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10 comfort movie che non ci stancheremo mai di vedere

Attenzione: L’articolo può contenere spoiler su Mamma Mia!, Scrivimi Ancora, High Fidelity, Love Actually, Mamma, ho perso l’aereo, Little Miss Sunshine, Breakfast Club, Grease, Ritorno al Futuro, Dodgeball: A True Underdog Story.

C’è un film per ogni occasione. I generi narrativi sono vari, ibridati, opposti e alchemici. In un contesto audiovisivo sempre più ricco di contenuti, dove il nuovo finisce spesso per perdersi tra la miriade di titoli a disposizione, i prodotti del passato sono spesso uno scrigno sicuro. E’ nelle storie che già conosciamo, a cui leghiamo ricordi e sensazioni in qualche modo positive, che ritroviamo il piacere del già visto. Il ricorsivo, il gusto di rifugiarsi in luoghi sicuri: ci sono racconti confortanti come pochi, la cui visione è il puro piacere del disconnettersi, del mettere in pausa la frenesia del quotidiano. Dai film natalizi (come Una poltrona per due o Mamma, ho perso l’aereo), che ogni anno, ciclicamente, segnano il dolce gusto della storica festività, alle commedie romantiche più classiche (si pensi a Love Actually o a 10 Things I Hate About You) che marcano un immaginario di amore eterno e riconcorso. Qualunque cosa accada, nonostante i tanti film rilasciati ogni anno, finiamo sempre, in qualche modo, per ritornare in quei racconti confortanti che ci cullano tra storie agevoli, personaggi accattivanti e universi in cui vorremmo tanto vivere. Non ci stancheremo mai di riprodurre quei lungometraggi che tanto ci rilassano, ammaliano, intrattengono. Pur finendo per ricordarne dinamiche, dialoghi e colpi di scena, non smetteranno mai di stupirci e confortarci, scoprendo di volta in volta dettagli nuovi nel tranquillo scorrere di storie che già ci sembra di conoscere a memoria.

Rifugiarsi in film come Ritorno al Futuro o Mamma, ho perso l’aereo è una garanzia a cui non siamo disposti a rinunciare.

1) Mamma Mia! (2008)

mamma mia
Mamma Mia! (640×391)

Le canzoni degli ABBA hanno segnato generazioni e generazioni di spettatori in giro per tutto il mondo. Partite dalla Svezia, hanno conquistato l’intero globo, restituendo nel 2008 uno dei musical più iconici di sempre. Un classico istantaneo e senza tempo che, nonostante il passare degli anni, rimane attuale e giovane come sempre. Con Meryl Streep e Amanda Seyfried nei panni di Donna e Sophie, un irresistibile duo di mamma e figlia, Mamma Mia! è un jukebox musical che si fonde con gli eccentrici toni di una commedia romantica intergenerazionale. Tra vecchi e nuovi amori, amicizie, famiglia e figure paterne da scovare, il film è ambientato nell’idilliaca isola greca di Kalokairi, segnata dalla frenesia del matrimonio tra Sophie e Sky e intervallata dalle canzoni del celebre gruppo scandinavo, che danno animo e ritmo alle vicende e ai sentimenti dei protagonisti. Col pretesto delle nozze, la figlia di Donna invita alla celebrazione i diversissimi Sam Carmichael (Pierce Brosnan), Bill Anderson (Stellan Skarsgård) e Harry Brigh (Colin Firth). Ciascuno dei tre potrebbe essere il padre mai conosciuto di Sophie, e l’arcano accompagna tutto il film tra vecchi e nuovi drammi, feste, amori e canzoni iconiche. Mamma Mia! è tra i musical cinematografici che mai ci stancheranno grazie a una storia leggera, familiare, formativa e che ben si presta a del sano karaoke serale.

2) Scrivimi Ancora (2014)

scrivimi ancora
Scrivimi Ancora (640×360)

