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Avete davvero visto questi famosissimi film cult degli anni ’60?

Gli anni ‘60 sono un decennio cruciale e rivoluzionario per il cinema mondiale. Le major statunitensi, complici i grandi kolossal che non erano così remunerativi, i noir che non attiravano più come un tempo e i grandi cambiamenti culturali in atto, persero il loro totale controllo sui film cult a favore dei registi che, avendo più libertà, si ispirarono alle correnti artistiche europee, sperimentarono, rinnovarono i generi e introdussero elementi proibiti come la violenza e il sesso. Dando vita poi, con film come 2001: Odissea nello spazio e Easy Rider, alla nuova Hollywood.

Il cinema europeo, in particolare quello francese e italiano, non era mai stato così fiorente. Guardando in casa nostra, bastano due nomi: Federico Fellini (col suo fido Marcello Mastroianni) e Sergio Leone. Ma abbiamo anche il debutto di Pasolini; i capolavori di Antonioni, Visconti, Risi e De Sica; la definitiva consacrazione di Sofia Loren. Uscendo dai nostri confini, troneggia un nome su tutti: Stanley Kubrick. Dunque, tanti sono i capolavori del decennio. Ve ne racconteremo 2/3 per anno – con le menzioni speciali – e vi chiediamo: quanti ne avete visti? Altrimenti, vi diciamo dove e se sono presenti in streaming.

È il momento di iniziare, partendo dai film cult del 1960.

1960

Partiamo con un anno che ha sfornato così tanti film cult che sceglierne solo alcuni diviene una missione impossibile. Basti pensare a Colazione da Tiffany con Audrey Hepburn, che vinse l’Oscar nel 1961; mentre l’anno dopo se l’aggiudicò Sofia Loren con La Ciociara, uscito in Italia nel 1960. Mentre Visconti produsse Rocco e i suoi fratelli con Alain Delon, Antonioni dette alla luce l’anti-giallo emblema del suo cinema dell’incomunicabilità: L’avventura. Negli USA I Magnifici 7 con Steve McQueen rinnovò il genere western; Jack Lemmon e Shirley MacLaine recitarono ne L’appartamento di Wilder; Stanley Kubrick diresse Kirk Douglas in Spartacus; infine, Cary Grant, Deborah Kerr e Robert Mitchum furono i protagonisti della commedia L’erba del vicino è sempre più verde.

Ma veniamo ai tre grandi film cult del 1960.

Esiste un’opera più iconica di Psycho? A noleggio su Chili, Apple e Rakunten tv, Microsoft e Play Store, è la pellicola che ha inventato il thriller e che ha influenzato il mondo dell’entertainment come poche altre. Insomma, si prende gioco delle canoniche regole dei film (SPOILER: la protagonista muore a metà), contiene uno dei più grandi villain della storia (Norman Bates) e la scena della doccia è indimenticabile. Com’è, del resto, quella presente nel film italiano più famoso di sempre: il bagno nella fontana di Trevi ne La dolce vita di Federico Fellini. Disponibile su Filmbox, è un’opera immortale, in cui bisogna lasciarsi trasportare da Marcello Mastroianni in questo peregrinare nella vita notturna romana, osservando un’umanità variopinta, apparentemente allegra, tremendamente vuota. Ipnotizza e poi colpisce, soprattutto con quel finale terribilmente impattante.

E la Nouvelle Vague sforna uno dei suoi film simbolo (disponibile su Chili), che ha posto le basi per la nascita del cinema moderno attraverso le avventure di Jean-Paul Belmondo nei panni di Michael, un criminale ossessionato da Humphrey Bogart e in fuga dopo aver rubato un’auto e ucciso un agente: è Fino all’ultimo respiro di Jean-Luc Godard.

1961

Film cult

Nel 1961 esce una delle pellicole più rappresentative della commedia nostrana: Divorzio all’italiana. Marcello Mastroianni è un barone infelicemente sposato che, innamoratosi di Angela (Stefania Sandrelli), cerca un amante per la moglie (Daniela Rocca) così da inscenare un delitto d’onore e usufruire delle attenuanti della legge. Un’opera (in streaming su Raiplay) che satireggia su alcuni costumi italiani da condannare e il cui intreccio è così perfetto da essere una delle poche pellicole non-USA ad aver vinto l’Oscar per la sceneggiatura.

