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10 film acclamati dalla critica che puoi recuperare adesso su RaiPlay

Il catalogo di RaiPlay si aggiorna di tanto in tanto con nuovi prodotti e vecchie proposte. Tra film, programmi televisivi, documentari e serie tv, gli utenti possono trovare una discreta scelta di titoli a disposizione da poter guardare comodamente in streaming. Delle cinque migliori serie tv prodotte dalla Rai abbiamo parlato di recente. Ma anche il catalogo dei film ha allargato l’offerta, non solo inserendo prodotti col marchio di casa, ma ampliando la scelta ad alcuni dei più celebri film in circolazione. Spulciando tra i titoli presenti, si scopre per esempio di poter trovare la versione restaurata de L’Atalante, che è un film degli anni Trenta che è quasi impossibile reperire altrove. Ci sono le grandi perle del cinema di casa nostra, come Nuovo Cinema Paradiso e altri film famosi di Tornatore, Dogman o Lo chiamavano Jeeg Robot, ma anche titoli internazionali e pluripremiati come The Wolf of Wall Street, The Eightful Eight e tanti altri.

Nella nostra piccola ricognizione di titoli sulla piattaforma, abbiamo scovato dieci film acclamatissimi dalla critica che potere recuperare su RaiPlay quando preferite.

La scelta sarebbe vastissima, ma l’abbiamo limitata a queste dieci proposte che hanno già dimostrato tutto ciò che dovevano al pubblico internazionale. Dal già citato L’Atalante alla trilogia di Smetto quando voglio, ecco 10 titoli che hanno ricevuto il plauso degli addetti ai lavori e che hanno convinto anche i più scettici del loro potenziale.

L’Atalante

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Iniziamo con un bel pezzo da novanta la nostra lista di film acclamati dalla critica che possiamo guardare sulla piattaforma. L’Atalante è un film francese degli anni Trenta, il capolavoro postumo del regista Jean Vigo, considerato uno dei padri del cinema nazionale. La pellicola venne riprodotta quando il suo autore era già scomparso, ma costituisce una pietra miliare del cinema di quegli anni. Snobbata fino agli anni Quaranta, L’Atalante venne riscoperta solo dopo la Seconda Guerra mondiale, quando finalmente se ne apprezzò tutto il potenziale. Il film parla di una storia d’amore tra Juliette, una donna residente in una località di mare, e Jean, un marinaio a capo di una barca chiamata appunto L’Atalante. Le sequenze di questa pellicola costituiscono un monumento della storia del cinema. L’opera di Jean Vigo è considerata uno dei capolavori cinematografici più importanti di quegli anni, soprattutto dagli esponenti della Nouvelle Vague. Trovare la versione originale del film – che non è stata completata a causa della morte del regista – è oggi un’impresa. Ma su RaiPlay è disponibile il suo adattamento più aggiornato, quello di Bernard Eisenschitz, che l’ha restaurata nel 2017.

Nuovo Cinema Paradiso

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Uno dei film più poetici del nostro cinema. Uno dei più malinconici, romantici, potenti e teneri che siano mai stati realizzati da questa sponda dell’Oceano. Giuseppe Tornatore deve la sua fama internazionale alla pellicola che lo ha reso celebre, portando il nome dell’Italia a trionfare nei migliori Festival internazionali del cinema. La storia è quella di Salvatore, un regista che torna a casa dopo aver ricevuto la notizia della morte di Alfredo, l’uomo che per primo lo aveva avvicinato alla magia del grande schermo. Il viaggio verso casa è l’occasione per ripercorrere la sua vita a ritroso, la passione per il cinema, la sua infanzia, la sua storia d’amore, il legame con la terra d’origine. Poche pellicole cinematografiche hanno saputo raccontare in maniera così potente il sentimento della nostalgia.

RaiPlay ci offre la pellicola di Tornatore, nella sua versione più celebre, quella da 123 minuti.

