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And Just Like That 3×06 – La Recensione: un episodio che ci mette di fronte alla dura realtà

And Just Like That - Carrie e Charlotte
Better Call Saul

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Arriva sempre, prima o poi, un momento nella vita in cui dobbiamo fare i conti con la realtà. Il momento in cui dobbiamo prendere il coraggio a due mani e smettere di raccontarcela, guardare e accettare le cose come stanno. Con chiarezza. Arriva quando meno ce lo aspettiamo e da dove non lo vediamo avvicinarsi: con una relazione che inizia o che finisce, con una malattia, con un lutto. Con uno di quegli eventi che fanno da spartiacque, segnando inesorabilmente un prima e un dopo. Ecco, se negli episodi precedenti della terza stagione di And Just Like That avevamo preso coscienza del fatto che non possiamo avere sempre il controllo di ciò che ci succede, nel sesto facciamo i conti con ciò che viene dopo la perdita del controllo: la dura realtà. Qualcosa di cui Carrie e compagnia avevano bisogno. E sì, ne abbiamo anche noi.

L’ultima puntata del sequel di Sex and the City, disponibile dal 4 luglio su Sky e NOW, è l’episodio meno patinato e più umano della serie. Se la gioca forse solo con quello del funerale di Big, e le motivazioni sono abbastanza palesi, dato che la commemorazione funebre è proprio l’elemento che li accomuna. Ma andiamo con ordine.

And Just Like That 3×06: cosa succede

Aidan a casa di Carrie in And Just Like That
Credits: HBO

Per Carrie tutto parte da un vetro rotto, un tentativo romantico di Aidan finito male. Un sassolino lanciato alla finestra – gesto dopo tanti anni tipicamente loro – si trasforma nella rottura di un vetro antico, grande metafora di quanto ciò che è stato spezzato non sempre può essere riparato. O meglio, potrà anche esserlo, ma non potrà tornare lo stesso identico vetro di prima. Insomma, mai finestra perduta fu più importante. Perché se in un primo momento l’evento serve a Carrie per dire le prime verità sulla relazione – che poi in parte si rimangia, con mio estremo disappunto -, in un secondo momento dà il via a una riflessione ancora più ampia, con la consapevolezza che Carrie ed Aidan non si erano davvero capiti.

Questo episodio di And Just Like That mette delle basi più consapevoli, più reali, alla relazione tra Carrie ed Aidan. Il che da un lato è un paradosso, vista la confessione di lui (stavolta no spoiler) e visto il modo in cui lei reagisce, sempre un po’ sottona. Dall’altro lato però la realtà viene fuori: Carrie ed Aidan non stavano vivendo la stessa storia, con le stesse regole e gli stessi principi. Cosa secondo me ben più pesante della confessione di Aidan in sé. Il fatto che due persone adulte, vaccinate e responsabili non riescano a parlare la stessa lingua per definire i confini di una relazione complessa è indicativo di quanto siano ancora un po’ troppo legati ai loro vent’anni. Ma per lo meno adesso la realtà è scoperchiata.

La realtà più dura però è sicuramente quella di Lisa e Charlotte.

Sono loro infatti a dover fare i conti con il lato brutto della vita nel senso più profondo dell’espressione. Lisa perde suo padre, uomo molto anziano ma anche in ottima salute. Il suo è il più classico dei lutti, passatemi il termine: quello che sai che arriverà, è nell’ordine naturale delle cose. Ma esserne consapevoli non significa essere preparati. Saperlo è una cosa, essere pronti è un’altra. E Lisa deve fare i conti con i sensi di colpa: aver trascurato suo padre, averlo dato per scontato, aver dato al lavoro e alle cose da fare la priorità rispetto a una persona così importante che ora non c’è più. Non avergli nemmeno detto addio. Cosa resta quando, mentre vivi la vita come sempre, la realtà fa il suo corso? Resta la tristezza. Ma per fortuna resta anche la consapevolezza dell’essere stati orgogliosi l’uno dell’altra. Di essersi amati davvero.

Credits: HBO

Un avvenimento del genere non può non toccare un nervo scoperto di Charlotte, che nell’episodio precedente di And Just Like That (qui la recensione, se ve la siete persa) aveva scoperto che Harry ha il cancro alla prostata. E per quanto lui sembri continuare a mantenere un ottimo livello di serenità (sarà vera? Chi lo sa), lei si ritrova a fare i conti con la consapevolezza che anche le cose più brutte possono accadere e colpirci quando meno ce lo aspettiamo. Andrà tutto bene, c’è il 98% di probabilità che tutto si risolverà per il meglio. Ma se così non fosse? Come si affronta la consapevolezza che le cose a volte vanno male senza che noi possiamo fare assolutamente nulla per cambiarle? Non ci sono regole né parole che possano confortare davvero. E l’unica cosa che farei, e che faccio proprio come Charlotte, è piangerci su.

La sesta puntata di And Just Like That è riuscita in qualcosa in cui la serie generalmente fallisce: far fare allo spettatore delle domande.

In tante occasioni – è ormai parecchio tempo che ne scrivo – mi sono ritrovata a fare i conti con il fatto che And Just Like That non sia all’altezza della serie madre. Le manca qualcosa: la verve, l’ironia, la spiccata voglia di non dover necessariamente aderire a degli schemi sociali dai quali le protagoniste di Sex and the City cercavano di emanciparsi, ognuna a modo suo e comunque con tutti i privilegi del caso. Rispetto a tutto ciò la serie si è appiattita, gioca sul ricordo di ciò che fu più che sull’aspettativa su ciò che potrebbe ancora essere. E questo è, in linea generale, ciò che me la fa guardare sempre con un pizzico di cinismo di fondo.

Credits: HBO

Questo episodio, però, ha qualcosa che alla maggior parte degli altri manca: è più umano, più reale. Perché la realtà non è patinata, è difficile e imprevedibile, e questa puntata ce lo ricorda più delle altre. Se nella 3×05 di And Just Like That era stata la storyline di Charlotte ed Harry ad avvicinarci a questo mood (tra l’altro non posso non citare la scena di Harry che guarda la partita mentre Charlotte si mette in mezzo, una splendida citazione ai tempi che furono ma stavolta senza separazione), in questo episodio questa consapevolezza è molto più diffusa. E ci voleva.

La realtà è dura. La realtà a volte fa schifo.

Ma saperlo, accettarlo e viverla per com’è è l’unico modo per poter godere comunque pienamente di ciò che invece c’è di bello. Un esempio? Un cinico vicino di casa, lamentoso, solitario e poco avvezzo alle variazioni in cucina. Ormai, con le basi di una relazione chiarite nel modo giusto, c’è tutto lo spazio per condividerlo anche con lui, il tavolo da pranzo.

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