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Privacy e Black Mirror: tante analogie per un problema comune

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Era da tanto che Netflix non producesse una serie tv come Privacy (o Intimidad, in originale) dall’impostazione così didascalica, quasi formativa e documentaria, tant’è che ho subito pensato al binomio Privacy e Black Mirror, che presentano tante analogie per un problema comune: la rete e i problemi ad essa collegati.

Al giorno d’oggi siamo bombardati di informazioni e notizie di ogni genere, per non parlare dei nuovi fenomeni social da Instagram a Facebook e il nuovo boom offertoci da Tik Tok. Ci si domanda però quanto ci si possa fidare di queste nuove piattaforme. In un mondo altamente globalizzato, in cui ognuno di noi ha accesso a una miriade di informazioni, quali sono i pro e i contro di questo fenomeno?

Black Mirror, serie antologica con le sue 5 stagioni, prodotte da Charlie Brooker, ci presenta una realtà distopica e fantascientifica, attraverso episodi molto vari, un piccolo frammento di realtà, non troppo lontana dalla nostra. Privacy ci propone analogamente una di quelle realtà.

Vediamo insieme quali sono le analogie proposte da queste due serie tv, tenendo presente che in entrambe il protagonista è internet, la rete e l’opinione pubblica.

Privacy e Black Mirror: come il rapporto uomo-tecnologia condiziona il nostro vissuto

Privacy Black Mirror

Cosa succederebbe se l’uomo venisse condizionato al punto da divenire una macchina pensante, in grado di svolgere ogni minima azione con l’utilizzo della tecnologia? A ben pensare, questa non è una realtà poi così lontana dalla nostra. Privacy, nuova serie tv spagnola prodotta da Netflix e ambientata a Bilbao, racconta la vita di Malen (interpretata da Itziar Itūno, la Lisbona di La Casa Di Carta), in lizza per diventare il futuro sindaco della città, tutto sembra perfetto fino al giorno in cui viene pubblicato un video che la raffigura impegnata in un rapporto sessuale extraconiugale con un uomo. Il video fa il giro del paese e lei, insieme alla sua famiglia, viene catapultata in un mondo in cui l’opinione pubblica conta più di ogni cosa; un mondo da cui è difficile nascondersi.

Dall’altro lato abbiamo invece Black Mirror che, essendo rappresentata da episodi di diversa natura, non ha una linea in termini di trama ma solo di concetti. Nella prima stagione di Black Mirror, la primissima puntata Messaggio al Primo Ministro segue in maniera analoga la vita del Primo Ministro inglese, il quale viene minacciato di dover consumare un atto osceno con un maiale, per salvare la vita della Principessa Susanna.

Ora, per chi di voi ha avuto modo di vedere la puntata – ma anche per chi non l’ha vista – saprà l’impatto che questo video ha avuto sulla vita del Primo Ministro, dalle conseguenze lavorative a quelle più intime e personali.

Il tema è chiaro ai nostri occhi, come la violazione della Privacy possa distruggere le nostre esistenze e quanto l’opinione pubblica conti in questo processo. Se succede agli altri siamo sulla difensiva ma se succede a noi, le conseguenze possono anche essere letali. Non è un tema che viene affrontato e deve essere affrontato con leggerezza, perchè nessuno di noi è escluso da questo genere di diffamazione e quello che entrambe le serie vogliono mettere in evidenza è un modo esplicito per educare le persone e sensibilizzarle.

Il grande problema dell’alienazione

Cosa intendiamo per alienazione? Ciò che è alieno ci fa pensare a qualcosa di estraneo, di cui dobbiamo avere paura, ma nella società moderna l’alienazione è l’atteggiamento ossessivo di ciò che noi conosciamo molto bene, dalle azioni e dai comportamenti usuali e soprattutto ripetitivi.

In Black Mirror diversi sono gli episodi che trattano l’alienazione, basti pensare all’ 1 x 2 15 milioni di celebrità, in cui ogni uomo vive la vita costretto a pedalare costantemente su una cyclette per guadagnarsi una valuta immaginaria chiamata ”Merito”, tramite essa e solo con questa potranno, una volta guadagnato abbastanza, partecipare a un talent show che gli donerà ovviamente popolarità. Questa è una satira e una critica pesante al mondo di oggi, in cui siamo disposti a tutto per avere visibilità.

Nel caso di Privacy, invece, l’alienazione è ancora più sottile, perché ci porta davanti a una realtà in cui per vendetta o per puro sadismo personale si divulgano informazioni per farsi grandi davanti al mondo. Nello specifico l’alienazione è qui evidente quando l’ex ragazzo della figlia di Malen pubblica alcune foto personali della figlia, o ancora quando assistiamo attoniti dinanzi al minuto di silenzio per la morte di Ane, operaio andato incontro a un destino simile a quello di Malene, ma non riuscendo a sopportare il peso della vergogna e degli sguardi indiscreti si è suicidata.

Privacy e Black Mirror tra ricatti e riscatti

Ci sono due grandi temi che entrambe le serie portano in auge: il primo è la forza del ricatto, quel motore sottile che guida le azioni dei balordi che pubblicano foto e video, intaccando la nostra privacy.

C’è però un altro tema altrettanto importante e molto evidente che è quella del riscatto, che deve esserci ma non sempre si ha la forza di farlo. I personaggi di Black Mirror, così come quelli di Privacy, sono forti, non si abbattono dinanzi alle difficoltà. Provano a superare le avversità, ovviamente non sempre ci riescono ma nella maggior parte dei casi sì. Che sia per motivi cinematografici o puramente narrativi, il riscatto è qualcosa che funziona e funziona perché ci da una speranza, che come si è visto in entrambe le serie non sempre è assicurata.
La speranza è l’ultima a morire, ne consegue che i personaggi cercano e desiderano questo riscatto e credo non ci sia messaggio migliore da divulgare.

Sono serie tv da guardare perchè insegnano ed educano. Perchè rappresentano un mondo non poi così lontano, per cui dobbiamo lottare pur di assicurarci che i social network e la rete in generale non siano qualcosa da temere, ma da apprezzare e usare coscientemente.