Mentre Antonioni dirige il secondo capitolo della trilogia dell’incomunicabilità – La notte – e Capra fa il remake di un suo stesso film, Angeli con la pistola, Rossen narra la storia del genio del biliardo Eddie Felson che, conscio della sua bravura, si comporta esattamente come il titolo del film: Lo spaccone. A noleggio su Chili e Prime, è Paul Newman a interpretarlo divinamente in un’opera che ritrae un’umanità cinica, perdente, in cerca di un riscatto irrealizzabile.

E del musical che ha vinto il maggior numero di Oscar ne vogliamo parlare? 10 su 11 è il bottino di West Side Story, compreso film e regia. Disponibile su Timvision e MGM e a noleggio su Prime, Chili e Rakunten Tv, la tormentata storia d’amore tra Maria e Tony, appartenenti alle bande rivali degli Sharks di Porto Rico e dei Jets di New York, fu un successo così travolgente da giungere ai giorni nostri, anche grazie al remake di Steven Spielberg.

1962

Anche il 1962 non scherza con i film cult.

Innanzitutto c’è forse il più grande biopic di sempre: Lawrence d’Arabia. David Lean dipinge un incredibile ritratto dell’ufficiale della prima guerra mondiale col volto di Peter O’Toole, ma il cui animo è divorato dall’ossessione nonostante i buoni propositi. Lo troviamo a noleggio su Chili, Apple e Rakunten Tv, Microsoft e Play store, Prime Video. Nelle stesse piattaforme si può noleggiare uno dei film più popolari di sempre: Il buio oltre la siepe. Quest’opera è un’acuta e pungente rappresentazione del Sud degli Stati Uniti degli anni ’30, in cui un avvocato – interpretato da Gregory Peck nel suo ruolo più famoso – difende un afroamericano accusato di stupro, aprendo una profonda e coraggiosa riflessione sul razzismo.

Sempre negli USA, John Ford realizza il suo western più malinconico – L’uomo che uccise Liberty Valance con James Stewart e John Wayne (protagonista anche nel film di guerra Il giorno più lungo) – e quello in cui attraversa circa cinquant’anni di storia americana dell’800: La conquista del West. Le interpretazioni mastodontiche di Bette Davis e Joan Crawford rendono immortale Che fine ha fatto baby Jane?, mentre inizia l’avventura della spia britannica per eccellenza: il primo film di James Bond con Sean Connery esce proprio nel 1962. Quasi ci dimenticavamo del controverso ma apprezzatissimo Lolita di Stanley Kubrick.

Sulla scena italiana Pasolini realizza Mamma Roma, uno dei suoi lungometraggi più significativi, dove racconta quell’umanità fragile e povera che cerca un riscatto attraverso un impossibile avanzamento sociale: Anna Magnani è, infatti, una prostituta che cambia vita per il figlio, il quale però non riesce a sopportare la verità sul passato della madre. Mentre Antonioni chiude la trilogia dell’incomunicabilità in L’eclisse con Monica Vitti e Alain Delon, Dino Risi dirige Vittorio Gassman e Catherine Spaak nel suo capolavoro, un fenomeno di culto che influenzerà il cinema internazionale e uno degli affreschi più realistici del miracolo economico in Italia: Il sorpasso (gratis su Youtube).

