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7 agghiaccianti film tratti da storie vere che mi hanno segnata a vita

Quanti di noi avranno visto, almeno una volta nella vita, dei film tratti da storia vera? Attualmente il panorama cinematografico tende a riportare sul grande schermo i vissuti reali, le tragedie famigliari, ma alcuni sicuramente sono impressi nella mia testa più di altri. Questo perché quando si parla di realtà si fa riferimento a qualcosa di tangibile e che potrebbe capitare a tutti noi in qualsiasi momento. O meglio non proprio sempre, essere posseduti per esempio non è all’ordine del giorno MA potrebbe essere una possibilità.

Cosa rende inquietante e agghiacciante un film? Il fatto che quello che ci fa paura sia così vicino a noi rendendo il pensiero che ci sono persone ad aver subito quello che vediamo nella pellicola terrorizzante, rendendoci complici del loro dolore e dell’inquietudine che si cela dietro al film.

Vediamo i 7 film tratti da storia vera più agghiaccianti che mi hanno segnata la vita.

1 – Midsommar: il villaggio dei dannati

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Film del 2019 diretto da Ari Aster (Hereditary – La banalità del male) che ne cura anche la sceneggiatura e che per via delle sue tinte cupe thriller/horror mi ha ricordato molto, sotto certi versi, Il Prescelto (film del 2006 con protagonista Nicolas Cage). La trama è abbastanza semplice, e vede un gruppo di amici partire per un viaggio in Svezia in occasione di una festività pagana che si celebra il mese di maggio nella piccola comunità di Harga, abitudine della famiglia di Pelle, uno dei componenti del gruppo.

Il film è volutamente lento e ci fa addentrare, sempre con i piedi di piombo, nella psicologia dei personaggi, soprattutto della protagonista Dani (interpretata da Florence Pugh), ragazza tormentata e afflitta dalla morte dei genitori, uccisi dalla sorella bipolare mediante l’inalazione di monossido di carbonio in una macabra operazione di omicidio-suicidio. I giovani, ignari del rituale a cui verranno sottoposti, capiscono fin da subito che strana comunità li accoglie: sono tutti vestiti di bianco e divisi in base al ruolo che hanno nella piccola comunità, mangiano cibo coltivato da loro e assumo strani liquidi con all’interno delle erbe per rinvigorire l’animo (in realtà sono tutte sostanze che creano assuefazione). La situazione inizia a vacillare quando, durante il primo rituale, due anziani decidono spontaneamente di buttarsi da un dirupo schiantandosi a terra e frantumandosi in mille pezzi. Questa scena mi ci è voluto un pò per digerirla, visto l’alto tasso di tensione emotiva e lo shock iniziale.

Da questo momento in poi, ogni cosa è pensata in funzione del finale: dai peli pubici di una delle giovani della comunità fatti bere al fidanzato di Dani per avere in cambio un rapporto sessuale, ai brutali omicidi degli amici, fino al finale in cui comprendiamo il destino dei giovani e di altri “sacrifici umani”.

Senza spolierare il finale del film, crudele e sadico al punto giusto, quello che più mi ha colpita è il fatto che questi rituali siano stati realmente documentati e che esistono comunità, non poi così lontane, che considerano la vita comunitaria come un ciclo governato dalle stagioni, in cui una volta arrivata l’età dei settantadue anni gli anziani decidono di abbandonare la propria vita in favore di una nuova rinascita spirituale.

2 – L’esorcismo di Emily Rose

Emily Rose rappresenta la classica ragazza alle prese con la famiglia, le amicizie e i colleghi. Quanto di più vicino a noi, insomma. Il film è diretto da Scott Derrickson ed è liberamente tratto dalla storia vera di Anneliese Michell, una giovane ragazza tedesca figlia di due genitori severi e molto religiosi, affetta da depressione e continue crisi epilettiche. La donna venne ritenuta posseduta, in una società cui la razionalità e l’ateismo erano ritenuti all’ordine del giorno. L’esorcismo di Annaliese proseguì per 10 lunghissimi mesi, dal settembre 1975 al giugno 1976. Durante le sedute, come si vede anche nella pellicola, venne registrato un nastro di circa un’ora e mezza in cui sentiamo la voce di Annaliese, nel film di Emily, modificare personalità e tonalità in maniera repentina e “demoniaca” rivolgendosi alle persone nella stanza in più lingue, il tutto incorniciato da forza troppo estrema per far parte di una giovane ragazza pelle e ossa.

