Vai al contenuto
Serie TV - Hall of Series » Boris » “O’ dimo”: 7 scene (solo) raccontate nelle Serie Tv che avremmo voluto vedere in scena

“O’ dimo”: 7 scene (solo) raccontate nelle Serie Tv che avremmo voluto vedere in scena

Potreste non aver ancora visto Boris Boris 4, ma “O’ dimo”, l’ultima trovata metanarrativa della fuoriserie italiana tornata per distruggere Disney+, è già entrato nella storia. Senza svelare troppi retroscena, l’abbreviazione romanesca di “lo diciamo” viene dai tre sceneggiatori, i quali sono alle prese con l’ennesimo nodo narrativo, che ovviamente affrontano con la cialtroneria che li contraddistingue. Finché uno di loro non ha un colpo di genio. Così, per risparmiare tempo e denaro, come canta anche la nuova sigla, trovano una soluzione per non girare una scena (non “lo famo”), ma per raccontarla (quindi “o’ dimo”), ovvero lasciare che a riferire un certo evento sia un personaggio. Prima ancora di esplodere in una risata fragorosa, ecco però che veniamo assaliti da una carrellata di scene di film e serie tv realizzate in “O’ dimo”. Le serie fantasy, come l’ultimissima House of the Dragon, Game of Thrones o The Lord of the Rings: The Rings of Power, oppure quelle di fantascienza, magari con numerosi salti temporali o combattimenti intergalattici, ma anche quelle drammatiche, come Breaking Bad, hanno ricorso più di qualche volta all’escamotage del “Tell, don’t show”. A volte risulta essere una scelta narrativa coerente, compiuta magari per lasciare un alone di mistero; altre volte è un modo per destinare screentime a eventi più importanti; altre ancora, invece, è una soluzione economica per risparmiare denaro e risorse, come nel caso illustrato da Boris 4 che, con 80 euro, riescono ad aggirare il problema. I casi sarebbero troppi da elencare. Per iniziare, però, ne abbiamo scelti sette. Sette fantastici “O’ dimo” di sette bellissime serie tv molto note che, per una o l’altra ragione, avremmo voluto vedere in scena.

Da House of the Dragon a Breaking Bad: 7 “O’dimo” diversissimi che però avremmo voluto vedere in “O’ famo”.

ATTENZIONE SPOILER: saltate la lettura del paragrafo per evitare spoiler sulla serie menzionata nel titoletto

House of the Dragon – Stepstones

House of the Dragon - Le Stepstones
House of the Dragon – Stepstones

La prima stagione di House of The Dragon, così come Game of Thrones, presenta una molteplicità di scene realizzate in “O’ dimo” e non in “O’ famo”. Perché onestamente non c’era tempo per raccontare tutto in una sola stagione. Ad ogni modo, la scelta dei salti temporali è stata poetica, suggestiva e funzionale a prepararci all’imminente Danza dei Draghi, il focus narrativo del prequel. A conti fatti, per raccontare tutto quanto è accaduto dall’incoronazione di Viserys a quella della primogenita femmina e del primogenito maschio non sarebbero basate nemmeno quattro stagioni. E tutto il budget usato per Game of Thrones! Così, Ryan Condal ha dovuto fare delle scelte riguardo cosa mostrare per agganciarci all’amo. Alcuni “O’ dimo” sono evocativi, altri invece sembrano essere stati piazzati per lasciare lo spettatore volutamente nel dubbio, come avviene con la morte di Rhea Royce, oppure per risparmiare tempo, come hanno fatto con le nozze di Alicent, una scena tagliata.

In ogni caso, l'”O’ dimo” più eclatante è quello che coinvolge il drammatico caso delle Stepstones, quello che dava tanta noia al re procrastinatore. Le abbiamo viste, ma decisamente poco rispetto a quanto ne abbiamo sentito parlare. Più che altro, il reparto scrittura è stato bravissimo a farci assaporare l’odore della salsedine e della putrefazione, quello della sconfitta e poi, al ritorno di Sea Snake, della vittoria definitiva. Perché una prima vittoria l’abbiamo intravista. Molto di sfuggita: quella di Daemon e il suo colpo di testa. Ma ammettiamolo, avremmo voluto vedere almeno tre episodi dedicati alla guerra nelle Stepstones. Ma soprattutto, avremmo dato due draghi per vedere il momento in cui Daemon ha fatto a fettine Craghas Drahar, cioè Craghas Crabfeeder. In realtà avremmo voluto in “O’ famo” anche qualche retroscena su questo enigmatico e affascinante villain. Quanto meno, avremmo voluto sentirlo parlare almeno una volta.

