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Non conta quello che vuoi tu. Quando sei dentro, sei dentro.

Sono parole che dice a Jimmy, ma Nacho Varga sa bene che sta parlando a se stesso. La terza puntata della quinta stagione di Better Call Saul ci ha regalato questa riflessione ad alta voce fatta da uno dei personaggi più tragici dell’intera storia, e considerando Better Call Saul equivale a dire molto. In questo articolo vogliamo parlare proprio di lui, di colui che ha sempre seguito gli ordini di qualcun altro e che quando ha provato a prendere una decisione si è trovato a passare dalla padella alla brace. Quest’oggi parliamo di Nacho Varga: lo scagnozzo.

Attenzione: seguono spoiler sulla 5×03 di Better Call Saul.

Essere agli ordini di qualcuno può essere frustrante per diversi motivi. In Breaking Bad, Walter White soffre la condizione di subordinato, non perché voglia tirarsi fuori dal giro di criminalità in cui si è inserito ma perché vuole comandarlo. Per Nacho in Better Call Saul è diverso: il giovane ispanico, infatti, soffre lo stato di subalterno perché in realtà vorrebbe fuggire, uscire, sparire dal giro di delinquenza di cui è un delicato ingranaggio. Vuole farlo sia per se stesso che per suo padre:  questo del rapporto col proprio vecchio è uno dei temi portanti della sua storyline.

better call saul

Da un punto di vista narrativo, mostrare il rapporto di Nacho con suo padre Manuel è fondamentale per creare empatia nello spettatore. È evidente, infatti, che dipingere e rappresentare le azioni di un criminale senza che ci siano elementi di compensazione emotiva può essere un boomerang per un narratore. Non è ovviamente il caso di Vince Gilligan e Peter Gould, che in questi anni hanno dimostrato di essere maestri nel creare personaggi ambivalenti, contraddittori ma non per questo meno amabili. Nacho Varga rientra in questa descrizione perché, nonostante sia spesso e volentieri un prevaricatore, un fuorilegge, un uomo che crede di essere più furbo violando le regole della convivenza civile, paradossalmente riesce a essere percepito come la vittima.

Better Call Saul ci racconta la storia di un uomo che è sempre al servizio di qualcun altro.

Manuel Varga è un uomo onesto, con dei solidi principi. Ha guadagnato sempre poco, ma abbastanza per crescere suo figlio. Nonostante le difficoltà non ha ceduto al potenziale guadagno facile derivante da una vita delinquenziale, cosa che invece ha fatto Nacho. Manuel sa che il figlio è invischiato in qualcosa di pericoloso: decisamente non sa abbastanza. Vedersi arrivare al negozio un Hector Salamanca con intenti bellicosi, trovare il figlio insanguinato nel suo salotto o ancora ascoltare parole di Nacho come “Tutto finirà presto” sono campanelli d’allarme troppo indicativi.

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Nacho è, suo malgrado, in un tunnel da cui non si può uscire. Si possono sviluppare molte teorie sul suo destino (tragiche o meno) ma è innegabile che la sua situazione sia difficilmente risolvibile. È incastrato in una spirale degenerata la cui gravità è anche e soprattutto colpa sua. Come accennato, l’essere diventato lo scagnozzo di Gus Fring non può che aver peggiorato la sua condizione: ma prima di ciò era (e continua a essere) lo scagnozzo dei Salamanca. Prima di Tuco, poi di Hector e infine di Lalo. Qual è la costante in tutti questi rapporti? Arriva sempre il momento in cui Nacho crede sia il momento di liberarsi del suo “superiore”, non per scalzarlo, come faceva Heisenberg, ma per agevolare la sua fuga dal mondo della criminalità.

Chiede a Mike di aiutarlo a liberarsi di Tuco perché quest’ultimo è “loco” e potrebbe ucciderlo da un momento all’altro se incappa nella giornata sbagliata (o nella dose di droga giusta, si potrebbe dire). Decide di disfarsi di Hector attraverso il pericolosissimo scambio delle pillole poiché il vecchio Tìo lo aveva obbligato a includere l’onesto e integerrimo padre Manuel nel loro business illecito. Questa mossa, quella di provare a uccidere Hector, si rivela in realtà un passo più lungo della gamba per Nacho, che si trova a passare dalla padella alla brace. Gus Fring infatti lo scopre e lo tiene sotto scacco, trasformandolo di fatto nel suo informatore tra i Salamanca.

La vita del ragazzo, già ricca di tensioni e pericoli, si è paradossalmente resa ancora più distruttiva: se infatti i Salamanca (in particolare nella figura dello scaltro Lalo) dovessero scoprire che fa il doppio gioco a favore di Gus, lo ucciderebbero; se invece Gus dovesse sospettare della sua lealtà, non solo lo “svenderebbe” ai Salamanca ma, come ha già dimostrato, colpirebbe il padre innocente. Costui, in particolare, ha messo in chiaro la sua posizione: l’uomo vuole che il figlio chiami la polizia e si prenda la responsabilità dei suoi crimini e che non c’è speranza che lui scappi soltanto per permettere a Nacho di “lavarsi la coscienza”.

Better Call Saul

Better Call Saul, esattamente come Breaking Bad, racconta la storia di uomini e donne in trappola: di altri, di se stessi, delle circostanze. La storia di Nacho non ci permette di condannarlo, e anzi ci fa sperare che prima o poi riesca a mettere in atto il suo tanto desiderato piano di fuga, cambiando identità (chissà, attraverso Ed, l’uomo delle aspirapolveri?) e portando in salvo se stesso e il padre. Ma conoscendo la coppia Gilligan-Gould è probabile, purtroppo, che non ci sarà un lieto fine.

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