Annaliese morirà a soli 24 anni, vittima non solo della debilitazione fisica e psicologica ma anche di un sistema giudiziario che non riconosce pienamente la possessione demoniaca come realtà. Il film, più che essere un horror tout court è in realtà un thriller, perché non vediamo solo le conseguenze della possessione su Emily ma le conseguenze legali e penali nei confronti di un prete in seguito alla morte della giovane.

Bene e male, razionale e irrazionale, malattia o possessione; il film ruota intorno all’eterno dilemma legato alla figura di Dio e del diavolo (se esiste Dio, allora esiste anche il diavolo), contro un’ idea totalmente razionale e atea rappresentata dallo Stato. Eterno dilemma tra Stato e Chiesa, religione e politica.

3 – Le colline hanno gli occhi (2006)

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Ho scelto la pellicola del 2006, ma avrei potuto tranquillamente inserire anche il primissimo film del 1977 diretto da Wes Craven. Le colline hanno gli occhi è un film inquietante ed estremamente probabile, perché racconta la storia di una famiglia media americana che decide di trascorrere una vacanza in roulotte a San Diego, perdendosi nel deserto abitato da uomini mutanti disposti a tutto pur di ucciderli. Il film si apre con un incipit che spiega le conseguenze di alcuni esperimenti atomici condotti dal governo degli Stati Uniti nel deserto del Nuovo Messico, che hanno provocato una serie di reazioni e mutazioni genetiche sulla popolazione e sulla vegetazione.

Il film del 2006 e quello di Craven del 1977 mischiano volutamente finzione e realtà, utilizzando la famiglia come mero fine narrativo e prendendo spunto dalla realtà per quanto riguarda i mutanti, arrivati negli anni a uccidere ben quarantotto persone. La realtà che viene raccontata in entrambe le pellicole è brutale come lo sono i cannibali. Craven e analogamente Aja ci mostrano due facce dell’America: quella buona rappresentata dall’American Dream della famiglia felice in vacanza e quella malvagia, sporca e perversa rappresentata dai mutanti e dalla loro sete di sangue dovuta alla cattività e alla radioattività.

4 – Non aprite quella porta

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«Il film che state per vedere è un resoconto della tragedia che è capitata a cinque giovani, in particolare a Sally Hardesty e a suo fratello invalido Franklin…”

Si apre così in incipit il film diretto da Toby Cooper su uno degli omicidi più famosi e macabri della storia americana, liberamente tratto dalla storia vera degli omicidi di Ed Gein (che uccideva le sue vittime per poi utilizzare la pelle umana per realizzare oggetti e indumenti), fonte d’ispirazione per Psyco di Hitchcock nel 1960 e dalla quale prenderanno spunto una serie di film omonimi fino ad arrivare all’ultimo di recente produzione (2022).

Leatherface, come viene chiamato nei film, è lo pseudonimo cinematografico di Ed Gein, nome che gli viene attribuito per la sua abilità nel cucire maschere con la pelle delle sue vittime. Nonostante le vicende del film siano solo parzialmente vere, in quanto l’identità di Faccia di cuoio muta nel tempo e nella saghe, è sicuramente uno dei film tratti da storia vera più inquietanti perché, ancora una volta, celano un lato dell’America che devia dall’idea utopica che viene presentata in televisione o nel cinema, ma rappresenta la parte oscura, storie di abusi (in che modo Ed è diventato così), ingiustizie e razzia omicida.

5 – The Impossible

Film che devia dalle storie macabre e violente viste in precedenza, ma che annovero sicuramente tra i film tratti da storia vera che rappresentano i miei più grandi incubi. In particolare, stavolta, quello della tsunami. La storia raccontata in The Impossible è di una famiglia prima di tutto. Una famiglia molto unita disposta a tutto pur di vivere, in una straziante lotta per la sopravvivenza tra disperazione e fede.

