lei e facendo attenzione ai pericoli incombenti che la circondano, ma cercando di dare a Zoe stessa gli strumenti per imparare a proteggersi da sola. E che cos’è questo se non un altro modo per dimostrare alla figlia il suo amore?

Una tematica importante in un racconto poco convincente

La storia raccontata da The Mother è quella di una donna che in una situazione di pericolo si ritrova a dover proteggere sua figlia e contemporaneamente a creare con lei un rapporto che non ha mai avuto. La volontà di tirare fuori e trattare una tematica importante come la riflessione sul concetto di maternità si scontra però con uno sviluppo della narrazione che in più di un momento risulta poco convincente. Partiamo da un presupposto tanto banale quanto significativo, la protagonista: nei dodici anni che separano l’inizio del film dal suo corpo vero e proprio Jennifer Lopez resta praticamente identica, quasi come se il tempo non fosse passato. Certo si tratta di Jennifer Lopez, una persona che è la rappresentazione dell’eterna giovinezza; eppure sembra quasi assurdo che tutti questi anni non abbiano scalfito una donna che vive in condizioni abbastanza estreme nel bel mezzo dell’Alaska.

The Mother
The Mother (640×382)

Quanto al suo passato, anche questo ha qualcosa che non torna del tutto. Il momento in cui la Madre racconta all’agente Cruise – forse l’unica storyline dallo sviluppo non scontato – le vicende che l’hanno messa nel mirino dei suoi nemici, dà delle spiegazioni che sembrano un po’ campate in aria, quasi incomplete, come se non bastassero a giustificare tutto ciò che poi le succede. Impariamo a conoscerla ma non lo facciamo mai davvero, mai nel profondo: cosa l’ha spinta a entrare nell’esercito, se abbia mai provato amore verso uno dei suoi ex amanti/attuali nemici, sono solo due di tutti i quesiti che restano senza risposta e che, detto in tutta onestà, lasciano un po’ a bocca asciutta. In ben più di un momento sembra che l’idea di scavare nelle ragioni e nelle profondità della protagonista della storia venga sacrificata in nome di qualche sparatoria o scena d’azione in più e, forse, anche di troppo. Un vero peccato soprattutto perché, come detto, i buoni presupposti relativi alla tematica trattata c’erano tutti.

La rinuncia alla maternità come atto d’amore

A prescindere infatti dallo sviluppo di una trama che in alcune occasioni lascia un po’ a desiderare, The Mother ricorda durante tutta la sua durata un assunto importante: la maternità, che altri film e serie nel tempo hanno trattato con maggior successo, va ben oltre il fatto di partorire un figlio. La protagonista è la madre di Zoe non in quanto persona che le ha dato la vita, ma per aver sacrificato la sua stessa volontà di tenerla con sé pur di darle il futuro che meritava. E, ancora, per averla sempre protetta a suo modo, da lontano, con discrezione ma con una costante presenza. Ma Zoe ha anche un’altra madre, la donna che l’ha cresciuta, amata e dalla quale è giusto che torni. Le due presenze nella vita della ragazza non si escludono a vicenda, non sono una alternativa all’altra: possono due essere due facce della medesima medaglia che è l’amore per una figlia che è – in modi diversi – di entrambe. E mai come in questo momento storico è importante ricordare quanto sia proprio l’amore per i figli la vera essenza della maternità, a prescindere da tutto il resto.