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10 mostri di Buffy l’Ammazzavampiri che hanno traumatizzato la nostra adolescenza

3) Sid il Burattino – The Puppet Show (1×09)

Sid, il burattino inquietante della serie tv buffy

C’è qualcosa nei burattini che da sempre inquieta. Forse quegli occhi di vetro fissi e inespressivi, forse il modo innaturale in cui si muovono. E quando, in una scuola già piena di stranezze, comincia a girare la voce che un burattino stia camminando da solo e parlando con la gente... be’, il panico è dietro l’angolo. Sid entra nella vita di Buffy in modo inquietante, sospettato di essere il responsabile di alcune morti misteriose tra gli studenti. Ma in puro stile “Buffy”, le apparenze ingannano. Sid non è un assassino, ma un cacciatore di demoni imprigionato in un corpo di legno, determinato a completare la sua missione prima che la maledizione lo annienti del tutto.

L’episodio riesce a trasformare un classico cliché horror – il burattino posseduto – in qualcosa di commovente, malinconico, ma sempre pronto a far sobbalzare lo spettatore. Sid è sarcastico, determinato, e finisce per essere un improbabile alleato di Buffy in una battaglia contro un demone famelico. Eppure, nonostante il suo coraggio, ciò che rimane impresso è il suo desiderio di pace, di fine. Una figura tragicomica che gioca con le nostre paure infantili e le sovverte, lasciandoci con il cuore spezzato e, forse, una nuova prospettiva su quei giocattoli che da piccoli tenevamo d’occhio anche mentre dormivano.

4) L’Uomo Pesce – Go Fish (2×20)

In questo episodio surreale (ma non troppo), la squadra di nuoto della scuola si trasforma gradualmente in creature anfibie

Il liceo può essere un inferno, ma a Sunnydale diventa letteralmente un laboratorio per mutazioni orrifiche. In questo episodio surreale (ma non troppo), la squadra di nuoto della scuola si trasforma gradualmente in creature anfibie dall’aspetto viscido e mostruoso. No, non è un esperimento per uno spin-off di “La forma dell’acqua”. È il frutto di un oscuro programma per migliorare le prestazioni sportive, portato avanti da un allenatore senza scrupoli che droga i suoi atleti con un siero mutageno. L’orrore cresce a ogni nuova trasformazione, ma quello che davvero mette i brividi è il modo in cui viene normalizzato tutto, come se fosse accettabile sacrificare la propria umanità per una medaglia in più. È un episodio che mette sotto accusa la cultura della competizione, del successo a ogni costo, e dei corpi trasformati in strumenti.

E anche se le creature non hanno grande spessore emotivo, la loro semplice esistenza è sufficiente per disturbare. La pelle squamosa, gli occhi spenti, le pinne: ogni dettaglio sembra uscito da un incubo bagnato di cloro. Ma soprattutto, resta addosso quel senso di impotenza tipico di quando capisci che gli adulti – quelli che dovrebbero proteggerti – sono spesso i primi a venderti al mostro di turno. Una metafora sottile ma potente, perfettamente in linea con il tono ironico e crudele della serie. E anche oggi, quando vediamo una piscina vuota, un pensierino a quei mostri viene sempre.

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