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Dragon Trainer – La Recensione di un live action che dovrebbe fare scuola

Dragon Trainer

Attenzione: evita la lettura se non vuoi imbatterti in spoiler di Dragon Trainer

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Fare i live action dei più bei cartoni animati esistenti è ormai una consuetudine, intrapresa soprattutto dalla casa di produzione della Disney. Quest’ultima, però, spesso rivisita le sue stesse creature e rende i live action dei veri e propri film originali, anche se tratti da una storia che già ha raccontato. Insomma, cerca di metterci sempre quel tocco in più che possa rendere il film qualcosa di diverso dal cartone animato. Se sia o no la scelta giusta non siamo certo noi a poterlo dire, la cosa certa è che i live action della Disney sono quasi sempre campioni d’incassi (anche se non come i cartoni animati).

Ma c’è un nuovo campione d’incassi in città e si chiama Dragon Trainer, e stavolta proviene dal mondo DreamWorks.

È uscito il 13 giugno 2025 in tutte le sale del mondo, il live action di uno dei cartoni della casa di produzione di Steven Spielberg più amati. Il cartone animato di Dragon Trainer (How to Train Your Dragon, in lingua originale) è del 2010 ed era già, a sua volta, ispirato al libro omonimo di Cressida Cowell. E soprattutto era già, a sua volta, campione d’incassi e riconosciuto come uno dei cartoni più ispiranti e segnanti di una generazione.

Dragon Trainer
credits: DreamWorks

La DreamWorks, che produce un numero molto più limitato di cartoni ma sa come renderli iconici (si veda Shrek come esempio su tutti), crea Dragon Trainer e dà forma ad una delle fantasie più sfrenate di qualsiasi bambino: fare amicizia con un drago. La storia, infatti, è delineata da tratti passionali e picchi emotivi altissimi, il che la rende appassionante per grandi e piccoli. E la stessa cosa riesce a fare il live action Dragon Trainer, che al contrario di come solitamente si muove la Disney, ricrea fedelmente (quasi alla lettera) l’intero film del 2010.

La scelta di Dean DeBlois, regista e sceneggiatore sia del cartone del 2010 sia del live action, è stata quella di dare vita ai personaggi che avevamo già imparato ad amare, senza snaturarli in nessun dettaglio.

Il fatto che il regista sia lo stesso, per entrambi i film, è già di per sé una scelta molto intelligente soprattutto dal punto di vista narrativo. Hiccup, Astrid e gli altri non sono solo perfetti nei loro ruoli ma sono soprattutto molto coerenti e a proprio agio con una rivisitazione da manuale. DeBlois è andato, infatti, a rivisitare solamente dei dettagli non narrativi (come alcune fisicità) senza intaccare la coerenza della storia dei nostri vichinghi.

Chi va a vedere il live action di Dragon Trainer, magari anche con un minimo di timore che accompagna solitamente questo genere di esperimenti, troverà una fantastica rilettura del cartone animato. Una rilettura che non lascia niente al caso e che, soprattutto, non lascia indietro nessun dettaglio della storia originale. Hiccup, interpretato da un perfetto Mason Thames, vive a Berk, un villaggio vichingo invaso dai draghi e arroccato su una scogliera. Tutti i suoi coetanei e soprattutto suo padre, l’imprescindibile capo del villaggio Stoick L’Immenso (interpretato da un Gerard Butler che non vi aspettereste) basano la loro quotidianità e anche la loro personalità sulla lotta e sulla virilità che si forgia nella battaglia ai draghi.

Dragon Trainer
credits: DreamWorks

Hiccup, però, sa di non essere come loro e ne avrà la prova quando, all’occasione di poter uccidere il suo primo drago, si lascerà tirare indietro dal suo istinto.

Il drago in questione, la temibile Furia Buia (che per Hiccup e per tutti noi diventerà Sdentato o Toothless, in inglese), diventerà l’esempio di come la gentilezza possa essere molto più forte del martello. I due, che diventeranno compagni leali l’uno all’altro, si batteranno per far comprende a tutti che qualsiasi creatura ha diritto ad essere compresa. Anche i draghi.