In un contesto apparentemente saturo di commedie romantiche, Scrivimi Ancora ci ricorda che le rom-com possono esistere ancora, con storie senza tempo che ci confortano nella semplice prevedibilità del tormento sentimentale dei protagonisti. Pur lontani temporalmente dalle pellicole di genere della fine degli Anni Novanta e dell’inizio degli Anni Duemila, il film è simbolo di una narrativa che non si esaurisce, ma evolve. Adattamento cinematografico del romanzo del 2004 Where Rainbows End di Cecelia Ahern, il film racconta della storica amicizia tra i due protagonisti Alex (Sam Claflin) e Rosie (Lily Collins), legati sin dall’infanzia da una complicità senza eguali, ma costantemente travagliati dal tempo. Una storia in cui il tempismo fa da padrone, incapaci di dichiarare apertamente i propri sentimenti, Alex e Rosie sbagliano, crescono, si allontanano, pur finendo sempre per ritrovarsi. Una commedia romantica che attraversa il tempo e lo spazio, per un amore consumato negli anni in mille modi differenti. In Scrivimi Ancora regna sovrana la chimica tra i due interpreti protagonisti, ora rispettivamente impegnati in Daisy Jones & The Six ed Emily in Paris. Nel caldo abbraccio di un racconto catartico, dolce e senza particolari pretese, la maldestra storia di amicizia e amore tra Alex e Rosie non finirà mai di confortarci tra la miriade di opzioni a disposizione.

3) High Fidelity (2000)

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High Fidelity (640×419)

Il mondo delle commedie romantiche può avere sfumature e declinazioni differenti, in High Fidelity assume tinte più introspettivamente tormentate, restituendo ad ogni modo una pellicola sempre in grado di cullarci tra le disavventure del protagonista. Diretto da Stephen Frears e basato sull’omonimo romanzo del 1995 di Nick Honrby, il film ci consola con le peripezie di Rob Gordon (John Cusack) che, rompendo la quarta parete, ci confida la sua storia, attraverso il racconto dei suoi insuccessi amorosi. Fresco di rottura con l’amata Laura (Iben Hjejle), il protagonista ripercorre le relazioni che più l’hanno fatto soffrire. Col cuore infranto, Rob cerca di trovare un senso in sè stesso, nei propri fallimenti e nella grigia quotidianità colorata dalla presenza immancabile della musica. Proprietario di un negozio di dischi nella periferia di Chicago, con tono ironico si interroga e analizza il proprio passato per trovare i propri errori, alla base della stessa infelicità e solitudine. High Fidelity segue la terapia che Rob fa su sè stesso, accompagnato dagli amici e colleghi Barry (Jack Black) e Dick (Todd Louiso) e attraverso l’incontro con le ex-fidanzate. Una terapia, scandita dalla passione per la musica rock, che gli permette di comprendere gli aspetti brillanti e bui del proprio carattere tramite il dialogo e le surreali disavventure. Un film che non ci stancherà mai, così come l’omonima serie tv di Hulu che ne è derivata nel 2020, con protagonista la fascinosa Zoë Kravitz.

4) Love Actually (2003)

mamma ho perso l'aereo
Love Actually (640×358)

Nel periodo natalizio, il cinema è una garanzia. I film per tutta la famiglia sono una scelta sicura a cui rivolgersi sotto il segno dell’atmosfera di unione e celebrazione. Basti pensare a Mamma, ho perso l’aereo (1990), Elf (2003), Il Grinch (2000), Una poltrona per due (1983): sono molti e variegati i titoli di culto che ogni anno confortano la visione durante le notti di Natale. Tra i vari, è immancabile nella consuetudinaria visione di cult natalizi, Love Actually, commedia romantica di Richard Curtis che, nonostante gli anni, continua a essere una certezza nel mare di prodotti a disposizione. Sta tutto nel brano Love Is All Around dei The Troggs (1967), celebre canzone che riflette gli intrecci amorosi tra i protagonisti della pellicola. Con un cast folto e d’eccellenza, che conta nomi come Hugh Grant, Colin Firth, Emma Thompson, Keira Knightley, Alan Rickman, Rowan Atkinson, Thomas Brodie-Sangster e molti altri, Love Actually è un film pieno d’amore. Dieci storie d’amore, attraversate da protagonisti eterogenei, accomunate dal contesto temporale del periodo natalizio, vissuto da qualche parte nelle parti della romanticizzata Londra. Con gli intrecci sempre più fitti e i legami progressivamente disvelati, Love Actually è in grado di oltrepassare la festività e imporsi come una pellicola romantica, ironica e capace di superare i limiti temporali. Un evergreen adatto a ogni contesto e che non ci stancheremo mai di vedere ogni anno.