How I Met Your Mother – The Pineapple Incident

How I Met Your Mother - The Pineapple
Ted Mosby – The Pineapple Incident (1×10)

Questo è un “O’ dimo” geniale con lieto fine. How I Met Your Mother è piena di misteri. Quello di Marshall e della scimmia, ad esempio, resterà ancora irrisolto. Tra tutte, però, la storia dell’ananas ha suscitato più scalpore di quanto gli sceneggiatori immaginassero. Tutto ha inizio nel decimo episodio della prima stagione di How I Met Your Mother quando Ted Mosby (Josh Radnor) si ubriaca a scatafascio. Il mattino seguente, Ted si risveglia con una ragazza nel letto e un ananas sul comodino, senza ricordare nulla della notte precedente. Infine riuscirà a ricostruire i suoi passi, grazie alla ragazza, attraverso un “O’ dimo” dietro l’altro… tutto tranne l’origine dell’ananas.

In breve, un espediente comico così insignificante è diventato un’ossessione seriale a tutti gli effetti, tanto da essere poi ripreso e spiegato nell’ultima stagione. Il mistero dell’ananas è stato risolto, ma solo parzialmente perché nella storia non viene mostrato come caspita ci è finito quell’ananas sul comodino di Ted nella prima stagione. Ormai ci eravamo rassegnati. Neanche la ventesima puntata della nona stagione, che riguarda proprio la rivelazione relativa al grande mistero, ci aveva degnato di una soluzione. L’epifania c’è e viene dritta dritta da una scena tagliata dalla nona stagione, in cui ci sarebbe dovuto essere un flashback con la spiegazione. Gli sceneggiatori, quindi, hanno optato per un “O’ dimo” investigativo, ripreso poi nella nona stagione, e una soluzione “tagliata” contenuta nei DVD di How I Met Your Mother (qui trovate la risposta al caso). E così, un “O’ dimo” si è trasformato, fuori tempo massimo, in “O’ famo”. Non solo, ma ricomparirà in “O’dimo” anche in How I met your Father.

The Good Place – The Bad Place

The Good Place - The Bad Place
The Good Place – The Bad Place

Davvero, saltate questo passaggio se non avete ancora visto The Good Place perché quanto segue è il re degli SPOILER. Chiunque sia arrivato al termine di quell’incantevole avventura metafisica ideata da Michael Schur saprà che nel Bad Place ci siamo sempre stati. E saprà anche che tutto là è terribilmente terribile. C’è stato raccontato fin nel dettaglio, e in alcune occasioni, lo abbiamo perfino visto con i nostri occhi. Ma ammettiamolo, gli innumerevoli dettagli macabri e terrificanti che ci sono stati raccontati, soprattutto da Michael, li abbiamo potuti solo immaginare grazie alla bravura del reparto scrittura. Alcuni sono talmente specifici, e divertenti, che abbiamo avuto come l’impressione di averli visti in scena per davvero. I migliori sono sciocchi – come le Evil Zumba class – mentre altre volte sembrano rispecchiare quanto di orribile abbia già messo in atto l’umanità. Abbiamo perfino avuto un assaggio del Museum of Human Misery e del Bad Place Headquarters (che abbiamo visto nei flashback nel capitolo 13).

Insomma, sappiamo che “il posto cattivo” contiene un’infinità di cose brutte, che vanno dal dolore fisico fino a delle torture tanto banali quanto geniali oppure torture incredibilmente disgustose e mentalmente/spiritualmente insostenibili. Tuttavia la maggioranza delle torture e dei luoghi evocati da Michael (il cui vero aspetto sarebbe disgustoso, viscido e tentacolare) è stato raccontato, meravigliosamente bene, in O’ dimo. Che peccato, avremmo tanto voluto vedere The Toxic Masculinity Department, The Disembowelment Department, Pirates of the Caribbean 12, i pannolini scorpione, i pozzi di lava pieni di punte incandescenti, api e fulmini che strappano la carne umana e tante altre cose difficili da portare in scena, e costose.

Game of Thrones – Re Robert Baratheon

Game of Thrones e House of the Dragon
Game of Thrones – Re Robert Baratheon

My memory. King Robert Baratheon: murdered by a pig. Give me something for the pain, and let me die.