1963

Film cult

Uno dei film cult più influenti del decennio, orgogliosamente italiano e che sfugge a qualsiasi tipo di definizione, è 8 ½. Lì quel genio di Federico Fellini trasforma il blocco dello scrittore nella sua opera immortale, attraverso il suo alter-ego filmico – il Guido Anselmi di Marcello Mastroianni – e il continuo alternarsi di fantasia, realtà e memoria. Non si può spiegare l’opera di Federico Fellini (disponibile su Infinity) che è pura esperienza cinematografica; semplicemente va vissuta. Intanto, Visconti porta al cinema uno dei romanzi italiani più famosi di sempre, dipingendo un sontuoso e dirompente affresco dell’aristocrazia siciliana nel passaggio dai Borboni all’Italia unificata: è Il gattopardo (a noleggio su Timvision, Apple e Prime). E De Sica ci regala un trittico sulle donne italiane in Ieri, oggi e domani: negli annali è la scena dello spogliarello di Sophia Loren di fronte a Marcello Mastroianni.

Sturges e McQueen realizzano un inno all’avventura ne La grande fuga, dove soldati inglesi e americani scappano da un campo di concentramento; Mankiewicz dirige Elizabeth Taylor in uno dei kolossal più costosi della storia: Cleopatra; Hitchcock, invece, dopo aver dato origine al thriller moderno con Psycho, crea il natural disaster movie con Gli uccelli, incentrato sulla fragilità dell’essere umano.

In Francia Godard adatta un celebre romanzo di Moravia in una delle sue pellicole più famose. Il disprezzo (a noleggio su Chili) racconta la realizzazione di un film che si intreccia con una crisi matrimoniale. I dialoghi pungenti e le scene intime, unita alla bellezza e bravura di Brigitte Bardot, hanno fatto – e continuano a farla – scuola per generazioni.

1964

C’è un film che ha trasformato l’idea di cinema per ragazzi con le sue coreografie, la recitazione, gli effetti speciali, la narrazione e la tecnica. Mary Poppins, la tata più famosa che ci sia, unisce la fantasia animata all’azione in un’opera sofisticata, elegante, piena di attori che si muovono al ritmo delle sue canzoni e una Julie Andrews strepitosa. Da vedere ancora e ancora su Disney Plus e a noleggio su Infinity, Timvision, Chili, Apple e Rakunten Tv.

Mentre Audrey Hepburn è protagonista di My Fair Lady e il terzo e più acclamato film di James Bond esce al cinema (tutta la saga è su Prime), Marcello Mastroianni e Sophia Loren tornano insieme sullo schermo nel film di De Sica Matrimonio all’italiana e Bava codifica le regole del giallo all’italiana in Sei donne per l’assassino. Intanto, Stanley Kubrick produce una delle più efficaci satire politiche mai realizzate al cinema nel Dottor Stranamore, grazie alla sapiente sceneggiatura, le azzeccate location, le straordinarie prove attoriali (in particolare di Peter Sellers) e l’audacia dei temi trattati.

E poi abbiamo lui, il western con la colonna sonora più fischiettata della storia, che ne ha rilanciato il genere e creato un altro – gli Spaghetti – in Italia e non solo, riassunto in un’iconica citazione: “Quando un uomo con la pistola incontra un uomo col fucile, l’uomo con la pistola è un uomo morto”. Sergio Leone, Ennio Morricone, un giovane Clint Eastwood, due famiglie rivali e tanta tensione sono gli ingredienti dell’intramontabile Per un pugno di dollari (disponibile su Prime, Sky e Now e a noleggio su Chili e Apple Tv).

1965

Dopo Mary Poppins, Julie Andrews è protagonista – assieme a Christopher Plummer – di uno dei musical più importanti del cinema, tuttora al sesto posto nella classifica dei film più visti di sempre in sala. Tutti insieme appassionatamente possiede ogni elemento che possiamo desiderare in un dramma, uniti a canzoni intramontabili: amore, perdita, tradimento, umorismo e tende che fungono da vestiti per gioco. Lo troviamo su Disney Plus e a noleggio su Prime, Chili, Apple e Rakunten Tv.

Il cinema autoriale di Roman Polanski si presenta sulla scena internazionale con la sua pellicola più spaventosa, cruda e angosciante. In Repulsione (in streaming su Plex) trascorriamo gran parte del tempo con la Carol di Catherine Deneuve, rinchiusa in questo appartamento fatiscente che rappresenta la lenta erosione della sua sanità mentale. Attraverso l’uso dei suoni, il grandangolo, la profondità di campo e l’evocazione della sessuofobia, Polanski trasfigura in quell’appartamento le allucinazioni e gli incubi di una donna disgustata – e respinta – dalla società moderna. E, intanto, Godard si cimenta da un lato con la fantascienza noir e distopica in Alphaville e dall’altro col dramma e i B Movie americani ne Il bandito delle 11.

