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La nostra intervista a Jessica Sula, protagonista della nuova serie Prime Video ‘Panic’

La scorsa settimana noi di Hall of Series abbiamo avuto il piacere di intervistare Jessica Sula (conosciuta per i suoi ruoli in Skins e Scream), coprotagonista della nuova serie tv targata Prime Video ‘Panic’. Di questa serie si sa ancora poco o nulla, se non che si tratti di un teen drama piuttosto dark, il cui soggetto viene dalla penna di Lauren Oliver, autrice dell’omonimo libro del 2014 dal quale la serie è tratta.

Dunque, dopo aver rotto il ghiaccio, non mi lascio sfuggire l’occasione di poter capire di più della nuova scommessa di Prime Video, e lo faccio chiedendole prima di tutto quale sia stata la cosa che più ha gradito dell’aver preso parte al progetto ‘Panic’.

Com’è giusto che sia Jessica la pone molto sul personale:

“Onestamente è stato davvero bello lavorare a qualcosa che, già quando avevo letto, ho pensato fosse davvero figo e divertente. Di certo non mi aspettavo granché perché avevo fatto l’audizione un anno prima e poi non ne avevo saputo più nulla. Quindi ho pensato ‘ok dai non voglio sperarci troppo’. Così quando è successo che divenissi parte del progetto nel ruolo di Natalie ero semplicemente felice di lavorarci e volevo essere circondata da persone che mi piacessero.

E sento che questo è proprio ciò che è avvenuto. Credo che il cast sia molto unito, la troupe era davvero gentile, tutti nel complesso erano molto cortesi, ed è stato divertente perché, sai, eravamo lì a girare queste scene molto particolari e sembrava che noi fossimo lì quasi a fare festa. Quindi penso che la parte migliore del progetto sia stata proprio questa: conoscere tutte queste persone.”

Panic

Dal momento in cui Jessica ha citato il nome di Natalie colgo l’occasione di chiederle di più in merito. L’attrice, infatti, interpreta in Panic il ruolo di Natalie Wiliams, e dal momento in cui nessuno meglio di lei può conoscere il personaggio che interpreta le chiedo di dirmi qualcosa in più su di lei. A quel punto Jessica inizia facendo un confronto tra Natalie ed Heather, il personaggio principale della serie, per mettere in luce i diversi approcci alla vita messi in pratica dai due personaggi.

“Heather è molto curiosa. Natalie invece…beh, intorno a lei c’è molta falsità, c’è qualcosa che la spinge a volerne sapere di più di cosa succede in città. Natalie ha una sicurezza in se stessa che… Sai quando avevo la sua età ero sicura di me, in merito a ciò che desideravo, a come volevo farlo, ai modi…

Insomma nella serie ci sono questi ragazzi che fanno questa ‘gara’ per poter fuggire dal loro contesto. E lei (Natalie) ha semplicemente questa naturale attitudine: è molto sicura, un po’ sfacciata, e anche quello è stato divertente perché invece la mia natura è molto diversa. Io tendo a essere piuttosto timida, riservata, ed è sempre bello essere qualcuno di completamente diverso da quello che sei in realtà.”

Panic

A questo punto parte un momento confidenza tra me e Jessica che non ho potuto non apprezzare! Jessica è una ragazza estremamente gentile e spontanea e dopo avermi salutato all’inizio dell’intervista esprimendo la sua ammirazione per i miei capelli mi fa notare come abbiamo anche gli stessi orecchini a cerchio. Una simpatica coincidenza che – considerata l’interlocutrice – ho voluto prendere come validazione del mio gusto! Ma finito il momento autocelebrazione e risate torno in me per riconnettermi a un particolare che ha citato nella risposta precedente, quello sulla ‘gara’ affrontata dai ragazzi protagonisti di Panic.

Ne approfitto dunque per chiederle cosa le sia piaciuto di Panic come serie tv, oltre che come esperienza di vita. E qui si parte invece con paragoni importanti.

Jessica rivela come già in fase preliminare la serie di Prime Video avesse ricevuto commenti in merito a certi elementi in comune con Hunger Games, o per lo meno con la struttura della celebre saga.

“Di Panic mi piace il modo in cui la storia si compone, grazie alla struttura data da Lauren (autrice del libro da cui è tratta) e convalidata da Amazon Prime Video. La storia presenta questi ragazzi che fanno tutto da soli, che progettano da sé questo ‘gioco’ creato per emergere e fuggire. Sono consapevoli che, date le regole, le cose possono mettersi davvero male, e nonostante ciò sono comunque disposti a giocare, perché per loro semplicemente non c’è altra alternativa.

