Quarta stagione – Controllo
Paziente: Ho ceduto il controllo della mia vita. Come dice il proverbio ebraico, mi pare, “l’uomo programma e Dio ride”.
Walt: Questa è una grande cazzata.
Paziente: Mi scusi?
Walt: Mai cedere il controllo. La diriga lei la sua vita.
Paziente: Sì, capisco cosa intende, ma il cancro è cancro e…
Walt: Ah, al diavolo il cancro! Io convivo con il cancro da quasi un anno. È come una condanna a morte, secondo la maggior parte della gente. Ma, tutto sommato, fin dalla nascita abbiamo una condanna a morte. Quindi, a intervalli regolari, vengo qui a fare i miei controlli, sapendo bene che una di queste volte, magari anche oggi, mi daranno brutte notizie. Ma finché non accade, la mia vita la dirigo io. Non ne cedo il controllo.
Ecco l’essenza della filosofia di Walter White dopo la scoperta della malattia. Diventa un maniaco del controllo e non sopporta che qualcun altro possa decidere al suo posto o possa controllarlo. Il chimico mostra tutto il suo disappunto quando scopre la telecamera che riprende i suoi movimenti all’interno del laboratorio. Walt pensa che non ci sia abbastanza spazio nel territorio per lui e per Gus. Solo uno dei due può sopravvivere, bisogna fare fuori il manager di Los Pollos Hermanos e serve farlo in grande stile.
Heisenberg non si accontenta di questo, deve sminuire tutti e vendicarsi di ogni torto subito. Quando compra l’autolavaggio dove lavorava, priva il suo vecchio capo del primo dollaro guadagnato e incorniciato. L’ex professore non sopporta neanche che a Gale venga riconosciuto il merito delle sue azioni. Quando Hank gli dice che questo cuoco è un genio, per Walter è un affronto. Non curante del fatto che l’agente possa risalire a lui, Walt gli dice che non può essere Gale l’artefice di tutto e che il vero genio deve essere sicuramente qualcun altro. Heisenberg deve avere il controllo anche sulle indagini, per assicurarsi che tutti riconoscano la sua grandezza.
