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Dirk Gently: l’universo è un caos che si risolve da solo

Dirk Gently

Niente ha senso, eppure tutto torna.

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Ecco con questa prima frase si potrebbe benissimo racchiudere quella che è la filosofia di Dirk Gently. Tutto sembra casuale. Un cane scomparso, una macchina del tempo, un tizio in vestaglia da donna, un detective strambo e un’assassina olistica. Niente quadra. Eppure, se resisti un po’, ti accorgi che tutto trova una sua logica (con i giusti tempi di attesa). È una serie che si finge volutamente assurda, surreale, per poi rivelare il contrario: l’universo ha un ordine ben preciso, solo che non è quello a cui siamo abituati. Dirk Gently non è il classico investigatore. Non cerca prove, non segue piste. Lui si lascia trasportare dal caos, perché sa che ogni cosa è connessa a tutte le altre. Il suo metodo è il disordine…. e il caos, diventa la forma suprema dell’ordine. Potremmo quasi dire questo caos assuma le sembianze di un personaggio principale a tutti gli effetti.

Il prodotto audiovisivo in questione non tratta solo di “fantascienza”, si eleva a filosofia di vita, una sorta di incessante narrativa sul caso e sul destino. Il protagonista ci chiede di mollare il controllo e affidarci al flusso costante degli eventi, poiché forse solo abbandonandoci all’assurdo riusciremmo a trovare la verità.

Tutto è collegato: il mantra quotidiano di Dirk Gently

In un universo dove tutto sembra accadere per caso, Dirk Gently ci urla: “NO! NON E’ COSì!”
Il caso è solo apparenza. Il vero motore dell’universo? la connessione. Per il nostro investigatore olistico preferito, ogni elemento del mondo è parte di un’unica ragnatela e, se dovessi spigarvi la sua filosofia al giorno d’oggi, probabilmente farei così:

1) Un calzino spaiato in lavatrice potrebbe provocare il crollo della Borsa Milano.
2) Un piccione che decide di utilizzare la nostra giacca preferita come bagno pubblico, può ritardare un incontro destinato a salvare il mondo.
3) Una ciabatta lanciata dalle nostre mamme potrebbe impedire un’invasione aliena nel 2026.

Dirk Gently: Holistic Agency
credits:Wow! Max He Really Did It!!!, UTMK, Ideate Media, IDW Entertainment, Circle of Confusion, AMC Studios

Quindi: in un mondo dominato da cause-effetti lineari, Dirk Gently ci propone un’alternativa: gli eventi si intrecciano in modi invisibili, ma reali. E chi riesce a cogliere questi fili nascosti, può capire l’universo meglio di chi studia i dettagli con ossessione. La serie ci invita a osservare la realtà con occhi diversi: molto meno razionali ma più intuitivi. Perché l’intuizione è il vero superpotere del detective olistico e chissà….forse anche il nostro.

l caos come metodo investigativo

Immaginatevi un detective che non prende appunti su nessun tipo di taccuino vecchio stile, non analizza scene del crimine e non interroga testimoni.
Immaginate che entri in una stanza, si faccia investire da una coincidenza qualunque e che da li cominci a seguire una serie di eventi apparentemente senza senso: benvenuti nel metodo Dirk Gently.

La sua forza sta nell’accettare il disordine come mezzo di accesso all’ordine (come anticipato precedentemente) e nel non combattere l’imprevedibile: ma cavalcarlo. Secondo il mio punto di vista è proprio questo il punto di forza della serie, ed è anche ciò che la rende un’esperienza unica per noi spettatori, costretti a rinunciare alla logica per affidarci al flusso. Una scelta narrativa sicuramente coraggiosa, ma che riflette meticolosamente la filosofia della serie: non tutto va capito subito.
A volte serve solo… aspettare, o meglio, guardare.

Todd Brotzman e il rifiuto dell’assurdo (lo rifiuta davvero?)

