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Che caratteristiche dovrebbe avere il prossimo Dottore di Doctor Who?

Parlare di Doctor Who oggi non è facile, soprattutto dopo un finale poco soddisfacente e uno speciale di Capodanno poco riuscito. Sembra che Chibnall, in qualità di showrunner della serie, stia avendo qualche difficoltà a calibrare tutti i vari elementi che compongono quell’affascinante mosaico che è Doctor Who, le regole da seguire per ritornare agli antichi fasti sono poche ma fondamentali. Tutto, però, inizia col Dottore. Sebbene non si sappia ancora nulla della prossima rigenerazione, il toto-nomi è già partito e persino alcune delle più importanti riviste inglesi si sono lanciate in congetture. Ma prima ancora di fare dei nomi, quali sono le caratteristiche che dovrebbe avere il futuro Dottore in Doctor Who?

Doctor Who

Innanzitutto è il caso di eliminare per prima l’annosa questione: donna o uomo? Purtroppo né la scrittura né il cast sono stati di grande supporto al cambiamento più epocale dello show da ben 57 anni. Sebbene ci sia sempre stato detto che il Dottore è un essere senza tempo, spazio, genere e definito orientamento sessuale, quello che abbiamo sempre visto è un uomo bianco. Il passaggio da Peter Capaldi a Jodie Whittaker è stato un enorme passo dal grande impatto culturale e storico, impatto che Doctor Who ha sempre dimostrato di avere nel tempo. Sia per questo motivo sia per le problematiche di cui sopra, la scelta più giusta sarebbe riavere un altro Dottore donna. Questo riconfermerebbe la sostanziale libertà del personaggio, ma soprattutto allontanerebbe l’idea che il Dottore al femminile sia stata solo una parentesi per il politically correct. Possibilmente con una scrittura più brillante a fare da sostegno.

Il nuovo Dottore dovrebbe essere molto differente dal tredicesimo. Uno dei grossi problemi di questa ultima rigenerazione, infatti, è la mancanza di una personalità distintiva. Potremmo definirla un vago mix tra il Decimo, l’Undicesimo e addirittura il Nono in alcuni tratti. Un Dottore che non ha elementi caratteristici e una personalità definita, con il risultato di non essere ancora riusciti a tracciarne un profilo nonostante ben due stagioni e uno speciale insieme. Questo ha causato non pochi problemi, soprattutto perché cast molto grandi e un Master così imponente hanno rischiato spesso di eclissarlo. Ci sono stati altri personaggi che hanno preso in mano la situazione, lasciando il Dottore spaesato e senza sostanziale potere. In alcuni casi, persino la personalità di Graham ha preso il sopravvento, oscurando sia gli altri due companion che il Dottore stesso. Quello che ci aspettiamo, quindi, è un Dottore dalla forte personalità, in grado di conquistare l’ambiente in cui si trova e prenderne il controllo. Missy è stata un esempio splendido di Timelord donna dalla personalità magnetica. Ci aspetteremmo lo stesso dal Dottore.

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Legato a doppio filo con la personalità del Dottore è il rapporto con i Companion e il loro ruolo all’interno del TARDIS. Avere l’assetto classico con tre compagni di viaggio non è male, ma il Dottore necessita di avere un rapporto profondo e vero con tutti loro. Che fosse d’amore o di amicizia, di co-dipendenza o da insegnante-studente, la relazione con i Companion è sempre stata importante nel New Who e ciò permetteva di esplorare i loro percorsi ma anche quello del Dottore. Questo è un altro elemento che è mancato nelle scorse stagioni, basti pensare all’addio freddo e distaccato con ben due compagni, Graham e Ryan. Potremmo dire che sia mancato un approfondimento su tutti i personaggi coinvolti e quindi, automaticamente, sulle loro relazioni.

Si sente il bisogno di tornare a un Dottore meno distaccato dagli eventi, in grado di creare relazioni meno superficiali e più coinvolgenti che diano spazio al Companion e gli restituiscano i ruoli che ha sempre avuto: quello di compasso morale per il Dottore e i nostri occhi nel TARDIS. E a proposito di TARDIS, non vi è sembrato che questa rigenerazione fosse piuttosto distaccata anche dalla sua amata macchina dello spazio-tempo?

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Quello che stiamo aspettando è un Dottore che torni a essere il Dottore, convinto del suo ruolo e della sua autorità, in grado di alternare momenti di divertimento, rabbia, disperazione e gravitas. Sebbene con le dovute differenze, ci sono sempre stati dei tratti comuni a tutte le incarnazioni, che però in queste ultime stagioni sono stati un po’ offuscati da una cronica indecisione. Probabilmente quello che serve a Doctor Who, e al Dottore, è un po’ di coraggio nell’osare.

In conclusione potremmo dire che le caratteristiche che dovrebbe avere il nuovo Dottore sono tante, ma non è veramente importante perché quello che serve davvero è il cuore. Il cuore per dedicarsi con passione a ciò che gli accade intorno, per affezionarsi di nuovo ai Companion e al TARDIS, relegato a mero oggetto di trasporto, per farci innamorare nuovamente delle sue avventure e delle connessioni che imbastisce in giro per l’Universo. Un Dottore che senta le emozioni e riporti il pathos in Doctor Who. Insomma, come diceva il Dodicesimo Dottore, un ritorno alle basi.

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