In Italia esce il secondo film cult della Trilogia del Dollaro, in cui Leone rielabora i luoghi canonici del western, elevandoli a miti indiscussi: Per qualche dollaro in più è in streaming su Sky, Now, Prime e Timvision (a noleggio su Apple Tv).

1966

La cultura pop non è più stata la stessa dopo l’uscita del film cult che rappresenta la summa del cinema leoniano.

Il buono, il brutto, il cattivo (disponibile su Prime e Timvision, a noleggio su Apple) chiude la Trilogia del dollaro con un capitolo epico, avvincente, dissacrante, spassoso, che travalica i confini stessi del western per diventare qualcos’altro. Un vero e proprio manuale su come si crea un film, con quella scena del triello che è rimasta un esempio da seguire per la tecnica e l’uso della musica. Se parliamo di western all’italiana, una menzione doverosa è Django, l’antieroe per eccellenza del genere e l’opera che ha reso famosi Sergio Corbucci e Franco Nero; così crudo, cinico e con quella scena iniziale rimasta negli annali, continuamente riprodotto in sequel e omaggi. 

Sempre in Italia, mentre Antonioni lascia ai posteri Blow-up e Totò recita il suo ultimo ruolo da protagonista in Uccellacci e uccellini di Pasolini, esce uno dei film politici più influenti mai realizzati, tanto da essere proiettato fino ai giorni nostri nelle basi militari per studiare la guerra urbana. La battaglia di Algeri (a noleggio su Chili, Rakunten Tv e Google) di Pontecorvo è complesso e spietato, si snoda attraverso gli sguardi dei personaggi e della popolazione locale mostrando prospettive alternate, attraverso un taglio documentaristico potente che fa dimenticare di essere di fronte a una versione romanzata degli eventi.

Da ricordare anche l’esordio di Mike Nichols, che dirige due icone mondiali come Elizabeth Taylor e Richard Burton in Chi ha paura di Virginia Wolf?

1967

Film cult

L’anno successivo al suo esordio Nichols produce uno dei migliori film cult del decennio, simbolo della complessità sociale di quegli anni.

Il laureato (disponibile su Prime, Sky e Now; a noleggio su Apple, Chili e Timvision) racchiude e anticipa nella storia d Ben, ragazzo né adulto né adolescente che non sa che fare della propria vita, i fermenti giovanili che sarebbero esplosi a breve e tutta la loro incertezza verso il futuro, oltre che l’incomunicabilità con gli adulti che li vorrebbero solo conformare. La regia, le interpretazioni (in primis quella di un Dustin Hoffman al debutto da protagonista), le canzoni, i temi scottanti e quel finale ambiguo e angoscioso ci hanno consegnato un’opera semplicemente immortale.

Mentre Robert Redford e Jane Fonda ci incantano nel romanticissimo A piedi nudi nel parco, se proprio vogliamo parlare di coppie iconiche, immancabili sono Bonnie e Clyde, protagonisti di Gangster Story (a noleggio su Timvision, Chili, Prime, Apple e Rakunten Tv). Arthur Penn modernizza il gangster movie degli anni ’30 in una pellicola ricca di violenza, erotismo e libertà, trasformando i due criminali in ritratti della protesta giovanile. E forse è questa lo spartiacque tra la vecchia e nuova Hollywood, assieme a Quella sporca dozzina, war movie con un tono malvagiamente sovversivo.

Iniziano ad aver successo i film a sfondo sociale: ad esempio, Indovina chi viene a cena? (con Spencer Tracy e Katherine Hepburn) e La calda notte dell’ispettore Tibbs, entrambi con Sidney Poitier. Alain Delon è protagonista di Frank Costello faccia d’angelo di Melville, Catherine Deneuve di Bella di giorno di Bunuel e Paul Newman di uno dei migliori lungometraggi carcerari di sempre: Nick mano fredda.