5) Mamma, ho perso l’aereo (1990)

mamma ho perso l'aereo
Mamma, ho perso l’aereo (640×421)

Non solo Love Actually, anche Mamma, ho perso l’aereo è una consuetudine immancabile ogni anno. Non c’è atmosfera natalizia che tenga senza la ritualistica visione del celebre film durante le notti di Natale. Tra i film che più hanno contribuito a costruire l’immaginario popolare e mediale connesso alla festività. Pellicola di culto su più fronti, col merito persino di aver lanciato la precoce celebrità di Macaulay Culkin, oggi volto simbolo di un’epoca e del Natale stesso, Mamma, ho perso l’aereo è tra i titoli pop di cui non ci stancheremo mai. Scritto e prodotto da John Hughes, il film si caratterizza per un umorismo amorale, sopra le righe ed eccentrico. Una commedia per tutta la famiglia e per tutte le età che ha introdotto battute iconiche e ha conquistato tutto il mondo con la tenera e irriverente storia del giovane Kevin McCallister. Dal volto apparentemente angelico, l’ingenuo protagonista è più furbo di quel che chiunque potrebbe aspettarsi, ponendo trappole imprevedibili per difendere la sua casa nella periferia di Chicago da una terrificante banda di ladri, che tenta di introdursi mentre la famiglia è in viaggio a Parigi durante le vacanze natalizie. Kevin è il volto chiave di Mamma, ho perso l’aereo, divenuto ormai simbolo di un intero periodo cinematografico. Proprio per questo, i sequel derivati (Mamma, ho allagato casa e Home Sweet Home Alone) non hanno riscontrato un egual successo.

6) Little Miss Sunshine (2006)

little miss sunshine mamma, ho perso l'aereo
Little Miss Sunshine (640×366)

Il tragicomico viaggio della famiglia Hoover, protagonista di Little Miss Sunshine, regala un comfort movie senza eguali. Ciascuno dei membri del nucleo vive un problema personale ma l’amore per la piccola Olive (Abigail Breslin) supera ogni limite. Dolce e ingenua, la giovane statunitense di sette anni sogna di partecipare a un concorso di bellezza per aspiranti Miss America. In nome del sogno e dell’amore, la famiglia si imbarca in un viaggio in van su un iconico Volkswagen giallo verso la California, dopo la prima importante vittoria in una competizione ad Albuquerque. Disillusi e tormentati, i grigi adulti che circondano Olive divengono i protagonisti di una rinascita, sotto il segno di una storia drammatica e comica che pone varie disavventure lungo il viaggio. Il padre Richard (Greg Kinnear), la madre Sheryl (Toni Collette), il nonno Edwin (Alan Arkin), lo zio Frank (Steve Carell) e il fratello maggiore Dwayne (Paul Dano) sono un ensamble di personaggi da scoprire e che si scoprono durante l’esperienza on the road. Little Miss Sunshine è un film ricco di soprese, e che non ci stancheremo mai di vedere, proprio perchè sempre capace di disvelare nuovi dettagli, nuove emozioni che ci raccontano qualcosa di più, persino su noi stessi. In particolare, il tema centrale della famiglia, che pervade l’intera storia, non fa che rendere il film un porto sicuro, confortante, divertente ed emozionante come pochi altri.

7) Breakfast Club (1985)

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Breakfast Club (640×409)

Come Mamma, ho perso l’aereo, anche Breakfast Club è il frutto della celebre cinematografia di John Hughes, regista statunitense che ha segnato per sempre il panorama audiovisivo delle commedie e dei racconti di formazione realizzati tra gli Anni Ottanta e Novanta. In particolare, Breakfast Club è tra i coming-of-age di maggior successo del direttore, una pellicola capace di marcare per sempre la maniera di raccontare l’adolescenza. Culturalmente significante per la rappresentazione e la narrativa adolescenziale, il film pone al centro cinque diversissimi protagonisti, l’atleta Andrew Clark (Emilio Estevez), l’imbranato Brian Johnson (Anthony Michael Hall), il delinquente John Bender (Judd Nelson), la snob Claire Standish (Molly Ringwald) e la solitaria Allison Reynolds (Ally Sheedy). Dal background e status scolastico eterogeneo e archetipizzato, le strade dei cinque si incrociano quando si trovano a dover passare il sabato nella biblioteca della scuola per punizione. La detenzione, dalla durata di un’intera giornata, è passata sotto il rigido sguardo del vice-preside Richard Vernon. E’ proprio la sovversiva attitudine nei confronti dell’autorità a legare poco a poco gli studenti, che in una mattinata vengono costretti da un saggio a riflettere su chi pensano di essere. Breakfast Club è un film iconico e di culto che ha cambiato per sempre il panorama adolescenziale. Leggero, toccante e coinvolgente, è un comfort movie che attraversa il tempo e lo spazio per una storia immortale e di cui non ci stancheremo mai.