Ogni serie si basa sulla possibilità di trovare un personaggio che ci rispecchi e che ci faccia immedesimare in quel mondo. In Dirk Gently Todd è il nostro punto d’accesso. È lo spettatore dentro la serie.

Todd Brotzman
credits:Wow! Max He Really Did It!!!, UTMK, Ideate Media, IDW Entertainment, Circle of Confusion, AMC Studios

All’inizio rifiuta lo strambo investigatore, lo trova fastidioso, invadente, fuori di testa. E come facciamo a dargli torto? Todd è proprio come noi, vive nel mondo reale. Ha problemi economici, una vita incasinata. L’ultima cosa che vuole e che gli serve è un detective con un cappotto giallo che gli parla di interconnessione cosmica. A interpretarlo è Elijah Wood, che dopo Il Signore degli Anelli si conferma perfetto nel ruolo dell’uomo comune trascinato in eventi straordinari. Una presenza costante, intensa e sempre credibile, anche quando il mondo intorno a lui crolla nella follia.

Eppure è proprio questo scontro tra razionalità e caos a rendere la dinamica così efficace. Todd è l’uomo comune costretto a confrontarsi con l’inspiegabile. La sua trasformazione (da scettico a seguace) è uno dei fulcri emotivi della serie, se non il più importante.
Accettare Dirk significa accettare che la realtà non è sempre logica. Lui alla fine cede, poiché anche nel caos è riuscito a trovare uno scopo.

Dirk Gently e il libero arbitrio: scegliamo davvero o è solamente una nostra illusione?

Una delle domande più affascinanti poste da Dirk Gently è: abbiamo davvero il controllo? O stiamo semplicemente seguendo un piano più grande di noi? La risposta fondamentalmente non ci viene mai data, il nostro detective non forza gli eventi. Li osserva accadere. È più un partecipante curioso che un agente attivo.

Ma allora, se tutto è collegato, quanto spazio resta per la scelta individuale? La serie come anticipato non ci dà una risposta univoca.
Ci mostra personaggi che provano a opporsi al destino… e personaggi che lo accettano. Forse la verità sta nel mezzo: possiamo decidere, ma solo all’interno di un disegno più ampio. Dirk Gently ci fa riflettere sul fatto che il caos non è mancanza di senso, ma un ordine che ancora non vediamo o che forse…..non vogliamo vedere.

Ordine nel disordine: il caso dell’energia dell’anima

Una storyline simbolo di questo concetto è quella dell’anima trasportata tra corpi. Un’idea folle, certo. Ma nella serie, ogni assurdità ha una funzione narrativa precisa. Una macchina che trasferisce l’anima. Un animale scomparso. Un culto misterioso. Un hotel infestato. Una rockstar sparita nel nulla. Si tratta apparentemente di fatti completamente scollegati. Ma tutto converge.

Ogni dettaglio, ogni personaggio minore, ogni azione ha una conseguenza a distanza. Potremmo vedere il tutto come un immenso “effetto-farfalla” o per meglio dire “effetto-gently”. Un oggetto buttato nel primo episodio può rivelarsi fondamentale nel penultimo, come ci ha insegnato decenni fa la pistola di Checov. Alla fine, il caos si dissolve lasciando spazio a un quadro coerente. O forse il quadro già lo era, ma noi stavamo vedendo solo una pennellata.

Dirk Gently e Todd
credits:Wow! Max He Really Did It!!!, UTMK, Ideate Media, IDW Entertainment, Circle of Confusion, AMC Studios

È una lezione: spesso giudichiamo il disordine come fallimento, quando in realtà è solo una fase intermedia del disegno. In fondo prima di arrivare al prodotto finale è necessario fare diverse bozze, spesso sbagliando e ricominciando da capo. In Dirk Gently, ciò che sembra folle diventa necessario. Ciò che pare casuale è, in realtà, profondamente voluto.

