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Ma quanto era bello Yui – Ragazza Virtuale?

Virus dopo virus lotterai
e giorno dopo giorno andrai
finché non vincerai!
Yui vai!

Il mondo è nelle tue mani
e tu lo sai,
combatti per il domani
in Rete e vai
e quando serve diventi virtuale
e allora dai!

Correva l’anno 2003. E per la prima volta in assoluto Italia Teen Television trasmetteva l’anime Yui – Ragazza Virtuale. Basta un nome, il testo della sigla e subito riecheggia nella mente la voce di Cristina D’Avena, mentre scorrono le immagini dell’esuberante Yui giovane paladina che per uno scherzo del destino si trova a dover difendere il web, proprio lei che con la tecnologia è totalmente negata. Un tuffo nel passato. Ritorniamo a quei pomeriggi davanti alla tv, mentre una giovane con strani vestiti, software e virus virtuali affollavano la ComNet, la rete internet. Ritorniamo a quell’ottimismo, alla fantasia che sconfigge la tecnologia, a quando il world wide web era ancora un concetto di cui sapevamo spaventosamente poco.

Yui – Ragazza Virtuale si basa sull’omonimo manga Corrector Yui e, anche se forse non è tra gli anime più conosciuti, vi invito a ricordavi di questa giovane paladina del web che riusciva a rischiarare i pomeriggi con le sue avventure. Perché Yui – Ragazza Virtuale era davvero bello.

Per ironia della sorte, la storia di Yui fu ideata nel 1999: alla soglia del nuovo millennio ansie e paure si affollavano nella mente di tutti e l’incombere della tecnologia spingeva a fantasticare (in positivo e in negativo) sulla vita che avrebbe atteso il pianeta Terra negli anni 2000. E così Yui – Ragazza Virtuale si ambienta nel 2020. E l’autore Kia Asamiya ci aveva proprio visto giusto: entro quella data i computer sono diventati parte integrante della vita delle persone. Addirittura la navigazione in internet, oltre al modo tradizionale, consente – grazie ad appositi dispositivi – di immergersi in un’altra realtà, tutta virtuale, ma molto simile al mondo “off line” e in cui il tempo scorre otto volte più lentamente.

L’adolescente Yui Kasuga presa dalle sue passioni che vanno dal canto ai manga, non è molto pratica di informatica, nonostante il padre sia un famoso programmatore. Eppure sarà proprio lei ad essere reclutata dai Virtuali, speciali programmi di sicurezza della ComNet, con il compito di fermare il supercomputer Giganet. Giganet, nato per controllare tutto, impazzisce e si ribella al controllo dell’uomo. Così ogni volta che un nuovo virus attacca la ComNet Yui “si addormenta” davanti al suo pc e si trasferisce dento al suo pc.

L’avventura di Yui inizia e mi emoziono ancora a quando penso a tutti i costumi che Virtual Yui poteva “scaricare”: il software che sembra un robottino giallo I.R. le fornisce armi e gadget “downloadabili”, ma non solo. In base alla missione cambiava anche il mondo e di conseguenza costumi e armi. Gli episodi potevano essere ambientati nel far west, in isole caraibiche, nello spazio, in foreste amazzoniche o nel Giappone del periodo Edo. Era tutto così colorato, mai statico e mai monotono. C’erano universi da scoprire, nuovi avversari da sconfiggere e nuovi amici da conoscere in ogni episodio. Senza contare i numerosi episodi che trattavano problematiche ambientali, dall’inquinamento alla salvaguardia degli animali, sempre approfonditi con sensibilità e una giusta dose di leggerezza.

yui - ragazza virtuale

Oltre alle avventure nella rete, ovviamente non mancavano i momenti tipici di uno slice of life, le prime cotte, i problemi a casa o a scuola. Ogni personaggio era ben caratterizzato, dall’amico d’infanzia Takashi alla silenziosa e schiva Virtual Aiko che compare sporadicamente per aiutare la protagonista nel web. E non dimentichiamo il misterioso professor Inukai, creatore di Giganet e dei Virtuali, smarrito nella Comnet e degli 8 Software-Virtuali che aiutano la protagonista a portare avanti la missione, ognuno con le sue peculiarità e che spesso davano vita a una serie di gag comiche.

E quest’ultima è un’altra caratterista che ricordo con immenso affetto. Come già accennato prima una particolarità di questo anime è il suo ottimismo, il senso di benessere che mi lasciva a fine puntata. La giovane Yui era un po’ goffa e soprattutto non all’altezza del compito, almeno apparentemente. E d’altra parte, nell’episodio 22 si scopre proprio che non spettava a lei assurgere al compito di Corrector. I.R. avrebbe dovuto consegnare il ComCon – il bracciale magico che permette la trasformazione – alla migliore amica della protagonista Haruna, brava in informatica, paziente e generosa. È proprio a causa dell’intervento di Giganet che I.R. le confonde e chiede l’aiuto di Yui. Invece, nonostante le sue mancanze, è proprio Yui che riesce a fermare l’avanzata di Giganet.

Con il suo innato spirito propositivo, il suo mettere sempre i sentimenti suoi e degli altri al primo posto e la sua esuberanza contagiosa diventa il cuore della ribellione a un’Intelligenza Artificiale che vorrebbe opprimere il mondo dei suoi creatori in nome del raziocinio assoluto, dei calcoli e delle statistiche.

Yui – Ragazza Virtuale ci faceva davvero viaggiare in internet insieme alla protagonista e così abbiamo imparato ad amare la tecnologia senza abbandonare la fantasia e le assurdità che rendono la vita un po’ più divertente.

Dovete assolutamente ricordarvi della Witch