8) Grease (1978)

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Grease (640×359)

Non c’è scampo per nessuno: anche se non si ha mai (stranamente) avuto modo di vedere il classico degli Anni Settanta, Grease, la sua colonna sonora popola il panorama musicale da decenni, basti pensare al successo intramontabile di Summer Nights o You are the one that I want. La storia che ha reso immortali John Travolta e Olivia Newton-John, nei panni rispettivamente di Danni Zuko e Sandy Olsson, continua a far sognare generazioni intere di spettatori, divenendo uno dei musical cinematografici più amati di sempre. A partire proprio dalle canzoni (tratte dall’omonimo musical di Jim Jacobs e Warren Casey), ormai di culto, la pellicola di Randal Kleiser è oggetto di visioni confortanti per audience eterogenee. La travagliata storia d’amore tra i due protagonisti è segnata dalle stereotipiche dinamiche scolastiche e adolescenziali, con clique di amici ferree e protettive. Le Pink Ladies e i T-Birds premono sulle insicurezze, sullo status quo e sul giovane amore della coppia. Sopra le righe, frenetico e frizzante, Grease è una pellicola di culto che ha marcato irreversibilmente l’immaginario pop statunitense e non solo. Un musical eccentrico, formativo, affascinante, romantico e con un cast ricco di carisma, proprio per questo non ci stancheremo mai di rivedere Grease a distanza di anni, scegliendolo sempre con sicurezza in un contesto mediale strabordante.

9) Ritorno al Futuro (1985)

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Ritorno al Futuro (640×369)

Tra le saghe più celebri nella storia del cinema, Ritorno al Futuro è una trilogia cinematografica comico-fantascientifica che segue le peripezie spazio-temporali del giovane Marty McFlay (Michael J. Fox), che viaggia a cavallo tra diverse epoche della storia nordamericana (1955, 1985, 2015 e 1885) assieme all’amico e scienziato Doc (Christopher Llyod). Attraverso l’utilizzo di un’insolita macchina del tempo ricavata da una DeLorean DMC-12, lo stravagante duo diventa protagonista di una serie di episodi surreali e bizzarri in cui si trovano a dover risolvere problemi e catastrofi di varia natura. Volti emblematici dello scenario pop e cinematografico della fine degli Anni Ottanta, Marty McFly e Doc non ci stancheranno mai. In particolare, la prima opera della trilogia è iconica per lo stile narrativo di Ritorno al Futuro, che si caratterizza soprattutto per un eccentrico umorismo, incredibili tempi comici, ritmo irresistibile e un’interessante effetto nostalgico. In grado di appassionare fan in giro per tutto il mondo, Ritorno al Futuro è un cult che vedremo e rivedremo sempre con piacere, ciclicamente e religiosamente, in virtù di prima porta di accesso a un universo narrativo celebre e che ha influenzato irreversibilmente estetica, narrativa e linguaggi, tra battute emblematiche e peripezie fuori controllo.

10) Dodgeball: A True Underdog Story (2004)

mamma, ho perso l'aereo
Dodgeball: A True Underdog Story (640×360)

Bizzarro, assurdo, spregiudicato e sopra le righe, Dodgeball: A True Underdog Story è il più anomalo dei comfort movie citati. Si tratta di una commedia cinica ed esagerata, americanissima, che non smette di stancare proprio per l’umorismo leggero e senza particolari pretese della sua folle storia. Al centro delle stravaganti vicende c’è la Pinco Pallino Joe, malandata palestra di quartiere gestita da Peter LaFleur (Vince Vaughn). Per salvare l’attività dalla bancarotta e dall’imminente acquisto del locale da parte di White Goodman (Ben Stiller), ricco proprietario della vicina palestra Globo Gym, Peter e gli insoliti clienti devono procurarsi 50.000 dollari in un mese. Dopo alcuni comici tentativi falliti, la Pinco Pallino Joe rischia il tutto per tutto con un torneo di dodgeball, a cui prende parte la stessa Globo Gym con la squadra dei Cobra Viola. Partita dopo partita, il team di LaFleur arriva in finale contro i temuti antagonisti, per una serie di scontri fuori dal convenzionale e da crepa pelle. A rendere ancora più iconico ed irresistibile il film, si somma la presenza di una serie di guest star iconiche per l’universo della storia: Chuck Norris, David Hasselhoff, Lance Armstrong, Curtis Armstrong e William Shatner. L’umorismo scorretto e intramontabile di Dodgeball: A True Underdog Story lo rende una pellicola forse non adatta a ogni occasione, ma in cui non smetteremo mai di rifugiarsi nel confort di un racconto satirico, senza retoriche e spassosissimo.

Mamma, ho Perso l’Aereo – Il Classico natalizio che risveglia il bambino che è in noi