Una prima versione, più lunga, venne presentata nel 1988 all’EuropaCinema di Bari. Una seconda, leggermente ridotta, venne invece distribuita nelle sale, ma in entrambi i casi le reazioni di critica e pubblico non furono unanimi. Qualche mese più tardi invece, venne proiettata la versione definitiva di Nuovo Cinema Paradiso, con le musiche di Ennio Morricone. Il film fu un successo assoluto ed è considerato tra i migliori esemplari del nostro cinema. Nel 1990 ottenne il Gloden Globe per il miglior film straniero e, qualche mese più tardi, si aggiudicò anche la statuetta più ambita di tutte, quella degli Oscar. Il racconto di Tornatore, per chi non lo avesse ancora visto, potrebbe essere una delle cose migliori che vedrete in vita vostra.

Dogman

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Più recente è invece Dogman, disponibile sempre su RaiPlay. Il film è una delle opere migliori di Matteo Garrone, che nel 2018, anno di uscita della pellicola, aveva già distribuito nelle sale Gomorra e Il racconto dei racconti. La trama del film è ispirata a un fatto di cronaca realmente accaduto, quello del famoso “delitto del Canaro” di Roma. Siamo dunque nella periferia romana, tra atmosfere cupe e scolorite. L’intento di Garrone non è quello di ricostruire la vicenda con il piglio del documentarista. A lui non interessa ristabilire la verità sul delitto, addentrarsi nei particolari del crimine. Ciò su cui si sofferma il regista è la profondità dell’animo umano e dei suoi sentimenti contrastanti. Gentilezza e disumanità abitano gli stessi buchi sporchi, in un contesto lugubre e grigio. Dogman è un film potente e di forte impatto. Per capire la portata dell’opera di Garrone basta leggere le recensioni positive ricevute dalla critica, non solo quella nazionale. L’Hollywood Reporter e The Guardian hanno assegnato a Dogman il massimo della valutazione e il film è stato selezionato per rappresentare l’Italia alla cerimonia degli Oscar come miglior film straniero, salvo poi non rientrare nella short list con i titoli definitivi. È una perla di rara bellezza del nostro cinema, che esalta le qualità di Matteo Garrone dietro la macchina da presa e ci consegna una storia difficile e cupa, che scava a fondo nell’animo umano restituendocelo nella sua ambiguità.

L’ora di religione

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Tra i titoli della piattaforma, troviamo anche uno dei film più famosi di Marco Bellocchio. L’ora di religione ha ricevuto una menzione speciale della giuria ecumenica al Festival di Cannes e ha fatto incetta di premi, tra cui cinque Ciak d’oro, quattro Nastri d’argento e un David di Donatello. La storia raccontata nel film, con lo stile riconoscibilissimo di Bellocchio, parla di un processo di canonizzazione di una madre senza particolari qualità e del rapporto con la fede di uno dei suoi figli, Ernesto Picciafuoco, interpretato da uno straordinario Sergio Castellitto. Il film parla di fede, ma cerca di smascherare tutta l’ipocrisia che si annida anche tra le cose sacre. Ernesto è contrario alla beatificazione di sua madre, che considera una donna fondamentalmente stupida e incapace di gestire la famiglia. Si scontra con i fratelli, tenta di riconsiderare il proprio rapporto con la fede ma nel suo percorso non fa altro che trovare conferme alla propria scelta di essere ateo. In una cornice a volte surreale, L’ora di religione fa un cammino tutto mentale e metafisico, servendosi dei suoi personaggi per raccontare le contraddizioni del mondo religioso. Alcune polemiche si scatenarono al momento dell’uscita del film per la bestemmia contenuta in una delle scene finali, che fu censurata e scatenò un dibattito acceso attorno al film. Ma con questa pellicola Bellocchio si è guadagnato grande attenzione da parte della critica, che ha elogiato il film con recensioni più che positive.

