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Dracula (2020): uno sguardo al personaggio letterario di Mark Gatiss e Steven Moffat [pt.3]

La terza e ultima puntata della serie è la più criticata, ma sotto il punto di vista dell’analisi di questo personaggio è forse la più interessante perché vediamo Dracula entrare in contatto con un mondo che gli è completamente sconosciuto, e ciò risulta assurdo e divertente in alcuni momenti.

La bussola oscura

Sono trascorsi 123 anni dall’affondamento del Demeter, siamo quindi nell’Inghilterra del 2020, e Dracula deve interfacciarsi con un mondo che è andato molto avanti mentre lui è rimasto molto indietro. Già questo da un senso di capovolgimento rispetto a quello che siamo stati abituati a vedere fino ad ora, con Dracula abituato ad essere sempre un passo avanti agli altri grazie alla sua saggezza secolare. Insomma, vedere Dracula emozionarsi mentre guarda in televisione quel sole che nella vita reale non ha mai potuto vedere fa quasi commuovere ma non fa dimenticare della sua natura sanguinaria, infatti mentre in estasi osserva la TV spiega alla moglie di un tale Bob come abbia ucciso e messo suo marito all’interno della «scatola bianca» (o frigo, per i più colti). Braccato sulla spiaggia di Whitby e ancora ignaro della situazione Dracula dimostra una prontezza nel reagire e adattarsi alla situazione impressionante perché come dice lui stesso «Sono in giro dal quindicesimo secolo. Le cose cambiano. Ti ci abitui.», riuscendo a passare da bersaglio ad avere il controllo della situazione impugnando una pistola sottratta ad un agente, ma solo dopo aver giocato con una videocamera (e in questo frangente sembra regredire ad uno stato di curiosità infantile, toccando e giocando con tutto ciò che non conosce). In tutto ciò mantiene, inoltre, la sua solita verve autoironica

«Ho dormito sott’acqua per più di cent’anni. Essere un vampiro ha molti vantaggi, ma non ti rende una persona mattiniera.»

Dracula

Nel primo confronto con la sua nuova rivale, Zoe Van Helsing, capiamo come vive la competizione Dracula; egli ha rispetto per gli avversari che si dimostrano degni di essere definiti tali (Agatha è stata quella che più di tutti si è avvicinata al riuscire a finire il vampiro), e proprio perché apprezzava la suora l’ha uccisa, avendo pietà di lei e risparmiandola le avrebbe mancato di rispetto, secondo il suo codice morale. Questo nuovo mondo a lui ignoto è un parco giochi per Dracula, lo vediamo mentre si diverte ad accendere e spegnere la luce in casa di Kathleen semplicemente per il piacere del rumore che fa. Si dimostra affascinato da una casa molto povera e modesta definendola «stanza delle meraviglie» in confronto ai numerosi castelli sontuosi che ha abitato in passato. Le bellezze del futuro lo hanno affascinato. Vedere il Conte sofferente e in ginocchio sembrava ormai impossibile, dopo essere riuscito a sopravvivere a tutto, ma è così che lo vediamo dopo il suo primo tentativo di nutrirsi di Zoe, addirittura vomitando il suo sangue, capiamo dunque che qualcosa non quadra.

L’ultima puntata serve sempre di più a mostrarci Dracula in situazioni a lui completamente estranee e quanto sia abile a districarvisi (a quanto pare ad un vampiro non occorrono water). Di grande rilevanza è la discussione sui diritti; Dracula è ignaro del percorso fatto dalle donne nell’ultimo secolo nella lotta per acquisire i loro giusti diritti, ma tale concetto sembrerebbe estraneo al Conte, non solo associato alle donne ma a chiunque. Provenendo da un’epoca più barbara e selvaggia la definizione di civiltà gli risulta al quanto irrealizzabile (nessuno ai suoi tempi poteva avere diritti). Dei suddetti diritti Dracula usufruirà subito, riuscendo a liberarsi astutamente dalla prigionia della fondazione Harker semplicemente contattando un avvocato. Ok, forse risulta un po’ forzato come deus ex machina per far andare avanti la narrazione ma risulta dannatamente interessante. Inconsapevolmente, il vampiro fornisce a Zoe le informazioni necessarie per arrivare a scoprire tutto del suo avversario (ingerendone il sangue) e ciò sarà fondamentale per il finale. Sempre più immerso in una realtà moderna e contemporanea vediamo come Dracula viva in un loft di lusso, addirittura si allena con la cyclette (cosa di cui non ha mai avuto bisogno), e utilizza app di incontri (ma come se fosse l’app di Just Eat).

