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Siamo stati alla CONFERENZA STAMPA de Il Cono D’Ombra, la nuova docu-serie di Pablo Trincia su Donato Bergamini

Pablo Trincia sul set de Il Cono D'Ombra
Better Call Saul

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Si è tenuta lunedì mattina la conferenza stampa de Il Cono D’Ombra, la nuova docu-serie di Pablo Trincia (di cui vi avevamo già parlato qui) che debutterà su Sky Tg24, Sky Crime, Sky Documentaries, Sky Sport e su NOW il 27 e il 28 giugno. Diretta da Paolo Negro, Il Cono D’Ombra torna indietro fino al 1989 per raccontare la storia di Donato – detto Denis – Bergamini. Non soltanto il calciatore, non soltanto il caso di cronaca. La nuova docu-serie di Pablo Trincia esplora l’anima e l’aspetto più personale di Bergamini ricostruendo alcuni degli eventi più importanti della sua vita prima di quel tragico 18 novembre.

Attraverso dei materiali video, come le vecchie cassette girate dal calciatore, Trincia ci racconta chi fosse davvero Bergamini. Il suo amore per le macchine, per la sua famiglia, il suo forte attaccamento alla squadra senza cui non sarebbe mai andato da solo in Seria A. Le premesse per raggiungere questo traguardo c’erano tutte, la carriera di Denis era un continuo divenire. Ma il sogno è stato spezzato in una notte qualunque prima di una partita di calcio a cui Bergamini non potrà mai partecipare.

Quella notte del 18 novembre del 1989 rappresenta infatti ancora oggi uno dei misteri di cronaca nera più controversi del nostro paese. Un camion, un corpo investito, una fidanzata sotto shock che chiama aiuto e che, durante il processo, si contraddirà più volte cominciando a far dubitare della sua innocenza. Il Cono D’Ombra ricostruisce quanto avvenuto prima, durante e dopo il processo fino ad arrivare al 2024, anno in cui Isabella Internò è stata condannata in primo grado a 16 anni di carcere per l’omicidio di Denis Bergamini.

Il Cono D’Ombra racconta questa storia attraverso le immagini, i ricordi e la voce di Donata Bergamini, la sorella di Denis che da oltre 35 anni lotta per la verità

Pablo Trincia in Il Cono D'Ombra
Credits: Immagini offerte in anteprima da Sky

Il Cono D’Ombra, come spiegato da Pablo Trincia nel corso della conferenza stampa, affronta quanto avvenuto con un approccio scientifico. Il giornalista manda avanti la narrazione del caso soffermandosi infatti su tutto quel che è dimostrabile e logico senza però dimenticare mai l’aspetto umano. Oltre al mistero, alla cronaca, alle domande che da più di 35 anni si susseguono c’è molto altro. C’è una sorella alla ricerca di giustizia e verità, e c’è un ragazzo di 27 anni che ha visto la sua vita spezzarsi per sempre. Il lavoro di ricerca fatto per Il Cono D’Ombra è andato oltre le carte, oltre i processi o i racconti dei media di quel tempo. Pablo Trincia ha infatti voluto rimettere in scena quanto avvenuto ricostruendo un luogo che adesso non esiste più.

La strada maledetta su cui Bergamini è stato ucciso adesso è ricoperta di asfalto, ma Trincia la ricostruisce attraverso un vecchio camion, molto simile all’originale, e una Maserati identica a quella del calciatore. Le immagini diventano dunque un ponte che annulla gli oltre 35 anni per ricostruire una storia che ancora oggi non ha potuto conoscere la parole fine. Il dolore e la sofferenza vengono raccontati da Donata, la sorella di Denis che fin dalla sua scomparsa lotta per la ricerca della verità. A prendere la parola durante la conferenza stampa c’è anche lei:

«Ho sempre cercato di non enfatizzare mai quello che era mio fratello. Ma come era Denis lo potete vedere dalle interviste che rilasciano i suoi compagni di squadra. A darmi fastidio sono state le falsità, tutte quelle cose dette che non corrispondevano alla verità e che, infatti, con il tempo sono state smentite e dimostrate come chiari tentatativi di depistaggio. La cosa che mi fa più male e che mi ha sempre fatto arrabbiare è che era una verità visibile fin da subito che qualcuno non ha voluto vedere. Questo è un dolore grandissimo.»

E ancora: “Papà guidava i camion, era un esperto, sapeva che la dinamica raccontata non potesse corrispondere al vero. Da come ci hanno trattato fin da subito abbiamo capito che ci fosse qualcuno che metteva un muro. Avevamo capito subito che quel che raccontava la Internò non fosse vero, e questo è stato dimostrato. L’unica cosa che mi sento di dire è che spero che la giustizia non impieghi altrettanti anni per chiudere altri cerchi. Ovviamente aspettiamo, vediamo cosa succede, ma ripeto: l’unica persona che finora ha fatto il carcere sono stata io per 35 anni. Quindi un’innocente.”

Pablo Trincia ne Il Cono D'Ombra
Credits: Immagini offerte da Sky

Durante la conferenza stampa, noi di Hall of Series abbiamo chiesto a Pablo Trincia una riflessione sul racconto della cronaca nera ai giorni nostri:

La costante esposizione mediatica a contenuti legati alla cronaca nera contribuisce ad alimentare l’empatia collettiva o, al contrario, rischia di comprometterla perché c’è il rischio di non distinguere più la funzione dalla realtà? A questa domanda, il giornalista ha così risposto.

«Io credo che ci sia un rischio di compromissione. Troppi casi rischiano di far perdere di vista al pubblico il fatto che ci siano vite umane umane di mezzo. Ci sono famiglie, drammi, dolori. Questo è inevitabile. La vera differenza la fa il modo con cui si racconta una storia. Noi lo abbiamo dimostrato con tutti i casi che abbiamo trattato, anche il caso di Elisa Claps che si conosceva ed è stato iper-raccontato. Se lo racconti con delicatezza, con garbo e metti al centro l’essere umano questo non succede.»

E ancora: «Il nostro team di lavoro è fatto di esseri umani che raccontano altri esseri umani e cerchiamo sempre di ricordarci questo. Quindi cerchiamo sempre di focalizzarci sulle persone che raccontiamo. Con pregi e difetti. Con tutto. Dobbiamo però cercare di raccontare esseri umani, e per farlo bisogna sempre trattarli con rispetto nel racconto. Con grande empatia o comunque grande correttezza anche quando sono dalla parte sbagliata della storia. Secondo me facendo questo, riportando l’essere umano al centro, il pubblico ricorda e sente anche il dolore e il dramma, capendo cosa stia accadendo. La speranza c’è sempre.»

Dopo aver girato la docu-serie, il giornalista ha ricevuto più messaggi da parte di persone che vorrebbero parlare dopo 35 anni. Sembrerebbero sapere qualcosa, ma è tutto ancora da vedere. Se così dovesse essere, Pablo Trincia non esclude l’idea di ritornare su Sky con una puntata speciale che racconti nuovi sviluppi e segreti che, dopo 35 anni, sono pronti a tirarsi fuori dall’ombra.

Il Cono D’Ombra, la nuova docu-serie Sky di e con Pablo Trincia, vi aspetta su Sky Tg24,Sky Crime, Sky Documentaries, Sky Sport e su NOW il 27 e il 28 giugno con le sue quattro puntate.

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