La pellicola diretta da Bayona (che già aveva dato prova di sensibilità e bravura in The Orphanage) trae origine dal violento tsunami che ha colpito l’oceano Indiano nel 2004, raccontato qui attraverso gli occhi di una famiglia. I protagonisti sono Naomi Watts che interpreta Maria ed Ewan McGregor, che interpreta Henry. Ci sono poi i loro tre figli, tra cui un giovane Tom Holland. La famiglia decide di passare una vacanza in Thailandia, lasciando momentaneamente il Giappone dove lui lavora.

The Impossible, fin dall’incipit in cui viene ribadito che quella a cui assisteremo è una storia vera, ci mette davanti a un’allarmante realtà, all’imprevedibilità della natura e alle difficoltà estreme di sopravvivenza, per poi tornare a ricongiungersi solo alla fine. Il film è credibile proprio perché si basa sulla consapevolezza che quello che stiamo per guardare è talmente reale che ha portato alla morte di più di trecentomila persone, lasciandone altrettante ferite e disperse.

La paura in un film come questo non risiede in mostri multiforme o in pazzi serial killer, ma nell’imprevedibilità della natura e nella forza di lottare con tutte le forze pur di salvarsi, restituendoci una tenerezza e una tenacia insieme che pochi prima di Bayona erano riusciti a trasmettere in film sui disastri naturali.

6 – The Conjuring: il caso Enfield

Solo a vedere la foto qui sopra il mio cuore inizia a battere più forte; la prima volta che ho visto il film ero al cinema e l’immagine della suora mi perseguita tutt’ora, in notti in cui non riesco a prendere sonno.

The Conjuring – Il caso Enfield, come d’altronde tutta la serie di The Conjuring, ruota attorno a possessioni demoniache. In questo caso (al di là della presenza del demone Valak) le testimonianze sono reali e i fatti si basano sul Poltergeist di Enfield. La famiglia Hodgson vive esperienze paranormali che colpiscono prevalentemente la figlia undicenne Janet, in preda a deliri e atti di sonnambulismo tali da costringerli chiamare la famiglia Warren, esperti nelle possessioni demoniache.

La storia è liberamente ispirata al vero poltergeist di Enfield, in Inghilterra, che tenne con il fiato sospeso il mondo negli anni settanta. A trattare il caso furono la coppia composta da Ed e Lorraine Warren, dopo numerosi episodi che delineavano una vera possessione demoniaca, dalla levitazione al cambiamento vocale. La pellicola riproduce fedelmente i fatti realmente accaduti alla famiglia, seppur utilizzando numerosi espedienti cinematografici d’effetto (estremamente diversi da quelli visti nell’esorcismo di Emily Rose).

Nonostante ciò, la piccola Janet riuscì a liberarsi dalla possessione riuscendo a sposarsi, avendo tre figli; il resto della famiglia, a eccezione del piccolo Johnny che morì di cancro a soli 14 anni, vissero ancora nella casa ad Enfield, pur affermando di sentirsi perennemente osservati.

7 – La bambola assassina (1988)

Ultimo ma non ultimo, un altro dei film tratti da storia vera che non mi ha fatto vivere sonni tranquilli per la mia grande adorazione nei confronti delle bambole, e che da piccola mi portò persino a baciarle tutte prima di andare a letto per paura di una loro possibile reazione se non le avessi salutate. True story.

Di film sulla bambola assassina il panorama cinematografico è davvero colmo, a partire dal primo del 1988 fino ad arrivare alla serie prettamente improntata su Chucky, serial killer che sfugge alla morte intrappolandosi in una bambola che sarà il suo medium tramite rituale vudù. La vera storia che si cela dietro alla bambola assassina è alquanto bizzarra, perché prende le mosse da una vera bambola inquietante chiamata Robert, regalata da Robert Eugene Otto alla famiglia a cui faceva da cameriera in Florida nel 1906. La bambina della famiglia fu quella ad affezionarsi alla bambola tanto da ritenerla quasi umana. Di lì a poco, però, i comportamenti della bambina iniziarono a essere timorosi e la bambola iniziò a dare segni di vita, spostando oggetti o emettendo persino suoni e risatine agghiaccianti nel mezzo della notte. Insomma, l’incubo o il sogno di ogni bambino è che la propria bambola prenda vita. Ma fino a che punto?