Dracula

Ma siamo giunti a quello che forse è il punto di svolta più inaspettato di tutti, Dracula pare iniziare una sorta di assurda relazione con Lucy Westenra, per qualche motivo il Conte è attratto da lei perché, oltre a gustarne il sangue si diletta a trascorrere il tempo con lei per mesi, prima della di lei inevitabile dipartita. Capiamo che deve esserci qualcosa di Lucy che lo attrae per avere un tale trattamento di favore, di Agatha lo attraeva, come abbiamo detto, conoscenza e intelletto, ma non sembrano doti particolarmente sviluppate nella dissoluta ragazza inglese. Apparentemente il suo nichilismo, il suo disinteresse verso tutto e tutti, non teme Dracula e la sua natura sovrannaturale, né la possibilità che dei defunti possano seguirla fino a casa. La noia di una vita molto agiata la porta alla ricerca del brivido e del non vissuto e la leggerezza estrema si declina in noncuranza e menefreghismo anche di fronte alla morte e dunque Dracula la definisce il suo «frutto perfetto», poiché in 500 anni non gli è mai capitato di incontrare nessun* come lei. In un momento tra i due «fidanzatini» che sembra quasi da commedia romantica Lucy si dimostra lievemente gelosa del fatto che Dracula beva sangue da altri e quest’ultimo si difende dicendo che è indispensabile per lui nutrirsi, visto anche che lei non sempre dà il suo consenso. Propria sulla questione del consenso Dracula afferma che lo apprezza ma che non gli è indispensabile, cosa assolutamente terrificante da dire o pensare ai giorni nostri, ma in questo caso viene affermato da un signore della guerra che vive da oltre 500 anni e che non ha mai avuto alcun tipo di empatia nei confronti delle persone che sceglieva come sue vittime. Quindi, per quanto aberrante, la cosa non dovrebbe stupirci.

Dracula non è certo un personaggio politically correct

Sembrerebbe dimostrare, nei confronti di Lucy, per la prima volta, un affetto sincero, quasi paragonabile ad un sentimento di amore, ma se così vogliamo etichettarlo sarebbe sicuramente un tipo di amore tossico. Filosofico come sempre il Conte ricorda a Lucy che lei, essendo mortale, sta morendo dal giorno in cui è nata e poi si accinge a terminare il suo pasto. Il vampiro dimostra della premura per la ragazza, consigliandole di non farsi cremare una volta morta, poiché avrebbe mantenuto la sua coscienza per tutto il tempo, soffrendo le pene dell’inferno, ma ancor una volta il pensiero più grande è rivolto verso il suo proprio interesse personale ed egoistico di renderla sua sposa e infatti, dopo la sua dipartita ne dichiara il possesso. Questa mentalità di possesso è insita nel protagonista, lo stesso Harker fu da lui reclamato al convento di Bupadest come sua sposa e quindi di sua proprietà. Inoltre, Dracula è anche ossessionato dalla propria apparenza, prendendo in analisi la leggenda secondo la quale i vampiri non possano specchiarsi su una superficie riflettente; in un dialogo con Jonathan afferma di non possedere specchi e di reputarli solo inutili gingilli di vanità «Non si trova alcuna ispirazione nel fissare sé stessi.». Subito siamo portati a pensare che tale affermazione serva a dare credito alla leggenda diffusa ma in realtà in due occasioni vediamo come sia effettivamente possibile per lui vedere il proprio riflesso, il vero problema è che non accetta ciò che vede; ad apparire è sempre la sua versione anziana che abbia conosciuto inizialmente e Dracula si dimostra sempre irritato dalla cosa. Nell’ultimo quarto d’ora di serie ci viene lanciata questa riflessione dal Conte su quanto la bellezza sia solo superficiale e infatti apparirebbe uno spunto interessante su cui soffermarsi, se solo non provenisse da Dracula stesso, il quale ha più volte dimostrato di predicare bene ma razzolare malissimo. Non si dimostra disgustato dall’aspetto di una Lucy risorta dalla tomba, ma ormai ridotta ad un corpo carbonizzato che cammina «La bellezza è un travestimento» le dice che rassicurarla ma sembra quasi che, indirettamente, quelle parole siano rivolte a sé stesso.

