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Il film della settimana – Changeling

Tutti abbiamo vissuto quella spiacevole situazione raccontata brillantemente da Zerocalcare in Strappare lungo i bordi: chi non è mai stato ore a scorrere i film sulle piattaforme streaming e non trovare niente da vedere pur avendo a disposizione “tutto l’audiovisivo del mondo” e pensando “è possibile che son tutti film de m*rda”? Certo, la roba bella magari l’abbiamo già vista, altra siamo in ritardo e altra ancora la teniamo per il momento giusto – se arriverà. Vogliamo evitare, però, di finire nella fantascienza polacca del ‘900 in lingua originale, andare a letto frustrati con la nostra coscienza sottoforma di Armadillo che ci costringe a interrogarci su noi stessi dicendo: “Dai su, se su ottomila film non te ne va bene manco uno, forse sei te che non vai bene”. Proprio per questo nasce la seguente rubrica settimanale, in onda ogni lunedì e rivolta sia a chi la pellicola in questione non l’ha mai vista, sia a chi l’ha già visionata e vuole saperne di più: infatti, nella prima breve parte vi consigliamo un film; nella seconda invece ve lo recensiamo, analizziamo o ci concentreremo su un aspetto particolare. E questa settimana abbiamo scelto Changeling.

PRIMA PARTE: Perché, dunque, vedere Changeling? Ecco la risposta senza spoiler.

Disponibile su Sky e NOW (a noleggio su Prime Video e Apple Tv), Changeling ci porta nel 1928 e nella vita di Christine Collins, madre single e dipendente presso una compagnia telefonica di Los Angeles. I suoi giorni procedono divisi tra il lavoro e suo figlio Walter, finché un sabato è chiamata per coprire un turno extra. Dei soldi in più non fanno male e anche il bambino lo capisce, sebbene deluso per non poter andare al cinema. Al rientro a casa, però, Walter è sparito. Passano cinque mesi dalla denuncia alla polizia e il suo incubo sembra finito: hanno ritrovato il figlio. Peccato che quel bambino non sia il suo Walter. Inizia così una lunga battaglia contro le forze dell’ordine e istituzioni della città, che non ci penseranno due volte a rendere l’esistenza di Christine un autentico incubo.

È Clint Eastwood a firmare una pellicola che ingloba al suo interno numerosi generi, come il noir, il legal dramma e il thriller; che riesce a esprimere una marea di significati, di sentimenti e di valori diversi; che sorprende, emoziona, costringe alla riflessione e spesso infastidisce. Attraverso un’articolazione avvincente della storia, senza mai annoiare o lasciare spazio a dubbi e incertezze tecnico-narrative, Eastwood ci fa immedesimare nel dolore e nella rabbia di questa donna, interpretata da un’Angelina Jolie in un ruolo inedito (e uno dei suoi migliori di sempre, tanto da guadagnarsi la nomination a Oscar e Globe): svestita dalla sua solita immagine sexy, diviene una madre afflitta ma mai doma, che non si arrende di fronte a niente e la cui speranza non muore nemmeno per un secondo.

Con uno sguardo critico verso l’America, Eastwood ci regala un personaggio femminile indimenticabile, la cui vicenda è realmente accaduta, scovata negli archivi ammuffiti della città di Los Angeles. È spaventoso e non solo per la storia in sé, ma anche per una sottotrama da brividi che, per evitare spoiler, vi sveleremo nella nostra recensione di un gioiellino che merita davvero di essere visto.

SECONDA PARTE: La recensione (con spoiler) di Changeling

Changeling

Nel folklore dell’Europa occidentale, il termine Changeling ha un significato ben preciso e va ricercato in una leggenda popolare in cui creature come elfi, troll, fate, demoni rubino i neonati umani dalla culla, sostituendoli con un apparentemente identico mutaforma. Quest’ultimo, di natura malvagia e inquietante, andrà incontro a malattia e morte; invece, il vero bambino diventerà lo schiavo dei suoi rapitori. La leggenda, solitamente, veniva usata per giustificare le morti in tenerissima età o per spiegare i disturbi mentali dei più piccoli. Proprio per il suo legame con il soprannaturale, lo sceneggiatore del film J. Michael Straczynski voleva usare questa parola come titolo temporaneo. In realtà è tremendamente azzeccata, perché in fin dei conti si parla di questo nell’opera di Clint Eastwood su Sky e NOW.

Solo che qui la madre sa. Quel bambino che la polizia le riporta non è il suo Walter.

Come vorrebbe il mondo patriarcale in cui si trova, Christine dovrebbe semplicemente ubbidire, chinare il capo e accettare la nuova situazione. Ma non può; il suo coraggio e la sua forza non glielo consentono. Una donna qualunque, però, non può mettere in ridicolo la polizia, che non ne vuol sapere di riaprire un caso che non ha risolto nel modo corretto, e, piuttosto che ammettere l’errore o essere considerati degli inetti dall’opinione pubblica, la fanno passare per pazza. È facile per questi uomini potenti rinchiuderla in manicomio, gestito da uno di loro. Lì dentro subisce di tutto, un’ingiustizia dolorosa e crudele dopo l’altra, nel tentativo di spezzarla e di renderla ubbidiente. Mascherate con il termine di ‘procedure standard’, Christine viene sottoposta a docce gelate, privazioni, percosse, elettroshock. E non solo lei, perché anche la Carol Dexter di Amy Ryan, che ha tentato di aiutarla, subisce lo stesso trattamento. E chissà quante altre…

Impossibile non schierarsi dalla sua parte. Christine è la vittima perfetta del sistema perché non solo è una donna, ma è pure sola e, per questo, identificata come una poco di buono, come un non-essere umano. E in ciò, la stampa ha le sue colpe nel costruire a proprio piacimento la verità che vuole, trasformandola da madre disperata a pazza che non riconosce più il suo bambino.

