3) Se si parla di stile, Quentin Tarantino è immancabile con i suoi film iconici, tra cui Bastardi senza gloria
Bastardi senza gloria di Quentin Tarantino è uno dei film più iconici di fine anni 2000. Uscito nel 2009, è un’opera che reinventa il genere bellico attraverso uno sguardo ironico, violento e insieme sorprendentemente elegante. La cura maniacale per i dettagli, l’uso della musica, i dialoghi taglienti e l’attenzione per i costumi fanno di questo film un esempio perfetto di cinema stilizzato senza essere superficiale. Ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale, il film mescola l’epico al grottesco, il dramma storico alla farsa. In questo contesto, il glamour è veicolato attraverso scelte estetiche ricercate e iconografie forti. Un esempio lampante è il personaggio di Shosanna, con il suo cappotto rosso fuoco e il trucco impeccabile mentre orchestra una vendetta tanto feroce quanto teatrale. La sua immagine davanti allo schermo, con il viso proiettato tra le fiamme, è diventata uno dei simboli visivi più potenti del film.
Ma il protagonista assoluto dello stile di questo film è il colonnello Hans Landa, interpretato magistralmente da Christoph Waltz. La sua eleganza formale, il sorriso cortese e l’inquietante aplomb nascondono una brutalità sottile e diabolica. Ogni scena in cui appare si carica di una tensione costruita con intelligenza, ritmo e, soprattutto, stile. Tarantino, come sempre, gioca con i codici del cinema e con l’estetica dei generi. I costumi, le scenografie, le musiche anacronistiche e i movimenti di macchina sono tutti parte di un sistema espressivo che non lascia nulla al caso. Persino la violenza, mai gratuita, viene coreografata con un gusto visivo che la rende disturbante e affascinante al tempo stesso. Bastardi senza gloria riscrive la storia in chiave cinematografica, un’opera di stile consapevole che riesce a trasformare la vendetta in uno spettacolo visivo di rara intensità. Un Tarantino in stato di grazia che, ancora una volta, scolpisce il suo linguaggio nell’immaginario collettivo.
4) E se si parla di Quentin Tarantino, non può mancare Pulp Fiction tra i film più iconici e stilosi di sempre (uno dei film ad aver maggiormente ispirato Breaking Bad)
Pulp Fiction, il capolavoro di Quentin Tarantino del 1994, è unanimemente riconosciuto come uno dei film più influenti e iconici del cinema moderno. La sua importanza stilistica va ben oltre l’estetica: Pulp Fiction ha ridefinito la stessa idea di cool al cinema. Nel film, ogni dettaglio – dai dialoghi agli abiti, dalla musica alle inquadrature – è un manifesto di stile senza tempo. La narrazione non lineare, che intreccia le storie dei protagonisti, rompe le convenzioni classiche ma lo fa con una leggerezza e una sicurezza tali che catturano fin dal primo istante. La struttura a episodi, i dialoghi brillanti e surreali, la tensione che esplode nei momenti meno attesi. Tutto contribuisce a creare un film che non solo si guarda, ma si vive in prima persona. I costumi sono parte integrante del fascino del film. I completi neri con camicia bianca di Vincent e Jules sono diventati un simbolo immediatamente riconoscibile.
Lo stesso vale per il caschetto nero di Mia Wallace e quel suo look essenziale ma magnetico, con la camicia bianca e i pantaloni neri, mentre balla il twist insieme a John Travolta. È una sequenza entrata nella storia non solo per la sua coreografia, ma per la potenza visiva e iconica. Anche la colonna sonora è uno degli elementi che definisce lo stile del film: Tarantino assembla un mix di surf rock, soul e rock ‘n’ roll anni Sessanta che accompagna le scene con ironia e gusto impeccabile. Ogni brano diventa parte della narrazione stessa. Ma ciò che rende Pulp Fiction un’icona di stile per eccellenza è la sua capacità di far sembrare “stiloso” l’imprevedibile, il grottesco, il quotidiano. Tarantino eleva dialoghi apparentemente banali (come quello sull’hamburger e la “Royale with Cheese”) a momenti cult. Pulp Fiction non ha semplicemente influenzato il cinema: lo ha rivoluzionato.