Al di là delle montagne

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Jia Zhangke, regista, scrittore, sceneggiatore e produttore cinese, nel 2015 ha portato nelle sale questo film, che in Italia è stato distribuito a partire dal 2016. La trama parla di amori spezzati e della vita che si trasforma, di prospettive ridisegnate e di un presente che scorre sempre, come un fiume in continuo movimento. I protagonisti del film sono gli amici di infanzia Liangzi e Zhang, entrambi innamorati di Tao, una delle ragazze più ambite di Fenyang, la cittadina in cui la storia è ambientata. L’ora e mezza di visione ci mostra come le cose cambino per i personaggi man mano che gli anni passano e la vita si evolve. Le vicende dei protagonisti sono solo l’occasione per raccontare i cambiamenti sociali in atto in Cina e nel mondo globalizzato. Mutamenti che hanno portato le nuovissime generazioni a distaccarsi dalle precedenti, fino a perdere il filo che le teneva legate alle proprie tradizioni. Il regista cinese è considerato uno dei più brillanti interpreti di questa modernità in movimento. Un talento in grado di raccontare le grandi trasformazioni e le loro conseguenze catturando l’attenzione del pubblico. Per La Stampa, il cinema di Zhangke “fa capire meglio di tanti saggi il modo devastante in cui modernizzazione e crescita economica stanno distruggendo l’identità della Cina”. Per il The Guardian, “Al di là delle montagne di Jia Zhangke è un misterioso e, a suo modo, incredibilmente ambizioso lavoro fatto da un regista che si sta evolvendo davanti ai nostri occhi”.

La corrispondenza

Altro film di Giuseppe Tornatore è La corrispondenza, dato alle sale nel 2016, quasi trent’anni dopo Nuovo Cinema Paradiso. Appartiene a un’epoca più matura del cinema di Tornatore, ma è una pellicola altrettanto nostalgica e poetica. Olga Kurylenko e Jeremy Irons sono i grandi interpreti che hanno preso parte al film nel ruolo di protagonista: la prima è Amy Ryan, una studentessa in attesa di dottorato, il secondo è il professor Edward Phoerum, un uomo molto più anziano con cui la ragazza intraprende una relazione. I due si vedono solo occasionalmente, ma il loro legame è profondo. A un certo punto, ad Amy iniziano ad arrivare una serie di videomessaggi che all’apparenza non hanno nulla di sospetto. Poi però la ragazza scoprirà la verità che si cela dietro la “corrispondenza” dell’uomo che ama.

Il film di Tornatore è uno dei migliori del genere nel catalogo di RaiPlay.

Il regista siciliano sa sempre come giocare con il sentimento della malinconia. Riesce a creare storie intense, scioccanti, in grado di toccare corde profonde dell’animo umano. Il film ha ottenuto una decina di candidature ai David di Donatello, vincendone uno, e ai Nastri d’argento. Non ha lo stesso palmares di Nuovo Cinema Paradiso, ma è uno dei più apprezzati del regista dalla critica.

La La Land

Quattordici candidature ai Premi Oscar, sei statuette in bacheca – miglior regia, migliore attrice protagonista a Emma Stone, miglior fotografia, miglior scenografia, migliore colonna sonora e migliore canzone originale a City Of Stars -, sette Golden Globe, cinque British Academy Film Awards e quasi un centinaio di nomination nei Festival del cinema internazionale per La La Land, il musical di Damien Chazelle che ha fatto impazzire Hollywood. Attesissimo dal pubblico, elogiato dalla critica, questo film è stato a tutti gli effetti uno degli eventi cinematografici del 2016.

RaiPlay è una delle tante piattaforme che hanno scelto di ospitarlo.

Il film è stato molto apprezzato anche da quella parte di pubblico che non ama i musical come genere cinematografico. Ma la sua brillantezza, la carica positiva, il ritmo e l’entusiasmo ne hanno fatto un prodotto in grado di incuriosire tutte le tipologie di spettatore. Robbie Collin, sul Telegraph, ha parlato del film dicendo che “La La Land vuole ricordarci quanto siano belli i sogni semi-dimenticati dei tempi andati, quei sogni fatti solo di facce, musica e movimento. Ha la testa tra le nuvole, e per poco più di due ore, porta il pubblico lassù con lui”.

