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Dateci subito altre venti stagioni di Cunk on Earth

Attenzione: evita la lettura se non vuoi imbatterti in spoiler di Cunk on Earth

In un mondo in cui prendersi sul serio è fin troppo sopravvalutato, Philomena Cunk ci ricorda quanto sia bello prendersi in giro. Cunk on Earth è un gioiello che dovreste recuperare subito, anche solo per vedere un vero e proprio mocumentary fatto bene. Chi è Philomena Cunk e perché è tanto geniale? L’attrice che la interpreta, Diane Morgan, entra nel personaggio perfettamente e lo rende talmente suo da confondersi con lei: Philomena Cunk è una presentatrice di documentari, che non dà troppo peso al dramma o alla spettacolarità e che punta, invece, al semplice intrattenimento educativo. Philomena Cunk è una presentatrice che ama dire cose scontate, perché sono le uniche ad essere vere; adora mettere in difficoltà gli studiosi che intervista, non solo facendo domande fuori luogo ma ponendole anche in modo sfrontato e impavido; la sua caratteristica è quella di farci capire l’ovvio, di dimostrare quanto può essere facile capire qualunque cosa quando si scende da un piedistallo invisibile. Per tutti questi motivi, il personaggio di Philomena Cunk è geniale e soprattutto è originale e unica in modo assoluto. Diane Morgan che, come si diceva, si cala interamente nel personaggio, fa un lavoro a dir poco eccelso e ci fa conoscere quello splendido prodotto che è Cunk on Earth.

Cunk on Earth

Avremmo davvero bisogno di altre puntate di Cunk on Earth ma soprattutto avremmo ancora più bisogno di altri prodotti come Cunk on Earth. Il modo in cui, attraverso la sua ironia e la sua sagacia, Cunk on Earth prende in giro la narrazione tipica del documentario è una sfida che davvero in pochi riuscirebbero a soddisfare. Avere altre stagioni di Cunk on Earth o vedere altre serie simili sarebbe sicuramente salutare per un mondo forse troppo abituato alla serietà, alla sicurezza e alla rigidità. La drammatizzazione di alcune narrazioni ha di certo un forte impatto su una grande fetta di pubblico e, per questo, riesce a conquistare molti spettatori che attraverso il dramma si identificano nei personaggi e nelle loro vicende. Cunk on Earth, già dai suoi primi minuti, ci ricorda che per conoscere se stessi non serve per forza la tensione ma che si può andare molto più a fondo ridendo dei propri difetti, senza doversi a tutti i costi sopravvalutare. Philomena Cunk, la nostra presentatrice, è la prima a dare un esempio di questo: già dal titolo del suo documentario capiamo quanto non abbia affatto bisogno di giri di parole e di lemmi complicati. C’è lei, Philomena Cunk, e sta sulla Terra. Tutto qua.

La narrazione, poi, è tutt’altro che semplice e lo stile, del mocumentary e di Diane Morgan, è assolutamente ragionato e preciso, volto a raggiungere lo scopo che si è prefissato: sfatare i miti che si sono, negli anni, creati intorno ai documentari e alla loro scrittura. Cunk on Earth segue un filone narrativo che conosciamo, quello dello scherzo amaro, del sarcasmo un po’ dark e della battuta che arriva più lentamente, non immediata. Diane Morgan, che viene da prodotti come After Life, conosce benissimo tutto questo e in Cunk on Earth si nota palesemente. La Morgan riesce a non risultare mai scontata, pur facendo quasi sempre la stessa cosa, seguendo sempre la stessa linea e lo stesso schema di racconto. La sua Philomena Cunk non sta solo presentando il suo documentario sulla storia dell’uomo, non è solo una giornalista che espone dei fatti, ma è soprattutto una donna che, con il suo stile personale, porta avanti un ideale. E forse, l’ideale più difficile da realizzare: portare l’uomo a ridere di se stesso, senza mai sottovalutarsi. Un goal del genere è qualcosa che davvero servirebbe a molti altri prodotti e che soprattutto servirebbe a noi spettatori per comprendere quanto sia facile, alle volte, sopravvalutare noi stessi e distaccarsi dalla realtà.