― le ultime parole di Robert Baratheon in Game of Thrones (1×07)

L’assassinio di Robert Baratheon in Game of Thrones è stato un evento cruciale che ha preceduto la Guerra dei Cinque Re. Dal suo letto di morte, infatti, Robert detterà il testamento a Eddard, nel quale lo nomina reggente e protettore del reame fino alla maggiore età del principe Joffrey. Eddard scrive, ma al posto di “Joffrey” scrive “il mio legittimo erede”, togliendo così il principe dalla linea di successione e lasciando un velo di ambiguità sull’identità dell’erede al trono. Ma come ci è finito sul letto di morte il grande e possente Robert? Durante una delle tante battute di caccia, ubriaco e stordito, sarebbe stato ferito a morte da un cinghiale. Una volta ad Approdo del Re, Renly informerà Ned che il re è in punto di morte. Ned entra nelle stanze di Robert dove lo trova stanco, ferito e rassegnato. Il sovrano ammette perfino di aver bevuto troppo vino e, sardonico, esclama “Robert Baratheon, ucciso da un maiale”.

Come farà notare Varys a Ned, non è stato “il vino a uccidere Robert, né il cinghiale. Il vino lo ha rallentato e il cinghiale lo ha squarciato, ma è stata la tua misericordia che ha ucciso il re”. Insomma, il tragico evento ci è stato raccontato da tante angolazioni. Non solo, ma le speculazioni sulla faccenda sono tante. Infatti ci sono diversi buchi di trama riguardo l’assassinio. Cersei ha forse ordinato a Lancel di far ubriacare Robert prima che andasse a caccia? Come poteva essere certa che Robert sarebbe stato ucciso da un cinghiale? Ad ogni modo, avremmo dato tre draghi per veder Re Robert (Mark Addy) combattere per l’ultima volta con un “maiale”, nel fango, magari mentre esclama una delle sue inconfondibili freddure, intervallate da “altro vinoh!”.

Stranger Things – Il “terremoto”

Hawkins
Hawkins

Siamo nell’ultima puntata della quarta stagione della serie creata dai Duffer Brothers, Chapter Nine: The Piggyback. In questo caso non si tratta di un “O’ dimo” qualsiasi, ma di uno dei tanti misteri irrisolti che dovranno trovare risposta nella quinta, e ultima, stagione. Come sappiamo, il gruppo ha messo in atto il piano per fermare Vecna. Max, Lucas ed Erica si sono diretti alla Creel House mentre Steve, Nancy e Robin sono andati nello stesso posto, ma nel sottosopra, per attaccare Vecna. Nel frattempo, il gruppo di Eleven ha creato un serbatoio di isolamento per farla entrare nella mente di Max. Steve, Robin e Nancy, alla fine, sono riusciti a bruciare la forma fisica di Vecna ​​e gli hanno sparato. Ricordiamo tutti, poi, cosa è successo a Eddie e alla stessa Max. Undici usa i suoi poteri per rianimare la ragazza, ma la breve morte di quest’ultima consente ai cancelli di Vecna ​​di aprirsi e di squarciare così Hawkins.

Un “terremoto”! Così è stato definito quel disastro che ha colpito la cittadina. Dopo quell’apparente catastrofe naturale, però, la storia fa un salto temporale di due giorni. Sappiamo che la città, e il gruppo di amici, si sta riprendendo mentre Max rimane in coma. Sappiamo anche che Will percepisce Vecna e che il Sottosopra sta iniziando a invadere Hawkins. Ma cosa è successo durante quei due giorni? Come hanno fatto Nancy, Steve, Dustin e Robin a tornare a Hawkins? Certo, si tratta di un nodo narrativo poco necessario ai fini della trama. Ma in termini di scrittura potrebbe rappresentare una nota stonata, uno degli “O’ dimo” più sventurati, cioè un esci gratis di prigione, che potremmo attribuire a un ipotetico F7: “famo trema’ la tera e poi zompo temporale, così de botto e senza senso!” Sappiamo che i fratelli Duffer possono fare molto meglio di così. Aspettiamo dunque un “bell’O’ famo” per giustificare tutto quello che è rimasto in sospeso.

The Office – Dwight Schrute

Dwight Schrute e House of the Dragon o' dimo
Dwight Schrute

Dwight Schrute è un “O’dimo” ambulante. Anche perché mostrare tutto quello che millanta l’Assistant to the Regional Manager esporrebbe la produzione alla denuncia penale oppure alla perdita di ingenti somme di denaro. Nei racconti di Dwight c’è di tutto e di più. Però, proprio come hanno messo in scena alcune tra le sue follie più esilaranti, avremmo voluto vedere tutte quelle che ci ha solo raccontato. Ecco perché, oggigiorno, uno spin-off sul personaggio di Rainn Wilson è più urgente che mai. Non sarebbe fantastico vedere il suo rifugio? Ne parla spesso, ma non lo abbiamo mai visto. “Twelve hundred dollars is what I spent on my whole bomb shelter. For that kind of money, this stroller, should be indestructible.” Oppure, “Everyone, follow me to the shelter. We’ve got enough food for 14 days. After that, we have a difficult conversation.”

