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Cosa non ha funzionato nella parte finale di BoJack Horseman

BoJack Horseman è stato un prodotto Netflix capace di soddisfare sempre le aspettative dei propri fan. Il cartone animato per adulti ha toccato nelle sue sei stagioni tematiche tabù, riuscendo comunque nel difficile compito di coniugarle con momenti più leggeri e gag comiche.

Il suicidio, l’abuso di droghe, le malattie mentali, le molestie, sono tutti temi che vengono tratteggiati con la massima delicatezza e con una vitale ambiguità di fondo. Non esistono buoni o cattivi in BoJack Horseman, esistono solo persone (e animali antropomorfi) che nell’arco della loro vita sbagliano e tentano di espiare le proprie colpe.

bojack horseman

Questa capacità di mantenere un’altissima qualità ha reso il finale di serie uno dei momenti più attesi di tutto l’anno (qui il nostro finale ideale).

La curiosità, aumentata soprattutto dopo la messa in rete della prima parte della sesta stagione, ha portato i fan a domandarsi come sarebbe mai potuto finire questo gioiellino. Non tutti sono stati soddisfatti.

Cosa non ha funzionato nel finale di BoJack Horseman?

È forse una questione di gusti. In questi ultimi episodi BoJack era tormentato dal suo più grande errore: durante la terza stagione, il cavallo aveva convinto la sua amica Sarah Lynn ad abbandonare il suo percorso verso la sobrietà per intraprendere una folle avventura a base di cocaina, droghe chimiche e alcol. La fine dell’episodio coincide con la morte della giovane, fatta passare dallo stesso BoJack come un incidente avvenuto in solitudine.

Nella spasmodica ricerca di mantenere questo segreto, minacciato da due giornalisti particolarmente eccentrici, il protagonista rischia di cadere in vecchie abitudini manipolatorie e sbagliate. E invece, il cavallo riesce a stupire gli spettatori ammettendo pubblicamente in un’intervista i suoi errori e le sue colpe. L’unico problema è che per BoJack un assaggio di supporto e comprensione non basta: decide così di proporsi in una seconda intervista, dove però va tutto male.

Il disastro coincide purtroppo nell’ennesima vertiginosa ricaduta autocommiserativa a base di sostanze stupefacenti e alcol e che culmina con un bagno coatto nella piscina della sua ex casa, venduta dalla banca in seguito alla sua bancarotta.

Se la stagione fosse finita con il penultimo episodio (Il panorama a metà strada), BoJack Horseman avrebbe avuto il finale tragico che tutti aspettavano, un finale molto coerente e “meritato”. La star di Horsin’ Around ha sempre camminato sul filo del rasoio, ha rischiato fin troppe volte la morte e l’ha sempre evitata per un soffio. Un personaggio come il suo doveva congedarsi in maniera fatale, pagare con la vita i suoi innumerevoli errori.

Forse la morte è stata giudicata come una via di uscita “troppo semplice” per una serie come BoJack Horseman? Probabilmente gli autori hanno pensato di sì.
BoJack Horseman

Ed ecco che l’episodio finale (Bello, finché è durato) sembra un’aggiunta secondaria, una puntata creata con un obiettivo preciso: quello di non chiudere affatto.

Certo, alcune sottotrame vengono portate a termine (ad esempio il matrimonio di Princess Carolyn o l’addio di BoJack e Diane), ma rimane la sensazione che l’epilogo sia fin troppo aperto. A fine episodio non sappiamo se BoJack riuscirà a sopravvivere al di fuori del carcere, dove nessuno gli dovrà stare costantemente dietro, non sappiamo se proverà a riallacciare i rapporti con la sorella Hollyhock, non sappiamo molto se non che il protagonista è sopravvissuto (sappiamo anche quanto ci mancherà).

Ed è questa delusione di fondo, questa finale puntata agrodolce il modo in cui BoJack Horseman ha voluto ribadire, ancora una volta, che la perfezione non esiste, che non si può far felici tutti e che a volte la vita è molto più anonima di quel che si immagina.

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