Attraverso Christine che lotta contro un sistema corrotto per i diritti basilari dell’essere umano, Changeling rappresenta la condizione delle donne dell’epoca (e purtroppo anche di quelle attuali, perché quegli stereotipi e pregiudizi che fronteggia non sono ancora del tutto scomparsi), costrette troppe volte dal potere ad accettare passivamente le ingiustizie più dolorose. Ma la questione va oltre, se intendiamo la sua vicenda come il tentativo di schiacciare chi è più debole, indipendentemente dalle caratteristiche della persona. Tutti, buoni e cattivi, provano a manipolare Christine dicendole cosa sarebbe meglio fare e come dovrebbe reagire. Pensano di fare il suo bene, ma in realtà stanno solo facendo il loro. Nessuno può permettersi di sostituirsi a Christine e la sua battaglia, infatti, è per sé, per le donne e per tutti gli oppressi.

Eccolo lo sguardo critico di Clint Eastwood che, pur narrando una vicenda accaduta nell’era del Proibizionismo, mostra che le stesse contraddizioni e angherie sono presenti tutt’ora. La sua è una visione spietata e senza compromessi, che fa riflettere su come le persone sono disposte a trattare il prossimo per un po’ di fama, potere e benessere. Perché il male può raggiungerci da ogni parte, persino da quelle istituzioni che dovrebbero proteggerci. E, anche se non sembra, questa pellicola su Sky e NOW è perfettamente collocata nella sua filmografia, soprattutto per quelle persone comuni che, in determinate circostanze, diventano eroi nazionali. Come Christine.

Infatti, la sua durezza nell’esporre la corruzione della classe politica e della polizia è controbilanciata in Changeling dalla grandissima sensibilità con cui rappresenta la sua protagonista. Aiutato da un’Angelina Jolie in stato di grazia.

Abbandonati i panni della sex symbol, l’attrice caratterizza al meglio la sua Christine, soprattutto sul piano emotivo che viene arricchito dalle scene ambientate in manicomio, lì dove Jolie si rifà alle espressioni e ai toni usati dalla sua Lisa in Ragazze Interrotte. Eppure, e ciò dimostra una certa versatilità, è un personaggio totalmente opposto a quello del film in cui vinse l’Oscar. In più, Changeling si regge tutto sulle sue spalle, il che non è da poco. Certo, il resto del cast (tra cui un inedito John Malkovic nei panni del reverendo Briefleb che aiuta Christine, due inquietanti Jeffrey Donovan e Jason Butler Harner che incarano due lati diversi della malvagità) è ottimo, ma è marginale perché Clint Eastwood ha voluto raccontare la storia dal punto di vista di Christine, mettendola dunque al centro di tutto.

Changeling

In ogni caso, con le sue doti drammatiche Angelina Jolie riesce a rendere credibile il personaggio e a trasmettere in Changeling tutto il dramma umano di una madre in quella situazione.

Già perché la genitorialità e il modo con cui vengono trattati i bambini sono temi importanti nel cinema eastwoodiano. In particolare, Changeling può essere inteso come un completamento tematico di Mystic River, rappresentante anch’esso una comunità colpita da un atto violento e isolato contro un bambino; un paragone con cui lo stesso regista era d’accordo. Per Clint, mostrare un fanciullo in pericolo è “la più alta forma di dramma che possiamo avere”, poiché sono i crimini più orribili, che gli fanno mettere in discussione l’umanità. Eppure, nemmeno gesti atroci come quello del serial killer Gordon Northcott possono giustificare le barbarie delle esecuzioni pubbliche. Clint Eastwood ce lo spiega proprio attraverso quella di Northcott, così insopportabile da vedere, ponendoci un interrogativo: c’è una attenzione ai dettagli e un realismo (ad esempio sentiamo il collo spezzarsi e il corpo dondolare) tale che, magari le famiglie ottengono la giustizia dovuta, ma dopo un atroce spettacolo del genere davvero trovano la pace?

In fondo, Clint prende l’ottima sceneggiatura di Straczynski – che ci trascina in un vortice di suspense senza mai cadere nel sentimentalismo – e ci regala una pellicola su Sky e NOW pregevole sotto tutti i punti di vista, partendo dalla perfetta e curatissima ricostruzione storica. Riesce a far emergere il meglio da ogni comparto tecnico, compresa la colonna sonora da lui personalmente composta (come già fece in Mystic River). La vicenda di Christine viene esposta in maniera graduale, solida, pulita, precisa, facendo emergere tantissime emozioni e tenendo sempre alto il nostro interesse. Eastwood, dunque, denuncia e commuove, narrandoci di chi lotta contro l’arroganza dei potenti e alla fine ottiene una vittoria meritatissima.

E quel finale aperto ci dice che l’opera su Sky e NOW non ha fine. Ogni volta che pensiamo o desideriamo che arrivi la conclusione per alleviare le pene di questa povera madre, gli eventi ricominciano. Questo perché anche nella realtà, la storia non era finita, alimentata costantemente dalla speranza che un giorno Christine avrebbe riabbracciato il suo Walter. Fino all’ultimo suo respiro.

Il film della scorsa settimana: Insomnia