1968

Siamo arrivati all’anno in cui uscì una delle vette più alte mai toccate dall’arte. Perché in 2001: Odissea nello spazio (disponibile su Sky e Now; a noleggio su Timvision, Prime, Apple e Chili) Stanley Kubrick dimostra che anche il cinema, con le sue potenzialità infinite, può dire la sua nell’eterna discussione di quelle domande esistenziali che ci poniamo da sempre: racconta la storia della vita, del dolore, del tempo, della realtà, degli esseri umani, di noi. Ma è inutile usare le parole per raccontare la profondità e il mistero di quest’opera; chi l’ha vista non potrà che concordare.

Da un grande regista a un altro, Leone inserisce nell’epico e malinconico C’era una volta il West (su Sky, Now e Raiplay; a noleggio su Prime ed Apple) tutto il suo amore per il genere che l’ha reso celebre. Tempi dilatati, musiche leggendarie, grandi scelte di cast (tra cui Henry Fonda e Claudia Cardinale) e ottima regia segnano il definitivo passaggio di testimone da Ford a Leone. Ma il valzer dei registi non finisce qui. Polanski dirige il suo film più famoso, un claustrofobico e tensivo horror psicologico al cui interno troviamo tutti i temi a lui cari. Rosemary’s Baby (a noleggio su Prime, Apple, Chili, Timvision) mostra l’assoluta vulnerabilità di una donna, in un mondo in mano agli uomini e il cui bambino verrà preso di mira da forze diaboliche oscure, grazie all’intensa interpretazione di Mia Farrow.

Inoltre, il 1968 è l’anno del primo zombie movie della storia, La notte dei morti viventi di Romero; del primo film del Pianeta delle scimmie; di un classico della commedia italiana con Sordi, Il medico della mutua, e del capolavoro controverso di Ferrari Dillinger è morto.

1969

FIlm cult

Ci sono pochi film cult che hanno influenzato intere generazioni e Easy Rider è uno di quelli. Dennis Hopper costruisce una pellicola per i giovani fatta da giovani; un inno alla libertà che coglie perfettamente il momento del passaggio dagli anni 60 ai 70, segnando la fine di un’epoca e delle sue illusioni, con questi due giovani ribelli che girano gli States scoprendone pregiudizi e intolleranze. Il film (a noleggio su Chili, Prime, Apple e Rakunten tv), oltre ad aver lanciato la carriera di Jack Nicholson, consacra definitivamente il cinema indipendente e apre la strada alla New Hollywood del decennio successivo.

A rinnovare, rappresentare e criticare un genere come il western è Il mucchio selvaggio di Sam Peckinpah, essendo lontano dall’epicità di Ford e dall’ironia pulp degli spaghetti western. Ma non è l’unica pellicola a fare ciò. Butch Cassidy dimostra come, sfruttando i miti del western in un cinema diverso e divertente, questo genere non muoia mai. La sceneggiatura è equilibrata, ironica e matura; la colonna sonora famosissima; i due leggendari banditi – Butch Cassidy e Sundance Kid – interpretati da due volti di prim’ordine a Hollywood: Paul Newman e Robert Redford. Da vedere su Disney Plus e a noleggio su Prime, Chili, Apple e altre piattaforme.

Federico Fellini dà alla luce il suo profondo Satyricon (rivolto all’interiorità umana al di là dei confini spazio-temporali e sociali), mentre il sogno americano viene distrutto in una delle più forti denunce sociali e amicizie mai narrate sul grande schermo: Un uomo da marciapiede, con un Dustin Hoffman sublime.

Come per il decennio del ’50, ci auguriamo che abbiate fatto un buon punteggio o che vi abbiamo dato delle idee per recuperare i grandi film cult del decennio, diretti da nomi quali Federico Fellini, Stanley Kubrick e Sergio Leone. Non ci resta che darvi appuntamento al prossimo pezzo, dove affronteremo gli anni ’70.