Lui che si maschera dietro una finta bellezza e giovinezza mentre, appunto, il suo riflesso lascia trapelare l’inganno di ciò mostrandolo decrepito come lo abbiamo inizialmente conosciuto.

Implicitamente quello che possiamo intendere è che Dracula sia un guerriero che porta avanti una battaglia secolare, non contro altre stirpi o nazioni, ma contro l’inevitabile. Rappresenta colui che non ha saputo accettare e abbracciare l’ineluttabile destino del grande gioco della vita: deperimento, invecchiamento e infine morte. Odia la sua immagine riflessa perché, per quanto si riempia la bocca di belle parole, odia il suo aspetto decrepito e per uno che ama compiacersi di sé stesso ciò deve essere frustrante da sopportare. Ingannando tutti e ingannando la vita cerca di ingannare anche sé stesso della farsa che ha abilmente costruito, ma al termine di questa vicenda capiamo quanto la viltà sia in realtà il suo tratto caratteristico più importante. È affascinato da una giovane che brama ciò che lui invece teme più di tutto e non può sostenere lo sguardo della croce perché rappresenta il coraggio che ci vuole per affrontare la morte, cosa che lui non è mai stato in grado di fare ma anzi è sempre fuggito da essa e da sé stesso, rubando la vita di altri e quindi compiendo azioni assolutamente disonorevoli.  Questo personaggio si auto inganna a tal punto da arrivare ad essere convinto di quelle che inizialmente erano mere abitudini e che alla fine diventano leggende che però si dimostrano completamente fasulle. Non è vero che il sole lo incenerirebbe ma ha bisogno di convincersene per agire vilmente nell’ombra, per non essere visto. Probabilmente potrebbe entrare ovunque anche senza il tanto desiderato invito, ma sentendosi sgradito ovunque ne ha necessità.

Dracula

Dracula, probabilmente, si sente la vergogna anche della sua dinastia, composta da valorosi guerrieri che sono morti eroicamente combattendo in nomi di ideali mentre per lui l’unico ideale è sempre stato la sua sola sopravvivenza.

Vedere un Dracula completamente spoglio della maschera che si era da secoli fabbricato lascia quasi senza parole e abbandonandosi all’emozione del momento il Conte riesce finalmente a vedere quel Sole verso il quale aveva sempre mostrato curiosità e attrazione, lasciandosi andare ad un pianto liberatorio. Dracula è così sconfitto senza necessità di essere ucciso con un paletto nel cuore (cosa che sarebbe stata scontata) ma venendo completamente messo a nudo e portato a provare emozioni spontanee. Di fronte la sua avversaria, ormai moribonda, Dracula finalmente si sente pronto a compiere l’ultimo atto della sua oscura esistenza, sceglie spontaneamente la morte, bevendo per un’ultima volta il sangue, per lui mortale, di Zoe/Agatha, cercando di rendere il tutto meno doloroso possibile per entrambi, attraverso un sogno e affrontando insieme l’ultimo viaggio.

Dracula