Il senso del nonsense: humor, fantascienza e filosofia insieme è possibile? Si.

Una delle magie di Dirk Gently è la capacità di mescolare generi senza perdere mai coerenza. La creatività inglese ha saputo già da tempo creare questi missaggi, senza perdere la sua forza. Basti pensare ad un esempio su tutti: Doctor Who. Dove fantascienza e avventura si mescolano e fino alla fine dell’episodio, non riusciamo a unire i puntini. Dirk Gently riporta questa magnifica chimica su schermo, con i piedi per terra, ma lasciando la testa fra le nuvole.

C’è la comicità slapstick, il noir esistenziale, la fantascienza temporale, la filosofia del caos. Se manca qualcosa probabilmente lo troverete nell’episodio seguente o forse bisogna aguzzare bene la vista, usando la lente d’ingrandimento. Sembra tutto sbagliato. Ma funziona. Anche questo è parte del messaggio: non esiste un solo modo di raccontare una storia. E una storia, in fondo, non è mai data da un solo punto di vista.
La serie ci insegna che anche il nonsense ha un senso. Anche le gag più assurde servono a preparare eventi futuri e che ogni battuta, ogni dialogo strambo, ogni scena illogica, è parte dell’equilibrio. E poi, dulcis in fundo, c’è l’assassina olistica Bart. Una macchina di morte assolutamente imprevedibile, eppure perfettamente inserita nella struttura.

Dirk Gently è una serie per chi ama essere spiazzato. Per chi non cerca risposte immediate. Per chi crede che, a volte, bisogna fidarsi della narrazione e lasciarsi portare. Per chi ancora vuole credere nel fatto che i cliché non siano limiti, ma trampolini di lancio.

L’eredità di Dirk Gently: una serie TROPPO sottovalutata!

Nonostante la sua originalità, Dirk Gently’s Holistic Detective Agency è durata solo due stagioni. Troppo strana? Troppo complessa? Forse. Ma il suo valore resta immenso. Probabilmente è così imprevedibile che nessun algoritmo è stato in grado di tenere il passo o forse alla fine, si capirà fra anni, unendo i puntini, che la serie doveva vivere ancora per tanto tempo.

Dirk Gently il protagonista della serie
credits:Wow! Max He Really Did It!!!, UTMK, Ideate Media, IDW Entertainment, Circle of Confusion, AMC Studios


È una serie che ha osato raccontare l’invisibile, il connesso, il folle, portandoci a capire quanto tutto sia giusto, prima o poi. Che ha sfidato le regole della narrazione classica e ha creato un linguaggio tutto suo.
Chi l’ha vista, spesso non l’ha dimenticata (me compresa!). È diventata una sorta di culto minore, amata da chi ama scavare tra le trame. Che purtroppo diventa a volte ostica da consigliare a chi odia i finali inesistenti. In fondo chi ha potuto amare la serie, ancora adesso prova un senso di smarrimento da questa assenza.

La sua cancellazione è solo una delle tante ingiustizie seriali degli ultimi anni: parliamo di queste cancellazioni spiazzanti anche in 8 Serie Tv cancellate negli ultimi 5 anni che avevano un ottimo potenziale. Tornando a noi…in un mondo dove tutto deve essere “spiegato bene”, Dirk Gently ci ricorda il fascino del mistero. Perché delle volte non è importante capire le cose, ma viverle.

Il caos è una promessa

In conclusione credo che Dirk Gently ci abbia semplicemente chiesto di avere fiducia: negli altri, negli eventi, nel disegno più grande.
Anche se sembra tutto perduto, qualcosa si muove sempre nella giusta direzione. E allora sì, tutto è davvero collegato.
Forse anche tu, che stai leggendo. Se questo viaggio nel caos ti ha affascinato, allora devi assolutamente leggere anche: perché Dirk Gently: Holistic Agency merita di essere visto.

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