Smetto quando voglio

La trilogia di Smetto quando voglio è invece uno di quei rari esemplari di commedia fatta bene che l’offerta cinematografica italiana ci ha offerto nell’era del Duemila. Cinica, spassosa, divertente, polifonica, è la storia di quei cervelli in fuga di cui si parla pure troppo e che qui si ritagliano un destino tutto loro, bazzicando tra piazze di spaccio, compagnie discutibili e atrii di penitenziari. Smetto quando voglio è la rivalsa degli sfruttati e dei sottopagati, dei precari costretti ad arrangiare mentre i loro titoli di studio restano a prender polvere sul legno di scrivanie scricchiolanti. È una commedia politica, che smaschera le ipocrisie di una società meritocratica al contrario, dove i talenti ammuffiscono nei call center e ad emergere sono quelli che con il minimo sforzo hanno tratto il massimo dei vantaggi. Idealista e disilluso, vero, disincantato, giallo, Smetto quando voglio ha dato nuova linfa al genere della commedia in Italia, un deserto nel quale si fatica a trovare qualcosa di realmente apprezzabile. Un cast che ha raggruppato alcuni tra i migliori interpreti comici della scena nazionale, un ritmo sempre avvincente, coinvolgente, serrato, battute brillanti e tanta azione, fanno da cornice a una storia che è un grido di allarme camuffato nelle trame di una commedia stravagante e intelligentissima. Sydney Sibilla ci ha ricavato più di un premio nei festival nazionali e non solo, il pubblico lo ha amato e la critica ne ha parlato quasi esclusivamente in termini positivi. Su RaiPlay ci sono tutti i film della trilogia.

18 regali

Altro titolo italiano da recuperare su RaiPlay è 18 regali, la cui trama è ispirato alla storia vera di Elisa Girotto, una donna scomparsa a trentacinque anni per un tumore al seno che ha deciso di lasciare una lista di regali per sua figlia. Il marito di Elisa ha collaborato alla sceneggiatura del film, che è diretto da Francesco Amato ed è stato distribuito nelle sale nel 2020. Un film straziante, angosciante, intenso. Ti prende come un nodo alla gola, è capace di scuoterti e di emozionarti. La storia, quella di una madre che sa di dover morire e che prepara i regali da consegnare a sua figlia fino al compimento del diciottesimo anno, ha il suo fascino e l’intreccio dei piani temporali rende il film molto più vicino alla cinematografia internazionale che alla nostra.

Se cercate qualcosa da guardare su RaiPlay, 18 regali potrebbe sorprendervi.

Dopo un incidente, la giovane protagonista della storia incontra sua madre, in una specie di universo parallelo, in una dimensione temporale sfalsata. Il rapporto tra le due donne è commovente e forte. Il fatto che lo spettatore sappia già come andrà a finire la storia, rende ogni scena più intensa, amplificata. 18 regali ha ricevuto il plauso di critica e pubblico, è stato candidato a diversi David di Donatello, vincendo il premio Giovani, e adesso è disponibile in streaming su RaiPlay.

Il grande dittatore

Sulla piattaforma, c’è anche una sezione dedicata al cinema di Charlie Chaplin, un personaggio che tanto ha dato alla storia del cinema internazionale. Tra i vari titoli raggruppati in un’apposita sezione di RaiPlay, troviamo Il grande dittatore, uno dei suoi capolavori più celebri. Si tratta forse della più famosa parodia sul nazismo e su Adolf Hitler. Negli Stati Uniti vide la luce nel 1940, in piena Seconda Guerra mondiale. In Italia arrivò ovviamente a guerra finita, ma venne ampiamente rivalutato negli anni a venire, fino a diventare una pietra miliare del cinema mondiale. Il grande dittatore non ha semplicemente ricevuto il plauso della critica. Già ai tempi del suo esordio sugli schermi, venne accolto con entusiasmo dai critici statunitensi – oltre che apprezzatissimo dal pubblico, specie in pieno clima anti nazista -. Ma nel corso del tempo è diventato oggetto di studi, un’opera da cui trarre insegnamenti e attraverso cui interpretare un’intera epoca di storia del cinema. D’altronde, Charlie Chaplin non ha bisogno di presentazioni. I suoi film hanno fatto la storia e oggi la insegnano agli studiosi e agli appassionati di cinema. Su RaiPlay, oltre a Il grande dittatore, c’è una carrellata di titoli del regista americano che potete recuperare quando volete.