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7 personaggi delle Serie Tv crime che ci hanno lasciato una incancellabile angoscia

Attenzione: l’articolo contiene riferimenti a True Detective, The Serpent, I segreti di Twin Peaks, Dexter, Unbelievable, The Mentalist, You e al suo protagonista Joe Goldberg.

Spesso le Serie Tv ci lasciano un turbinio di emozioni contrastanti. Avete presente quando, dopo aver terminato una puntata prendete in mano il telecomando per spegnere la Tv e tornare alla vita reale? Bene, quello è il momento in cui spesso somatizziamo sentendo ancora più forte la sensazione che, consapevolmente oppure no, ci ha accompagnati nella visione di un determinato prodotto. Le sensazioni sono tante: alla fine di una Serie a volte piangiamo, a volte ridiamo, altre ancora abbiamo un peso sullo stomaco che ci accompagna per giorni interi. Chi ha visto You lo sa bene. Joe Goldberg che, probabilmente, abbiamo sottovalutato, in realtà è un uomo subdolo, violento e profondamente disturbante. Giustificare come amore totalizzante pedinamenti e violenti omicidi lo rendono un personaggio angosciante di cui ci ricorderemo presumibilmente per molto tempo. Come lui, ben impresso nella nostra memoria c’è un altro villain oscuro che vi faremo tornare in mente dicendo solo “I am no one”. Stiamo parlando di Sqweegel, l’assassino in latex di CSI. Ora c’è chi ha i brividi lungo la spina dorsale e chi mente.

In questo articolo abbiamo voluto elencare 7 personaggi delle serie crime che ci hanno lasciato una angoscia incancellabile. Tutti diversi, come le motivazioni per le quali si trovano in questo elenco: di Cohle, ad esempio, angosciano i ragionamenti filosofici cinici e brutali, di BOB l’apparenza e le gesta e di Marie Adler, infine, la storia vera dietro la serie: siamo in grado di empatizzare con il suo dolore.

1- Rustin Cohle – True Detective

Rustin Cohle è un personaggio iconico ed è una delle ragioni che potrebbero spingervi a guardare True Detective nel caso in cui non lo aveste fatto. Cohle, interpretato da un impeccabile Matthew McConaughey è un detective che, insieme al socio Martin Hart, ottiene l’incarico di risolvere un caso riguardante il brutale omicidio di una donna. La psicologia del personaggio, che ci lascia sicuramente dell’amaro in bocca per il suo realismo e cinismo (stiamo semplificando molto le sfaccettature della sua indole) affonda le radici nella vita personale e nella filosofia. Rustin perde una figlia in maniera tragica a causa di un incidente stradale, la perdita lo porta al divorzio e di conseguenza alla solitudine e alle dipendenze. Instabile sul lavoro, uccide delle persone, viene internato per poi essere trasferito in Louisiana dove conosce il partner Hart. Per Cohle il genere umano è insignificante: è dotato di coscienza, sì, ma se la trascina dietro come un fardello perché quest’ultima gli permette di pensare ma non di capire certe cose e questo lo manda in sbattimento. L’unica soluzione plausibile è l’estinzione. Vi abbiamo anticipato quanto sia drastico. Rust concorda con Nietzsche sulla teoria dell’Eterno Ritorno, ma la esaspera: il tempo è lo strumento che la morte utilizza per continuare a creare ciò che continuerà a uccidere. Vi abbiamo messo abbastanza ansia? Beh, non è finita: per Cohle la morte è la fine di ogni cosa a prescindere dalla condotta che si è tenuta in vita. Molto bene, ora che siamo belli carichi, continuiamo con la carrellata.

2- Charles Sobhraj – The Serpent

Siate onesti: dopo aver guardato la docuserie crime The Serpent avete pensato che non avreste mai più viaggiato da soli? Noi sì. Osservando la furia e la metodologia di Charles Sobhraj e pensando che si tratta di una storia vera ci si è accapponata la pelle. È incredibile come l’attore, nascosto dietro occhiali vintage e pettinatura anni ’70, possa essersi calato così bene nella parte e averci lasciato addosso un senso di ansia incredibile. Nel momento in cui Sobhraj compare sullo schermo genera in noi una strana sensazione, come se sapessimo che dietro l’apparente eleganza di un uomo qualunque, possa nascondersi uno degli assassini peggiori della storia. A Charles Sobhraj, infatti, sono state attribuite circa venti vittime, la maggior parte hippy, che è passata per l’Asia negli anni 70 del secolo scorso. È inquietante pensare che il numero è approssimativo considerando quante di esse non sono state più trovate.

