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Il dizionario di Boris

Boris è una serie che ha fatto la storia (qui trovate dieci buoni motivi per amarla), non solo perché è da molti reputata la migliore Serie Tv italiana, ma anche perché ha coniato dei termini che sono diventati iconici e che sono entrati di diritto nel gergo degli “addetti ai lavori”. Scopriamo insieme i più significativi.

Aprire

boris

Verbo impiegato fra gli addetti ai lavori di Boris e, più nello specifico, fra regista e direttore della fotografia.

Viene utilizzato per indicare l’apertura completa di tutte le luci presenti sul set, al fine di illuminare la scena a giorno. L’effetto ottenuto è quello di una fotografia piatta e uniforme ( cioè “smarmellata”, vedere sotto), in grado di far risaltare l’incarnato degli attori a scapito della loro espressività. Tale fotografia è uno dei tratti distintivi de Gli Occhi del Cuore (la serie che si svolge in Boris) ed è talmente caratteristica da essere diventata, nel corso degli anni, il vero marchio di fabbrica dello show.

Basito

boris

Aggettivo qualificativo che identifica una particolare espressione facciale, molto ricorrente fra gli attori di Boris.

Essa prevede bocca spalancata, mascella pendula e occhi sbarrati. Viene generalmente impiegata dagli attori quando si verifica un importante plot twist della trama. O, più semplicemente, viene utilizzata per riempire dei silenzi imbarazzanti in scena. Solitamente, quando è necessario adottare questa espressione, sono gli stessi sceneggiatori che la riportano nel copione come suggerimento, utilizzando il comando di inserimento automatico F4.

Break

Parola di derivazione anglosassone utilizzata congiuntamente alla parola “Coffee“, costituendo così l’espressione gergale “Coffee Break“. Viene generalmente utilizzata dagli addetti ai lavori sul set in Boris per indicare una pausa necessaria, fra un’estenuante dormita sul divano e l’altra. Non necessariamente l’espressione “Coffee Break” viene impiegata per indicare una effettiva pausa caffè, bensì una semplice interruzione del lavoro, destinata alle più svariate attività rilassanti.

Cane

boris

Sostantivo utilizzato generalmente dal regista in Boris per indicare un attore o un’attrice (in quel caso il termine viene volto al femminile) dalle rare e particolari capacità recitative, che solitamente comprendono: tono monocorde, espressione perennemente basita (vedere sopra), gestualità fuori luogo, libera interpretazione del copione.

Il sostantivo genericamente utilizzato come suo opposto è “Maestro“. Questo termine è impiegato molto raramente sul set, poiché è raro trovare attori che rispecchino appieno l’intrinseco significato della parola. Perché tale termine ricorra di più sul set, è necessario che si verifichi una condizione fondamentale: che lo show prodotto sia di qualità, una contingenza ormai talmente rara da risultare pressoché leggendaria.

Genio

boris

Sostantivo utilizzato genericamente dal regista in Boris per indicare in termini entusiastici una trovata particolarmente brillante o una prova d’attore ben riuscita (anche se, come detto sopra, tale evento è ormai così raro da essere divenuto leggendario). Solitamente la situazione in cui il termine viene usato (o meglio, gridato a pieni polmoni dal regista) è quella in cui un improvviso problema sul set viene risolto velocemente e in maniera efficace, spesso ricorrendo a metodi casalinghi. Un possibile esempio di situazione critica può essere la mancanza di oggetti di scena come il bisturi nel momento in cui si deve riprendere un’operazione chirurgica. In tal caso, una possibile trovata che meriterebbe, secondo il regista, di essere qualificata in questo modo, sarebbe l’impiego di coltello e forchetta al posto dell’attrezzatura che sarebbe effettivamente necessaria, contando sul fatto che la macchina da presa non inquadrerà le mani, ma si limiterà a riprendere braccia e busto dell’attore.

Locura

Sostantivo derivante dall’aggettivo spagnolo “Loco”, che significa “Pazzo”. Il termine viene utilizzato in Boris per indicare una caratteristica che dovrebbe identificare le Serie Tv italiane.

Tale caratteristica prevede l’esaltazione del tradizionalismo e conservatorismo, ma celati dietro a una patina di divertimento, ironia e spirito festaiolo. L’intento è quello di parlare di tematiche complesse che esaltino la tradizione del solido Stato italiano, ma alleggerendo il tutto grazie a una comicità scontata e atta a ottenere la simpatia di una larga fetta di telespettatori, dai più svariati gusti, orientamenti politici e ideologie.

Maledetta

Aggettivo qualificativo femminile utilizzato insieme al sostantivo femminile “Cagna“. Esso serve a rafforzare il significato del sostantivo ed è atto a identificare un’attrice dalle rare capacità attoriali. Tale attrice, per meritarsi un simile appellativo, dovrebbe farsi notare adottando espressioni facciali insulse e/o fuori luogo, recitare senza tentare di immedesimarsi nel personaggio, evitare di memorizzare il copione o tentare di modificarlo a suo piacimento senza il consenso del regista. Un’espressione facciale caratteristica di una “Cagna maledetta” è la seguente: collo rigido, mento proteso, bocca serrata, petto ansimante e occhi sbarrati volti a guardare coraggiosamente un punto imprecisato di fronte a sé.

Mutuo

Sostantivo maschile che identifica ciò che si frappone fra una produzione teatrale o cinematografica di qualità e una Serie Tv di basso registro come Gli Occhi del Cuore. Esso identica una condizione fondamentale che spinge un attore generalmente identificato come “Maestro” (Vedere l’approfondimento relativo al sostantivo “Cane“) ad accettare un ruolo mediocre in uno show televisivo di bassa qualità.

Schiavo

Sostantivo maschile solitamente associato allo stagista sul set in Boris. Lo stagista, in quanto tale, deve sottoporsi a una serie di attività umilianti, come la gestione di comparse riottose, riordinare i cavi delle luci e delle macchine da presa, sobbarcarsi l’onere di lavori faticosi ed estremamente pericolosi, che spesso prevedono lo stare appeso al soffitto tramite l’ausilio di mezzi di fortuna, quali corde e scotch. Caratteristica fondamentale dello schiavo è il silenzio. Il suddetto, infatti, deve necessariamente essere muto, in modo che non possa protestare o fare presente a qualcuno la sua triste e assai discutibile condizione lavorativa.

Smarmellato

Aggettivo qualificativo utilizzato in gergo e, in particolare, fra regista e direttore della fotografia di Boris.

Esso indica una fotografia particolare, ottenuta tramite l’ausilio di luci completamente aperte, che illuminano lo studio a giorno. Tale fotografia conferisce ai volti degli attori un aspetto patinato ed artificioso. L’ambiente circostante, invece, presenta dei colori particolarmente sgargianti. Nel complesso, la fotografia conferisce alle riprese un aspetto artefatto, che costituisce il marchio di fabbrica di show televisivi come Gli Occhi del Cuore, che si distinguono per una qualità globale particolarmente bassa.

Secondo la maggior parte dei critici, la tecnica identificata da tale aggettivo sia stata inventata dal direttore della fotografia Duccio Patané e dal regista René Ferretti e costituisce la sua inconfondibile firma.

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