Chiunque abbia visto il cartone del 2010 di Dragon Trainer (che fino a poco tempo fa era recuperabile su Netflix, ora invece solo a noleggio o su Sky) sa che la trama è esattamente la stessa e il live action non fa che ribadire tutto quello che avevamo già compreso quindici anni fa. Ma ciò che sconvolge è che abbiamo ancora molto bisogno di risentirlo. Il segreto di Dragon Trainer è forse proprio la sua inestimabile attualità, anche a distanza di anni. E forse è proprio per questo che il live action, che solitamente non è mai una scelta necessaria ma piuttosto strategica, funziona così bene. Come dicevamo, sicuramente la scelta vincente è stata quella di non cambiare praticamente nulla sul piano narrativo ma semplicemente di attualizzare e rinfrescare alcuni dettagli. Che non disturbano affatto, né chi si aspetta la somiglianza col cartone, né chi lo vede per la prima volta.

DeBlois fa delle scelte mirate sulla fisionomia di alcuni personaggi, come Astrid (Nico Parker) che non sarà bionda ma incarna perfettamente la tenacia e la passione del personaggio originale. E ne mantiene altri perfettamente identici, come Hiccup stesso o il fantastico Skaracchio (Nick Frost), per far sì che il suo pubblico rimanga fedele all’immaginario precedentemente creato.

Ma il bello viene quando iniziamo a parlare dei draghi, Sdentato in primis e poi tutti gli altri.

Dragon Trainer
credits: DreamWorks

La CGI utilizzata dal live action di Dragon Trainer per creare quelli che sono i veri protagonisti per certi versi, i draghi, è qualcosa che ci fa sperare che qualcuno sappia davvero usarla nel modo giusto. Dean DeBlois ancora una volta fa una scelta molto saggia: pur rimanendo fedele alla storia originale, intensifica e acuisce i momenti più emotivi anche attraverso le texture stesse della pelle dei draghi. Può sembrare strano, ma la verosimiglianza che le grosse creature rimandano, fa sì che le loro stesse emozioni vengano amplificate. E di conseguenza anche le nostre.

Nella famosissima scena da copertina, in cui Hiccuo tenta l’approccio fisico posando una mano sul muso di Sdentato, l’emozione sale alle stelle. Soprattutto perché, vedendo un Hiccup umano e uno Sdentato perfettamente verosimile, ci sembra di sentire al tatto quello che sente Hiccup.

Il lavoro di DeBlois sull’estremizzazione del sentimento è un’espediente, che sfocia poi anche sulla narrazione, assolutamente geniale e congeniale alla nostra percezione. Come se ci stesse dicendo che, se amavamo già Hiccup e Sdentato come cartoni animati, adesso abbiamo la possibilità di amarli anche in maniera sensoriale e amplificata. Non un’operazione da poco, senza dubbio. E soprattutto, per niente scontata.

Il live action di Dragon Trainer, che oltretutto fa rivisitare anche la stessa magnifica ed esaltante colonna sonora dallo stesso John Powell che l’aveva realizzata per il cartone, si pone come obiettivo proprio quello di impressionare, rimanendo lo stesso porto sicuro che ci aspettiamo. Lo stesso porto sicuro che vogliamo vedere e rivedere ancora e ancora, in tutte le sue forme. Soprattutto se tutte le sue forme sono belle e di qualità come l’ultima che abbiamo visto. Il live action di Dragon Trainer di DeBlois è sicuramente quello che possiamo chiamare un vero live action che, senza la pretesa di reinventarsi, ci racconta una storia che conosciamo già ma che ci fa emozionare ogni volta e ancora di più ogni volta che si aggiunge un piccolo dettaglio.

Dragon Trainer
credits: DreamWorks

In fondo, quando la storia è già bella da sola, c’è molto poco altro da aggiungere. Dragon Trainer lo sa bene, e la sua forza, un po’ come succede per Hiccup, è proprio quella di trovare un mezzo diverso per essere grande.

Dopo tanti live action che abbiamo avuto modo di vedere e che avevano, chi più chi meno, della lacune evidenti (che provocano delle reazioni necessarie), Dragon Trainer ci fa tornare la speranza che tutti seguano la sua strada. Nel modo di rileggere una storia, nel modo di emozionare e soprattutto nel modo di rimanere fedeli pur dandoci una seconda possibilità.