Pagheremmo decine di pepite d’oro per vedere la sua famiglia al completo oppure per vederlo combattere con un lupo mannaro: “I don’t have a lot of experience with vampires, but I have hunted werewolves. I shot one once, but by the time I got to it, it had turned back into my neighbor’s dog.”Ma guarderemmo volentieri in “O’famo” anche tutte le volte che è stato ad aspettare qualcosa ignaro di essere caduto in una trappola di Jim. Oppure quella volta che sbagliò sala e si ritrovò a guardare il film sbagliato: “I saw Wedding Crashers accidentally. I bought a ticket for Grizzly Man and went into the wrong theater. After an hour, I figured I was in the wrong theater, but I kept waiting. ‘Cause that’s the thing about bear attacks… they come when you least expect it.”Per favore Greg Daniels, girate tutte le cose strampalate che sono accaduta a Dwight Schrute, vi imploriamo! In cambio siamo disposti a cedervi tutti i draghi di House of the Dragon.

Breaking Bad – Brock

Breaking Bad - Brock
Breaking Bad – Brock

Non potevamo non chiudere questa lista degli “O’ dimo” delle serie tv più amate con un classico proveniente da Breaking Bad. Una malefatta straziante nonché uno dei momenti più bassi di Walter White che è stato però solo raccontato. Brock Cantillo (Ian Posada), il figlio di Andrea, è un personaggio decisivo nell’evoluzione di Jesse Pinkman, con il quale quest’ultimo aveva stretto un rapporto profondo e sincero. Sfortunatamente, il bambino di soli sei anni è finito per essere una pedina sulla scacchiera di Heisenberg. Walter non è arrivato a tanto come ha fatto con Jane, ma si tratta comunque di un gesto riprovevole ai danni di un innocente. E tutto, ancora una volta, per riportare Jesse dalla sua parte. Siamo nella quarta stagione, nell’episodio 4×12. Brock viene portato d’urgenza in ospedale per un problema sconosciuto, ma sappiamo che ce la farà.

Jesse incolpa prima sé stesso, temendo che a Brock fosse stata data la ricina destinata a Gus Fring, quella che custodiva nel suo pacchetto di sigarette e che era sparita. Poi inizia a sospettare di Walter. È proprio quest’ultimo che lo dissuade e che gli suggerisce il nome dello stesso Gus Fring. In questo modo, Jesse viene nuovamente manipolato da Walter che lo riporta dalla sua parte. Come Pinkman, anche noi spettatori siamo stati tormentati dal dubbio proprio perché non abbiamo visto come abbia fatto il colpevole a somministrare il veleno al piccolo. A chi dobbiamo credere, quindi, non avendo visto la scena con i nostri occhi? In questo caso, dunque, si tratta di un meraviglioso e strategico “O’dimo” che rende Walter White, ai nostri occhi, una minaccia ancora più soprannaturale, come uno tsunami o un uragano che distrugge quando meno ce lo aspettiamo. Jesse aveva ragione: il colpevole è sempre stato Walter. Non ha usato la ricina, ma delle bacche velenose di una pianta chiamata Lily of the Valley. Proprio quella che vedremo nella scena finale della quarta stagione (4×13) vicino alla piscina della casa di Walt. Insomma, un “O’ dimo” allusivo, mostrato in scena, per questo brillante e da pelle d’oca. Anche se avremmo comunque voluto vedere il momento del misfatto, come è accaduto con la morte di Jane. Perché sì, siamo dei sadici.

Da House of the Dragon a Breaking Bad: 7 “O’dimo” diversi, alcuni brillanti, altri un po’ parac***i.

Gli sceneggiatori hanno sempre usato questo escamotage per una ragione o per un’altra, ora per esigenze creative, altre per carenza di budget. Eppure, finora, questa tecnica non aveva ancora avuto un nome tanto perfetto ed evocativo come quello datogli dai tre azzeccagarbugli di Boris 4. Le scene in “O’dimo” sono tantissime, sarebbe impossibile elencarle tutte. Non dimenticate di farci sapere le vostre preferite, cioè quelle che sono state soltanto raccontate da un personaggio e mai mostrate in una scena.