Cunk on Earth

Servirebbero altre stagioni e altri episodi di Cunk on Earth perché il modo in cui si prende gioco dell’uomo e della sua tecnologia è ironico e minimalista ma è anche molto diretto e sferzante, e vedere i propri difetti riuscendo a riderne può solo fare bene ad un pubblico troppo abituato a mettersi al centro dell’attenzione senza, il più delle volte, averne il merito. Servirebbero altre stagioni di Cunk on Earth anche solo per sapere cos’altro è in grado di inventarsi Philomena Cunk, anche solo per continuare a godere della sua sagacia e del suo umorismo britannico di cui difficilmente ci si stanca. Inoltre, il mocumentary, quello fatto bene ma anche in generale, è uno stile narrativo che si vede pochissimo sulle grandi piattaforme e, anche per questo, Netflix con Cunk on Earth ci ha visto lungo e ha colmato una lacuna che non sapevamo di avere. Philomena Cunk è infatti un personaggio che esisteva già, dal genio di Diane Morgan che lo metteva in scena al Charlie Brooker’s Weekly Wipe, programma televisivo britannico. Quando Netflix ci ha permesso di vederlo anche in Italia, e non solo ovviamente, ha lasciato che conoscessimo un prodotto altrimenti dimenticato e che invece merita più di quanto possa sembrare.

Cunk on Earth meriterebbe, infatti, non solo altri episodi e altre stagioni ma piuttosto maggior considerazione: il mocumentary non è solo una serie divertente da guardare per farsi due risate (cosa che peraltro sa farci fare in maniera egregia), ma è anzi un bellissimo prodotto unico nel suo genere che ci lascia il tempo di riflettere sulla storia dell’uomo, sui suoi difetti e sulle sue imperfezioni, senza mai dimenticare di prenderlo in giro. L’uomo, secondo Cunk on Earth, è capace di distruggersi da solo e un essere che sa fare questo non può che essere preso in giro, deriso e reso il protagonista di una satira schiacciante. Philomena Cunk ci racconta di come l’essere umano sia stato in grado di creare le armi, inventare il fuoco, sopravvivere ai peggiori animali della storia e di come gli è bastato inventare i social network per distruggere tutto quello che era venuto prima. L’ironia con cui Cunk on Earth tratta questo tema nei suoi cinque episodi non deve distogliere dalla narrazione principale che è quella della satira culturale, dello schernimento benevolo. E il punto geniale è che è lo stesso Cunk on Earth a mettersi in discussione per primo. In questo dovrebbe essere un esempio per molti altri prodotti audiovisivi, che lo prendano come una sorta di monito a mettersi di più in gioco, a deridersi maggiormente e a ridere di più di se stessi e degli altri.

Cunk on Earth

Diane Morgan, l’attrice protagonista, ha uno stile inconfondibile e porta avanti tutta la serie da sola. Riesce ad aggiungere a Cunk on Earth non solo la sua personalità ironica e divertente ma anche il suo modo di fare coinvolgente che non smette mai di essere divertente, senza mai diventare qualcuno di diverso da quello che è e mischiandosi perfettamente con il personaggio che interpreta. La convinzione che Cunk on Earth ci trasmette è, infatti, un altro fattore che dovrebbe essere di esempio per altre stagioni della stessa o per altre serie tv che devono ancora arrivare; Philomena Cunk sa benissimo di dire, il più delle volte, delle cose fuori dal mondo e sa di farlo con un certo stile retorico, ma lo fa senza pensarci troppo, lo fa senza dargli troppo peso, con la faccia tosta e un’inconfondibile sicurezza. E così, convince facilmente anche noi che la guardiamo. Vorremmo davvero altri episodi di Cunk on Earth, e vorremmo con tutto il cuore altre stagioni. Vorremmo che tutti imparassero qualcosa da Cunk on Earth perché, ad oggi, è forse l’unica produzione che ha capito quanto sia fondamentale conoscersi, evolversi e ridere di se stessi oltre che degli altri. Se ci fossero altri episodi di Cunk on Earth avremmo la possibilità di godere ancora di quell’ironia tutta inglese che è capace di conquistare tutto il mondo e che è capace di farci fare i conti con noi stessi, come nessun altro sa fare.