3- Joe Goldberg – You

Joe Goldberg

Sicuramente avrete fatto tutti il nostro stesso errore: appena cominciata la serie You vi siete rilassati fidandovi dell’animo buono del protagonista Penn Badgley in memoria dei bei vecchi tempi in cui era Dan Humphrey, innamorato perso di Serena van der Woodsen. Ma qui non si tratta di un giovanotto dal cuore nobile, bensì di un cinico assassino. Partiamo dal presupposto che probabilmente You avrebbe preso una piega diversa se solo Beck, la prima vittima di Joe Goldberg, avesse tirato le tende. Ma ironia a parte, il suo personaggio è davvero inquietante. Lo conosciamo come un commesso di libreria, stregato da un colpo di fulmine per la ragazza appena nominata, intento a stalkerarla sui social per informarsi su tutto ciò che la riguarda. Diciamo che più o meno fin qui potrebbe anche starci, ma quando l’uomo comincia a spingersi oltre ci fa davvero paura: munito di berretto con visiera la pedina e la osserva costantemente tanto da introdursi in casa sua, violando la sua privacy, mentre Beck non c’è. L’ossessione del giovane è fuori controllo (ce ne accorgiamo perché dando voce ai suoi pensieri ci permette di entrare nella sua psiche), tanto da sfociare in stalking, violenza e infine omicidio. Per il ragazzo l’amore, in senso ideale e non sentimentale, dev’essere totale e, per essere tale, va preservato a ogni costo: ”Qualche volta facciamo cose brutte per le persone che amiamo. Non significa che sia giusto, ma che l’amore è più importante” (Se volete approfondire: You – Joe Goldberg e il lato oscuro dell’amore). Il ragionamento è a dir poco agghiacciante ed è impressionante vedere, alla fine della fiera, come Joe Goldberg riesca sempre a cavarsela, a passare inosservato e a cambiare identità in modo che il suo giochino perverso possa ricominciare da zero (almeno finora). Chiudiamo con un consiglio: tirate le tende, Joe Goldberg potrebbe essere dietro l’angolo!

4- Bob – I segreti di Twin Peaks

Villain

Uno dei personaggi più ansiogeni delle Serie TV, partorito dalla mente di David Lynch, è sicuramente BOB. Già nel momento in cui vi diciamo che è un’entità demoniaca che gode della sofferenza degli esseri umani e che può assumere diverse forme, dovreste essere tentati di sbarrare la porta (mentre scriviamo noi lo abbiamo già fatto, non si sa mai). Quando aggiungiamo che è in grado di manipolare i sogni, impossessarsi delle sue vittime come fossero gusci vuoti attraverso i quali compie atti efferati come violenze e omicidi, forse sarebbe meglio guardare sempre ai piedi del letto prima di spegnere la luce. È sempre BOB, infatti, il responsabile dell’omicidio di Laura Palmer: impossessatosi di suo padre Leland sin da ragazzino diventa ossessionato da sua figlia, così lo spinge a violentare Laura sin da piccola causandole non pochi traumi, finché si impossessa anche della ragazza uccidendola. Cosa ancora più disturbante: tutti i cadaveri di BOB hanno una lettera del suo nome sotto l’unghia della mano sinistra. Fun fact: BOB nasce per caso, come afferma Lynch. Durante le riprese del pilot, secondo il quale Laura Palmer sarebbe stata uccisa semplicemente da suo padre Leland, Frank Silva (il nostro inquietante BOB) sta sistemando gli oggetti di scena per la camera della ragazza ed è accovacciato accanto al letto. Lynch, riguardando il lavoro, pensa che la scena sia perfetta per girare lo spezzone in cui la madre di Laura ha una visione di qualcuno che ruba il ciondolo della ragazza che è appena stata uccisa e vede un uomo riflesso nello specchio. Bene, quell’uomo è Silva, lo scenografo Frank Silva che ha dato vita a un personaggio più che inquietante e ansiogeno: chiunque abbia visto I segreti di Twin Peaks non può dimenticare la sua mimica facciale, le sue urla e i suoi occhi, soprattutto quelli.

