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5 Serie Tv non mainstream che rasentano la perfezione

Mainstream non sempre è sinonimo di qualità. A volte per una strana congiunzione di circostanze o per il forte eclettismo dell’opera (Dirk Gently insegna) alcune serie tv non ottengono il successo sperato e restano eccezionali prodotti di nicchia a uso e consumo di un pubblico devoto. È il caso di Dirk Gently, andato perfino incontro alla cancellazione, ma non solo. Scopriamo le cinque serie tv non mainstream che rasentano la perfezione per interpreti, intreccio e costruzione registica. Scoprirete alcuni gioielli di cui non immaginavate nemmeno l’esistenza. Serie strambe, originali, folli, appassionanti, avventurose e profondissime. Pronti a restare a bocca aperta?

1) The Booth at the End

Dirk Gently

Tra le Serie meno note un vero gioiello, inedito in Italia per la sua seconda stagione, è The Booth at the End. La descrizione di questo piccolo capolavoro può sviare. Protagonista è un anonimo uomo seduto al tavolo di un tipico diner americano. Tutto qui? Sì e no. La narrazione si svolge quasi interamente all’interno di questo spazio concedendo pochissimo alle scenografie. Acquistano così profondità i dialoghi, il vero punto di forza di un’opera davvero originale.

L’elemento sci-fi è solo un pretesto narrativo: l’uomo seduto ha la capacità di esaudire qualsiasi desiderio. C’è un ‘ma’: l’interlocutore dovrà fare esattamente quanto il misterioso individuo gli chiede e rispondere sinceramente a qualunque domanda. Si tratta, a volte, di richieste moralmente ambigue, altre volte, invece, di pegni del tutto innocui.

Dieci personaggi per la prima stagione. Storie di una brulicante umanità, costantemente protesa al raggiungimento dei propri desideri. Si indaga a fondo nelle scelte umane, nella psicologia di ogni personaggio, nella loro morale. “The man” non obbliga mai. Non costringe a proseguire il cammino. Ma se si sceglie di farlo non c’è possibilità di negoziare o mentire.

Lo sguardo penetrante di uno straordinario Xander Berkeley (24, The Mentalist, The Walking Dead), nel ruolo di The Man, vale da solo la visione. Una serie tv sulla natura umana, sulle contraddittorietà dell’uomo e sul suo costante, inappagato desiderio d’amore. Imperdibile capolavoro di nicchia.

2) Dirk Gently

Dirk Gently

Molto più nota, ma non per questo mainstream, Dirk Gently (Dirk Gently’s Holistic Detective Agency) è l’avventura che stavate aspettando da tanto, troppo tempo. Futurismo, eclettismo, follia in un viaggio incredibile che ha per protagonista Todd (Elijah Wood) catapultato d’improvviso in un mondo che pare capovolto. Vi innamorerete di Dirk, lunatico, strambo compagno di viaggio di Todd. Sarà lui a iniziare l’amico a una realtà che pare distorcersi davanti alla sua stessa presenza.

Si ride, si rimane spiazzati e si finisce per rimanere coinvolti come non avreste mai creduto possibile. Per quanto iperbolica, la trama acquisterà un senso compiuto a fine stagione venendo a ricomporre in una logica impeccabile ogni indizio. Mistero, fantascienza, ironia british e un’esplosione di originalità per una serie che ha visto l’immeritata cancellazione dopo la sua seconda stagione su Netflix. Il vasto pubblico probabilmente non ne ha neanche sentito parlare complice anche una campagna pubblicitaria deficitaria (in questo articolo le serie meno pubblicizzate da Netflix che meritano di più). Eppure, Dirk Gently è un tesoro seriale che i più fanatici non possono fare a meno di avere nel cuore.

3) The Prisoner

The Prisoner

Serie clamorosa per sceneggiatura, interpreti e trama. All’epoca della messa in onda, nel lontano 1967, riscosse un seguito eccezionale di pubblico in Inghilterra. I tempi erano precoci, però, e questo capolavoro precursore di Twin Peaks non ottenne mai il giusto riconoscimento mondiale. Eppure, tantissimi artisti ne sono fan ossessivi (Caparezza, i Coldplay, gli Iron Maiden tanto per dirne alcuni) e fioccano le citazioni nelle opere più disparate (da I Simpson a Battlestar Galactica).

Tutto nasce da un whodunit: chi è il Numero Uno? Il protagonista interpretato da Patrick McGohan (pure regista della serie) è un agente speciale che per motivi non chiari decide di ritirarsi. Da quel momento diventa un obiettivo sensibile a causa dei segreti che possiede. Viene rapito da misteriosi individui e condotto al Villaggio, un luogo di prigionia per persone in possesso di informazioni pericolose. A capo del Villaggio un misterioso Numero Uno che tenterà con ogni mezzo di fiaccare il protagonista (di cui non sapremo mai, significativamente, il nome).

Questo il plot. Ma la serie è un continuo avvicendarsi di intrecci coinvolgenti e soprattutto di un’attenta, profondissima critica sociale che si respira in ogni poro. Il Villaggio, infatti, rispecchia un microcosmo in cui vige una democrazia solo apparente e in cui la propaganda di potere la fa da padrona. Una storia fatta di lotta interiore alle coercizioni per riacquisire la propria dignità di esseri umani e un finale sconvolgente, tra i migliori in assoluto nel panorama seriale.

4) Midnight Diner: Tokyo Stories

Dirk Gently

Serie di nicchia per eccellenza, Midnight Diner ha ottenuto il dovuto successo in Oriente ma è rimasta pressoché ignorata nel resto del mondo. Si tratta, invece, di un prodotto Netflix tra i più delicati e curati di sempre. In scena il Giappone più intimo e nascosto dai traffici turistici. Quello degli kakurenbo-yokocho, le viuzze-nascondino. Tra i meandri di questo mondo segreto si trova una meshiya, una tavola calda.

All’interno di questa cornice si dipanano le storie quotidiane dei più variegati personaggi irrimediabilmente attratti dall’eccezionale cucina e dalla saggezza silente del Master, lo chef e proprietario, un magnetico Kaoru Kobayashi. Midnight Diner, piatto dopo piatto, racconto dopo racconto, ci mette di fronte al micro-cosmo sfilacciato e contraddittorio, spontaneo e originale, di una cultura giapponese stratificata nel tempo. Il boom economico e il modernismo finiscono schiacciati dal peso della tradizione, dei ricordi e di un’umanità autentica. Uno scorcio autentico e privo di filtri della complessissima realtà orientale affrontato con semplicità e immediatezza.

5) Utopia

Dirk Gently

Rasenta la perfezione questa serie britannica ideata da Dennis Kelly. Originale, particolarissima, iconica. Tanto in comune con Dirk Gently. A cominciare dagli straordinari interpreti, capaci di rendere in maniera incredibile l’atmosfera eclettica di Utopia. “Where is Jessica Hyde?”, è questo l’interrogativo che ossessiona un killer incaricato di uccidere la ragazza. Alle spalle un’organizzazione criminosa guidata dal misterioso Mr. Rabbit e un’arma di distruzione di massa nascosta tra le pieghe di una graphic novel.

Utopia mette in scena figure che restano irrimediabilmente impresse nella mente per la loro forza immaginifica. Sviluppa altresì un racconto intrigantissimo che riprende il genere del thriller cospirativo cosparso di elementi geek e sci-fi. Un cult mancato che non avrebbe nulla da invidiare ai maggiori successi televisivi mondiali ma che è rimasto colpevolmente al palo. Forse per l’eccessiva stravaganza che lo caratterizza intimamente. Avvincente come pochi.

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