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13 Reasons Why: le teorie sul finale che aprono la strada ad una seconda stagione

TEORIA N. 1

E se tutto questo in realtà non fosse accaduto?

Nell’episodio finale di 13 Reasons Why abbiamo visto i ragazzi del Liberty High deporre al processo aperto per investigare sulla morte della ragazza. I soggetti citati in giudizio sono gli stessi nominati da Hannah nei suoi nastri e le loro testimonianze vengono mostrate allo spettatore come documenti registrati.

Forse però anche a voi sarà sfuggito questo dettaglio: avete notato il timestamp? Ovvero la data in basso a sinistra della registrazione?

13 reasons why

Si avete visto bene, c’è scritto “10 novembre 2017”. Questo vuol dire che, essendo la Serie Tv ambientata nel presente, i fatti riportati riguardanti il processo, in realtà, non sono ancora accaduti e si riferiscono al futuro. È come se Hannah oggi fosse ancora viva poiché i tragici eventi capitati durante e dopo la pausa estiva, di fatto, devono ancora verificarsi. Questo, dunque, aprirebbe la strada a due possibilità:

  1. O gli episodi relativi a questo lasso di tempo – che va da oggi a novembre 2017 – devono essere ancora raccontati (in una seconda stagione per esempio);
  2. Oppure la storia (così come sviluppatasi dopo l’estate) mostrerebbe allo spettatore non quello che veramente è successo ma solo quello che “sarebbe potuto succedere”.

A sostenere quest’ultima teoria sono in tanti.

Secondo molti questo espediente sarebbe stato usato appositamente dagli autori di 13 Reasons Why per dare una lezione allo spettatore, farlo riflettere, mostrargli le conseguenze di certe azioni e fargli capire che chiunque ha il potere di intervenire e fermare i cicli nocivi che investono una persona.

Nella seconda stagione dunque verrebbe raccontata un’altra versione dei fatti, ovvero “ciò che è o potrebbe essere”.

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