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Fargo 2 – La legge del caos e il selvaggio ribaltamento dei ruoli

La più classica delle spartizioni mafiose del territorio, abbinata al classico incidente scaturito dalla legge della casualità, è il fulcro che regge il dramma in Fargo 2. Il secondo capitolo antologico di Fargo 2, almeno inizialmente, può descriversi in questo modo, o meglio ancora : questo è il suo punto di partenza. Differentemente dal primo capitolo antologico, che vedeva il raptus uxoricida del timido Lester intrecciarsi con le vicende del selvaggio criminale Lorne Malvo, in tale contesto sarà il caso ad intrecciare le azioni della cosca mafiosa di origini tedesche Gerhardt con i coniugi Blumquist.

Fargo è l’eterna commistione tra quotidiano e caos, tra vecchio e nuovo, tra ciò che è selvaggio ed incontrollato e ciò che è regolato da leggi convenzionali nate proprio per reggere l’interazione tra individuo e società. In Fargo 2 vige la legge del caos e del caso.

L’intreccio narrativo tipico del ‘modello Fargo‘, stavolta è scaturito dalla giovane ed emotivamente instabile parrucchiera Peggy Blumquist (Kirsten Dunst) che investe con la sua auto lo scapestrato Rye Gerhardt. Il più piccolo dei fratelli criminali Gerhardt, che pochissimi istanti prima aveva maldestramente regolato i conti in un bar con una giudice, coinvolgendo anche due innocenti addetti. Gli eventi fuori controllo che si legano in una meccanica ancora di più instabile.

fargo 2Peggy, un po’ come il caro Lester, è vittima ed al contempo carnefice. Il caso e la sua scarsa attenzione alla guida fanno sì che la mina vagante Rey, venga investita dalla sua auto. Peggy e Rye, uniti dal contesto e dall’inadeguatezza del proprio ruolo. L’inadeguatezza della donna a reggere la pressione e l’improvviso stravolgimento del suo tranquillo quotidiano in compagnia del macellaio di Luverne, Ed Blumquist (Todd di Br. BAd), spingono Peggy a non cercare aiuto e la donna conduce nel suo garage la carcassa di Ray priva di sensi che le ha sfondato il parabrezza.

I Gerhardt rappresentano la forza (principio) della conservazione. La famiglia Gerhardt che è guidata dalla coraggiosa matriarca Floyd, facente le veci del capostipite ormai quasi interamente disabilitato da un ictus, vive momenti di alta tensione. Non si hanno notizie di Rye e del suo incontro con la giudice e l’organizzazione rivale inizia a soffiare sul loro dominio. Nessuno ha visto o sentito Rye, nè tantomeno nessuno può lontanamente immaginare dove sia finito (triplice omicidio nel pub e una donna nevrotica che lo ha nascosto nel proprio garage).

Le forze della casualità, la violenza primordiale, la distruzione del normale quotidiano e l’inadeguatezza, si fondono per dare vita all’unica vera forza dell’intero dramma : il disordine entropico legato alla terminologia scientifica, semplicisticamente ridotto da noi tutti in ‘caos‘.

Una delle forze del caos è indubbiamente incarnata dall’americano di origini indiane Hanzee Dent, appartenente al clan Gerhardt. Un uomo che dall’essere un fedele soldato finisce con l’essere ammorbato da un sentimento di totale disaffezione che confluisce in pura apatia e odio. Simbolico e coerente è in tal senso l’incipit di Fargo 2 che vede una comparsa indiana nel film, non conoscere i fatti del “Massacro di Sioux Falls“. Una pura deflagrazione del senso di appartenenza che lega il percorso dell’uomo nelle civiltà. Un indiano nato negli States, che non sa nulla delle sue origini indiane.

fargo 2Hanzee finirà con l’appartenere solo a se stesso, e sarà uno dei fondatori della associazione criminale Fargo (come il finale suggerirà). Seppur diverso in tanti aspetti, è colui che più di tutti ci ha ricordato la forza ferina e il fiuto di un lupo capobranco, come Lorne Malvo. Hanzee è un ordinato ed efficace killer, scaturito dal caos.

Le forze del rinnovamento, sono invece rappresentate dall’organizzazione malavitosa di Kansas City, che vuole inglobare nel proprio dominio l’attivita criminale dei Gerhardt. Il nuovo che vuole sopraffare il vecchio. Il massimo rappresentante di queste ambiziose forze mafiose, è Mike Milligan. Un soggetto poetico dal linguaggio ricercato e aulico ma prosastico nelle ciniche azioni, un ambizioso criminale accompagnato da un tandem fedele.

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Le forze dell’ordine, coloro che devono riequilibrare le sorti degli eventi drammatici e risistemare il ‘disordine’ in nome della giustizia, sono rappresentate dall’agente Lou Solverson (il padre di Molly, già conosciuto più anziano nel primo Fargo) e dallo sceriffo Hank Larsson (nonno di Molly).

Ordine, conservazione, bestiale ferocia e disordine, sono incarnati da un cast eccezionale e magistrale, attori affermatissimi nel cinema e in serie tv dall’eterno successo, pareggiabili e confrontabili solo con i cast dei due True Detective. Giusto per capire l’altissimo livello difficilmente eguagliabile. I numerosi riferimenti tra il Fargo del cinema e quello della tv, alcune decisive inquadrature tipiche dei più celebri masterpiece dei fratelli Coen (‘Non è un Paese per vecchi’ ed un esplicito rimando musicale a ‘The Big Lebowski’), la filosofia nichilista secondo Camus, l’ufo come emblema dell’inaspettato, in Fargo 2 troviamo questo, e molto di più.

La fotografia e la sceneggiatura ha gli attributi tipici di Fargo : immagini simboliche, contesti stravolti e ritmi tambureggianti, che viziano l’iride e la mente. La perfezione scenica.

Fargo 2, è l’ennesima spiegazione di un atavico dilemma. Domande insoddisfatte prive di risposte e referenti su chi sia l’uomo veramente, su che cosa possa realmente fare, e se esista un vero confine tra la bestia e l’uomo.
Ma soprattutto… il destino scrive il caos, o scaturisce da esso?

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