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Cunk On Earth è la coerente logica del nonsense

Disponibile da febbraio su Netflix, Cunk on Earth è il chiacchieratissimo mockumentary inglese più simile a Black Mirror di quanto lo sia a The Office. Ragione più che valida per non lasciarvelo scappare. 

La parodia del genere documentaristico messa in scena da Cunk on Earth non si limita infatti a ironizzare su uno dei più apprezzati generi di punta della BBC. Cunk on Earth offre attraverso la sua protagonista Philomena Cunk (Diane Morgan) una critica alla società contemporanea con estrema intelligenza e sottilissima ironia, rendendo il mockumentary prodotto da Charlie Booker, anche produttore di Black Mirror, un assoluto must watch. Come accennato in precedenza, i due show hanno in comune molto più di quanto si possa immaginare, estremizzando entrambi fino al grottesco alcune caratteristiche dell’era moderna. All’angoscia della disumanizzante visione dello sviluppo tecnologico offerta da Black Mirror, si contrappone l’ilarità nosense del mockumentary tipica dell’umorismo inglese, volta a dimostrare con sardonico sarcasmo quanto la forma non possa mai prevalere sulla sostanza, a discapito di quanto la società dell’apparenza voglia farci credere. Lo show di Netflix è infatti nella forma un perfetto documentario a tutti gli effetti; Philomena ci racconta la nascita della civiltà passeggiando direttamente in alcuni tra i luoghi da cui questa ha avuto origine, alternando testimonianze dirette e voice over sulle suggestive immagini a cui seguono le interviste con i massimi esperti in materie umanistiche e scientifiche. Di fatto, la conduttrice si chiede però se le piramidi siano state costruite partendo dall’alto verso il basso o viceversa, o se la loro caratteristica forma a punta servisse a non far salire a dormire i senzatetto, contrapponendo quindi all’impeccabile forma documentaristica, dei contenuti ben lontani dalla divulgazione didattica. Alla comicità fine a se stessa si affianca dunque la questione decisamente attuale dell’inaffidabilità dei mezzi di diffusione delle informazioni. Nell’era dei social media, chiunque può divulgare la propria verità reale o presunta che sia, in modo non dissimile da quanto compiuto da Philomena Cunk attraverso il documentario. Le spassose dichiarazioni della donna rappresentano infatti alcune tra le più comuni affermazioni che popolano ogni giorno i social network, espandendo quindi la critica sociale e parodistica sul complottismo tipico degli anni recenti, in grado di mettere in discussione persino la certezza della storia e l’affidabilità delle scienze esatte.

Cunk on Earth
Diane Morgan nei panni di Philomena Cunk nel mockumentary Netflix Cunk on Earth (640×360)

Nell’era dell’intelligenza artificiale e della tendenza a guardare sempre di più al futuro, la storia sta perdendo infatti sempre più valore e, di conseguenza, anche gli insegnamenti che questa veicola finiscono per essere dimenticati; l’uomo non impara dai propri errori ma li ripete ciclicamente, motivo per cui avevamo bisogno di Cunk on Earth ora più che mai. In soli 5 episodi da 25 minuti l’uno, Philomena Cunk ci ricorda da dove siamo partiti fondendo storia, filosofia e religione al linguaggio moderno, riadattando la narrazione ai trend attuali e ironizzando sulle nuove battaglie di cui la generazione social si fa portavoce. Ancor più della critica sociale e della riflessione su quanto si stia perdendo di vista il valore del tempo (scandito infatti nel mockumentary dalla hit belga Pump Up The Jam senza un apparente motivo sensato), Cunk on Earth è però soprattutto un’ode alla comicità inglese con il suo completo ribaltamento della realtà, che stupisce e disorienta al punto da incollarci allo schermo e spingerci a volerne sempre di più.

Cunk on Earth è la coerente logica del nonsense, è uno specchio deformante della realtà che ci circonda.

La comicità dello show è tutta in questo sapiente gioco di ossimori e contrasti; ciò che rende irresistibile la sua protagonista è il suo essere ridicola con la massima serietà, elemento che crea un evidente disagio anche negli esperti e facoltosi studiosi intervistati, al punto che il telespettatore non può che chiedersi se fossero o meno al corrente delle assurde e scomode domande a cui sarebbero stati sottoposti. Tuttavia la forza del mockumentary è proprio in questo dubbio che rimane tale, e nell’aura di solennità che resta inalterata anche di fronte alle più stupide domande possibili, confermando e consacrando definitivamente il talento dell’attrice Diane Morgan, già protagonista della dramedy After Life insieme con Ricky Gervais. Entrambi i comici inglese sono la prova lampante che, per riuscire a far ridere, serve una grande serietà, e cosa può esserci di più serio di un documentario storico sulla nascita dell’umanità?

Diane Morgan
Scena tratta da Cunk on Earth, Netflix (640×360)

Cogliendo al meglio vizi e virtù del genere umano attraverso il totale stravolgimento del mezzo documentaristico, Cunk on Earth è il mockumentary comedy più intelligente a cui potreste mai assistere, ritratto più sincero del lato oscuro di quella società che, anziché mettere a tacere l’ignoranza, gli permette di diffondersi e auto alimentarsi attraverso il terreno fertile della condivisione incontrollata. In un misto tra parodia, satira, nosense e critica sociale, lo show targato Netflix ci offre risate sincere e risate amare e, soprattutto, un’importante riflessione su quanta strada ancora abbiamo da fare, ricordandoci però di non dimenticare mai di voltarci indietro e di osservare quanta invece ne è stata già percorsa, nonostante tutto.

La storia insegna ma non ha scolari. A meno che l’insegnante non sia Philomena Cunk.