5- Trinity – Dexter

JOE GOLDBERG

Arthur Mitchell (Trinity) è il più ansiogeno tra i personaggi della serie crime Dexter. Perché? Perché ai nostri occhi si presenta come una persona normalissima. È disturbante capire che dietro la patina di normalità si nasconda un crudele omicida. Arthur, segnato da un’infanzia orribile in cui ha perso tutti e tre i componenti della sua famiglia in circostanze diverse, ha dato filo da torcere a Dexter e colleghi per molto tempo scegliendo di ricordarli emulando i loro omicidi. In trent’anni, Trinity uccide le sue vittime a gruppi di tre: una, in ricordo della sorella, viene uccisa nella vasca da bagno, un’altra (per suo padre) a martellate e l’ultima (in memoria di sua madre) viene costretta a saltare da un palazzo. Poi Dexter scoprirà che, in realtà, Trinity non si ferma a un terzetto alla volta, bensì punta sempre al quartetto: l’uomo, infatti, uccide anche bambini di circa di 10 anni che simboleggiano, nella sua mente, se stesso all’età in cui ha perso la famiglia. Quindi anche lui si reputa morto, in senso figurato, da tempo immemore. Come state? Livello di angoscia?

6- Marie Adler – Unbelievable

JOE GOLDBERG

Come per The Serpent, Unbelievable è ispirato a una storia vera, quella di un’adolescente che denuncia uno stupro. Marie Adler è una diciottenne, con alle spalle un’infanzia molto difficile, per questo ritenuta inaffidabile sia dai suoi affetti che dalla polizia a cui racconta di essere stata vittima di violenza. Ad aggravare la posizione di Marie sono alcune incongruenze nelle sue versioni del racconto, ciò non lascia dubbi: è una bugiarda che ha inventato tutto perché bisognosa di attenzioni. La frase ricorrente che l’adolescente si sente dire è: ”Come potrei mai crederti adesso?”. Ma qualcosa non quadra: due ragazze denunciano stupri con dettagli simili a due detective diverse (una è Toni Colette) e alcune somiglianze con il racconto di Marie cominciano a essere palesi. Dopo una serie di casi arriverà anche il turno di Marie, che ha ovviamente detto la verità, peccato che sia ormai una donna a pezzi. Vittima di un sistema ricco di pregiudizi, la troviamo in balia delle dipendenze e disoccupata nonostante sia sommersa dalle spese legali, poiché accusata di falsa testimonianza. È la violenza narrativa della serie a intrappolarci in un senso di angoscia così profondo tanto da farci vivere nei panni della protagonista, Marie Adler.

7- John il rosso – The Mentalist

JOE GOLDBERG

Il killer più sconvolgente e destabilizzante della serie The Mentalist è sicuramente John il rosso. L’unico costantemente un passo avanti rispetto all’ingegnoso Patrick Jane. È la sua nemesi, come il professor Moriarty per Holmes, un personaggio senza volto, inquietante e astuto tanto quanto, se non di più, rispetto al suo diretto avversario. Distinto da un simbolo semplice quanto inquietante, quello dello smile, John il rosso è riuscito a far crollare anche il razionale consulente del Bureau dimostrandogli più volte, nonostante l’epilogo poi sia stato diverso, che dargli la caccia sarebbe stato impossibile. Per anni Jane si sarebbe dovuto confrontare con il colpo al cuore dato dal simbolo trovato su diverse scene del crimine. La capacità dell’assassino di toccare Patrick Jane così nel profondo è legata al fatto che John il rosso ha sterminato tutta la sua famiglia. Infatti il killer, il cui vero nome è Thomas McAllister, è uno sceriffo responsabile di circa 50 omicidi: 36 compiuti di persona, gli altri dai suoi seguaci. A proposito di questi ultimi, noti come ”la rete di John il rosso”, non solo si sporcano le mani per compiacere il loro leader ma cercheranno di aumentare il livello di angoscia e mandare fuori strada lo stesso consulente. Nella puntata Fragole rosse con panna Jane uccide un uomo che dichiara di essere John il rosso, ma il detective capisce ben presto che si tratta di un emulatore o di un seguace, probabilmente complice di John per portarlo fuori strada. Curiosità sul killer che ha terrorizzato anche noi: per Tv Guide è al 50esimo posto nella lista che racchiude i 60 villain migliori di tutti i tempi.

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