Lo show è di genere adolescenziale e parla della loro voglia di fuggire. Insomma, veniamo tutti da un anno piuttosto difficile, in cui tutti abbiamo provato il desiderio di fuggire. Quindi sento che, in un certo senso, ci sia una sorta di connessione con questi personaggi pervasi dalla voglia disperata di scappare dal proprio contesto. Non per minimizzare l’esperienza di nessuno ponendola sullo stesso piano di uno show televisivo… però, non so, io ho provato questa sensazione, credo sia quella che la serie restituisce allo spettatore.

C’è Heather che attraversa momenti molto difficili e ho pensato che fosse un modo divertente e interessante di rivedere in ciò il modo in cui noi ci sentiamo al momento, le cose che proviamo e che vediamo attorno. Mi piace che siano stati questi ragazzi a creare questo modo (Panic), in risposta al contesto in cui si trovano. A differenza di Hunger Games, che invece è una completa distopia. Per questi ragazzi invece è tutto reale, si sentono intrappolati in questa città e dicono ‘sai cosa? Metto da parte questi soldi e l’anno prossimo giocherò a Panic, e vedremo se vincerò.’

E ho pensato che questo fosse molto interessante quando l’ho letto la prima volta.”

L’ho trovata una risposta interessante per il fatto che sembri esattamente una risposta (quella finale) che darebbe proprio Natalie, il personaggio che la Sula interpreta in Panic.

Perciò ne approfitto per chiederle se avesse trovato nel suo personaggio qualcosa in comune con la propria personalità. E a questo punto la mia interlocutrice pone il discorso su un piano molto personale e, proprio per questo, interessante.

“Sai cosa? Più cresco più mi convinco di come io non mi dia abbastanza credito. In realtà sono più sicura di quanto creda di essere. La realtà è che più cresci più acquisti sicurezza sulle cose che vuoi fare. Per Natalie quest’evoluzione è avvenuta molto prima. Io ho imparato ad essere sempre meno remissiva e a buttarmi semplicemente nelle cose e credo che quello sia esattamentente ciò che Natalie fa. E io posso fare questo molto più di quanto non creda. Quindi penso sia questo che io e lei abbiamo in comune. Oh magari l’ho imparato da lei!”

La risposta di Jessica mi fa pensare subito a come probabilmente il suo stesso background nella realtà sia poi molto simile a quello della stessa Natalie. In fondo anche lei è cresciuta in una piccola città (anche se del Galles anziché del Texas).

E quindi le chiedo se anche questo non abbia in effetti influito sulla ‘vicinanza’ che può aver sentito col suo personaggio e con il contesto in cui è inserita la storia di Panic.

E infatti la mia supposizione si rivela giusta. Jessica si apre raccontandomi di come venga da una città del Galles relativamente piccola, e di come abbia compreso ciò soprattutto negli ultimi anni, quando è stata impegnata sul set in diversi paesi e quindi costretta ad andare e venire dal Regno Unito molte volte. Mi racconta di come venga da una cittadina in cui tutti conoscono tutti. Di come lei fosse da ragazzina piuttosto silenziosa e riservata, già desiderosa di scappare (‘un po’ come tutti gli adolescenti che in quell’età tendono a sentirsi incompresi’ specifica).

Racconta di come si sentisse diversa, anche e soprattutto per esser stata una delle pochissime ragazze meticce presenti nella sua scuola. E, stando a quanto dice, sembra che fosse proprio questa una delle cose che più le faceva desiderare di andar via, magari in un posto che non la facesse sentire così fuori dal comune.

A questo punto non posso che ringraziarla per aver condiviso con me qualcosa di così personale. E fatto ciò approfitto dei miei ultimi 20 secondi di tempo per chiederle la domanda regina dell’intervista: perché dovremmo guardare Panic?

“Essenzialmente tutti vogliono fuggire, tutti vogliono scappare, ma anche divertirsi. E Panic unisce davvero divertimento e geniali situazioni di fuga nel genere adolescenziale. Penso sia forte, potresti guardarla in un solo giorno, come ho fatto io stessa! Per me è stato eccitante, divertente, un’ottima distrazione, considerato il momento in cui ci troviamo.”

La risposta è molto concisa e diretta, l’intervista potrebbe concludersi così ma in realtà lo fa con questo siparietto non previsto in cui nel ringraziarla mi confondo e finisco per chiamarla Natalie. Ma esssendo un’attrice non mi sembra affatto offesa dalla cosa, mi confessa che sul set avveniva ogni giorno e che in fondo è sempre un piacere quando uno spettatore finisce per confondere attore e personaggio. Vuol dire che ha fatto un buon lavoro!

Dunque dopo questa piacevole chiacchierata la saluto e le faccio un grande in bocca al lupo per la premiére di Panic, che avverrà su Amazon Prime Video il 28 maggio.