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Fargo 5×03 – La Recensione: rituali oscuri per peccati reali

I personaggi mostrati dall’universo di Fargo presentano spesso alcune caratteristiche specifiche che collocano ciascuno di essi su un piano che definiremmo astratto o assurdo; tutti i protagonisti sembrano infatti dominati da forze oscure e indomabili, legati a un codice di valori noto solo a loro stessi, totalmente distante dalla pratica comune. Quest’aspetto è risultato chiaro fin da quando abbiamo fatto la conoscenza, nel corso della prima stagione della serie antologica, del sicario Lorne Malvo (Billy Bob Thornton), la malvagia figura satanica che riteneva che le persone fossero bestie primordiali a cui riservare la fine che la loro natura merita. Ne abbiamo avuto conferma con l’ultimo episodio di Fargo 5 attraverso il bizzarro e inquietante Ole Munch (Sam Spruell), il sicario ingaggiato da Tillman che ci ha condotti indietro di 500 anni rispetto agli eventi narrati. Brutali rituali religiosi, vendetta, corruzione e bagni di sangue hanno dominato il terzo episodio “Il paradosso delle transazioni intermedie” dimostrando che, anche nei suoi schemi fissi, Fargo riesce sempre a stupirci con una nuova mossa inaspettata.

L’episodio precedente si era chiuso con Ole Munch intenzionato a vendicarsi di Tillman dopo che lo sceriffo gli aveva commissionato di rapire Dot, non specificando però le reali capacità dell’ “indifesa casalinga”. Con il colpo non andato a segno, Munch si sente ingannato dallo sceriffo e privato della quantità di soldi e delle risorse necessarie per ingabbiare la tigre. Le doti della donna vengono infatti confermate anche in questo terzo episodio: Dot ha già preparato il suo arsenale tenendosi pronta alla futura strage già prefigurata dal cliffhanger finale. Ma è soprattutto attraverso la storyline di Tillman che il quadro generale comincia a emergere sempre di più, così come il torbido passato di Dot. Lo sceriffo, pur essendo alla spasmodica ricerca della moglie, è al momento sposato con un’altra donna con la quale cresce due figlie. Dalle numerose foto affisse alla parete del loro salone, tuttavia, emerge (anche) una foto del giorno del suo matrimonio con Dot, lasciando intendere che la loro relazione non fosse mai stata esclusiva. Il vero nome di Dorothy è Nadine, e la causa della sua fuga da Tillman potrebbe quindi essere legata proprio alla poligamia del marito, il quale, dimostrandosi particolarmente legato alla fede, potrebbe appartenere alla chiesa mormone seguendone i più antichi e radicali aspetti misogini. 

Mentre il passato della coppia è ancora avvolto nell’ombra, il vero punto di svolta nella narrazione arriva con l’inaspettato flashback di Ole Munch: il simbolismo di Fargo 5 affonda le sue radici nel Galles del 1522.

Fargo 5
Fargo 5 – Antenato di Ole Munch (Sam Spruell) 5×03 – (640×360)

Per comprendere quanto mostrato dall’inquietante flashback, bisogna partire dal Mangia Peccati (Sin Eater) e dal rituale legato a questa figura del XVIII secolo, praticato in Inghilterra, Scozia e Galles fino a raggiungere la zona dell’Appalachia (dal Mississippi/Alabama fino alla Pennsylvania) negli Stati Uniti. Il Mangia Peccati era colui che, in cambio di pochi spiccioli, consumava un pasto rituale ai piedi di un defunto durante la veglia funebre, assumendone spiritualmente tutti i peccati. Si trattava dunque principalmente di persone povere, affamate e senza nulla da perdere, disposte persino ad assorbire i peccati di uno sconosciuto riservandogli la possibilità di entrare in Paradiso, privandosi per sempre di quella stessa possibilità pur di guadagnare pochi dollari. Nel corso del flashback assistiamo proprio a questo rituale messo in atto da una persona incredibilmente somigliante a Ole Munch, che si presume possa essere quindi un suo antico antenato; la tradizione dei Mangia Peccati è stata portata avanti dalla famiglia del sicario Munch, che continua a uccidere in cambio di soldi macchiandosi l’anima con i peccati di coloro che gli commissionano gli omicidi.

Questo spiega la sete di vendetta di Munch per non essere stato pagato a sufficienza da Tillman, venendo quindi meno al suo patto (spirituale e non), al punto da dargli la caccia lasciandogli un inequivocabile messaggio mediante il cadavere dell’agente di polizia soprannominato Iron Mike, il cui omicidio viene tuttavia prontamente insabbiato dal corrotto sceriffo. Ed è proprio alla corruzione e all’abuso di potere dei potenti che sembra voler rivolgere l’attenzione il simbolismo religioso di Fargo 5.

Come dimostra l’incontro tra il vice sceriffo Indira e la facoltosa Lorraine, i peccati dei ricchi li mangiano gli altri.

Fargo 5
Fargo 5 – Lorraine (Jennifer Jason Leigh) – (640×360)

La polizia indaga sull’omicidio dell’agente partendo dalle prove che collegano Dot alla scena del crimine. Lorraine è però intenzionata a tenere la nuora (e quindi la sua famiglia) lontana dai sospetti del vice sceriffo, poiché la vicenda macchierebbe la loro reputazione. La benestante CEO dell’agenzia di recupero crediti sostiene infatti che la polizia è chiamata unicamente a tenere lontano le persone meno influenti da quelle ricche e facoltose come lei; i panni sporchi, non a caso, si lavano in famiglia, e Lorraine avvia le sue indagini interne tramite un ex investigatore privato della CIA, pronto a mettere le mani nel torbido passato di Dot in maniera ancor più scrupolosa di quanto abbia fatto finora il dipartimento di polizia.

Arriviamo dunque alla notte di Halloween. A dare la caccia a Dot ora è Gator, il figlio di Tillman, desideroso di ottenere l’approvazione del padre. Sulle tracce della protagonista ci sono inoltre la polizia capitanata da Indira e Witt, l’agente assoldato da Lorraine di cui sapremo presto maggiori informazioni e Tillman, che intanto è riuscito a raggiungere la sua Nadine al telefono. Tillman è a sua volta sotto i radar di Witt in seguito ai numerosi insabbiamenti perpetrati dallo sceriffo, ma è soprattutto ai sacrifici di sangue di Munch che dovrà fare particolarmente attenzione lo spavaldo sceriffo. Ora che tutte le pedine sono state disposte al loro posto, è sufficiente una singola mossa di apertura per dare il via alla guerra. Stando a quanto visto finora in questa quinta stagione di Fargo, l’unica costanza è l’imprevedibilità e l’unica certezza è che, quell’ignoto, sarà macchiato di sangue e di indicibili peccati.