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Skins non è un telefilm, Skins è il manifesto di una generazione. Una generazione di ragazzi disadattati, esagerati, totalmente fuori posto, alle prese con problemi familiari (e non solo) molto più grandi di loro. Ragazzi che crescono, s’innamorano, si drogano, ridono, soffrono, muoiono… Ragazzi di sedici – diciassette anni che si sentono invincibili, ma scoprono di non esserlo.
Ed è per questo che questa serie ci ha lasciato un vuoto dentro che niente – nemmeno i vari Gossip Girl o Little Pretty Liars o The OC – possono colmare. Eccovi dieci motivi per cui Skins ci – e mi – manca.

TONY

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È banale iniziare da lui, lo so. Specie perché durante la prima stagione non riuscivo a capire cosa ci trovassero gli altri in lui. Mi sembrava il classico ragazzino viziato, abituato a ottenere tutto, annoiato, un po’ alla Chuck Bass per intenderci, ma con meno soldi. Ricordo ancora quanto mi ha fatto incazzare quando ci ha provato con Maxxi perché era annoiato. Ma Tony è molto più di questo e del bel visino di Nicholas Hoult. Tony è determinazione, forza d’animo, amicizia, lealtà (a modo suo, certo). Come dimenticare il suo rapporto con Effie, la sorellina, il modo in cui la protegge sempre e comunque, che sia dai suoi genitori o dal mondo intero. Insomma, Tony è un personaggio complesso e vero nelle sue fragilità, che non può non rimanerti impresso nel cuore, sia che lo si ami incondizionatamente sia che lo si odi altrettanto incondizionatamente.

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