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Tra passato e presente, X-Men ’97 sta mostrando anche la via per il futuro della Marvel

ATTENZIONE: l’articolo può contenere spoiler su X-Men ’97 e sulla precedente serie animata della Marvel

In queste settimane X-Men ’97 è sicuramente uno dei titoli che si sta prendendo la scena. Il sequel della storica serie animata sui mutanti era una delle novità più attese del mese di marzo, e avevamo parlato di cosa ciò comportasse, e sin dal suo arrivo la serie tv si è imposta con forza sulla scena. Il quinto episodio, in particolare, ha costituito una sorta di consacrazione per X-Men ’97 , capace da subito di attirare il favore di pubblico e critica, conquistato ormai definitivamente dopo questa prima metà di stagione.

Dai primi rumours questo successo era ampiamente annunciato. Tornando un po’ più indietro, però, e guardando al contesto generale della Marvel, un risultato del genere era tutt’altro che scontato. A cosa si deve, dunque, questo trionfo enorme di X-Men ’97? Come ha fatto il racconto sui mutanti a brillare così forte in un periodo di forte crisi per la propria casa di produzione? Ci sono diversi fattori che concorrono, alcuni intrinsechi nei protagonisti della serie, altri da imputare a scelte azzeccate. Una convergenza di elementi che ci ha portato ad ammirare una delle serie più belle, e sicuramente sorprendenti, di quest’anno.

Una serie tv scritta alla perfezione

A nostro modo di vedere, i motivi principali del successo di X-Men ’97 sono principalmente due. Il primo riconduce a un lavoro di scrittura incredibile. Sono tante le dinamiche che possono influenzare la resa di una serie tv, ma alla fine tutto, o comunque molto, si riconduce alla scrittura. Un lavoro scritto bene ha già molte possibilità di imporsi. Ecco, X-Men ’97 è scritto davvero tanto, tanto bene. La storia affonda le radici nella precedente serie animata, riprendendo molte linee e tanti temi, ma accompagnandoli a nuovi spunti narrativi. Il racconto si dipana continuamente tra gli omaggi alla serie animata degli anni Novanta e interessanti novità che riconducono a strutture narrative più moderno. Il citato quinto episodio, Remember It, è in tal senso un piccolo capolavoro.

X-Men ’97 ha anche potuto godere di un’inedita libertà per un prodotto Marvel. Senza i condizionamenti della grande trama dell’MCU, la serie ha potuto esplorare, muoversi sui terreni più idonei e non ha dovuto cedere ad alcun compromesso in nome di una storia più grande. Una libertà che avevamo già visto con Marvel’s What If, anche se la struttura episodica chiaramente semplificava ancora di più il lavoro. Nel caso di X-Men ’97 viene invece allestita una storia che ben si poggia sul passato, ma con una sua evidente consistenza anche nel presente. Un racconto semplicemente scritto bene, e questo è sempre un valore nel panorama seriale.

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Magneto è uno dei personaggi con il miglior sviluppo nella serie

Le grandi possibilità dell’animazione

Il secondo grande motivo del successo di X-Men ’97 si ricollega alla sua natura animata. Tempo fa avevamo sottolineato come la Marvel dovesse puntare sulle serie animate e ora questo grande successo dei mutanti ci sta restituendo un buon quantitativo di ragione. La formula animata offre possibilità enormi per questo tipo di racconti. L’inserimento di un alto numero di personaggi, l’allestimento di scene maestose, difficilmente realizzabili in live action. Insomma, l’animazione permette una libertà creativa unica, che coniugata all’ottima scrittura ha permesso di esplorare questi terreni che ci stanno facendo innamorare di X-Men ’97.

C’è poi un’altra questione da considerare relativamente all’animazione. Una narrazione del genere permette una maggiore fedeltà al fumetto. Anche solo a un livello immediato, quello visivo, il racconto animato riporta immediatamente alle vignette che raccontano le vicende dei supereroi. La maggiore fedeltà, oltre a essere un valore in sé, lo è ancora di più in questo periodo di crisi. È evidente la nostalgia che provano i fan per il passato della Marvel e chiaramente la sovrapposizione tra animazione e fumetto riporta a una tradizione che in questo momento è molto ricercata.

X-Men ’97 e l’attualità

Dietro queste due motivazioni più tecniche, ce n’è poi una contenutistica che sta favorendo il successo degli X-Men ’97. Ora, come allora, il racconto sui mutanti resta di un’attualità disarmante. La serie tv di Disney+ ha recuperato uno dei grandi temi della serie animata e dei fumetti, ovvero l’inclusione e l'(in)tolleranza nei confronti dei mutanti. La discriminazione e la persecuzione sono due elementi costitutivi della narrazione intorno agli X-Men e qui ritornano alla grande, col culmine ancora una volta nel più volte citato episodio cinque. Queste tematiche aiutano anche a inserire la serie tv nel dibattito attuale, considerando quanto siano calzanti in questo momento tematiche del genere.

Proprio qui si vede il lavoro eccellente fatto in fase di costruzione narrativa. Quando diciamo che X-Men ’97 riesce a equilibrare il passato e il presente intendiamo proprio questo: temi fondanti vengono attualizzati e calati nel contesto odierno. C’era tanto bisogno del ritorno dei mutanti perché probabilmente sono i supereroi più calzanti in questo moderno. Altri personaggi portano con loro tematiche più datate, o meno centrate, mentre il dibattito sugli X-Men ruota sempre sulla paura del diverso, sul conflitto interrazziale, sulla ricerca di una coesistenza pacifica basata sulla tolleranza. Un dibattito che ricorda molto quello dei giorni nostri in fin dei conti.

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Ciclope alla guida degli X-Men

Il filo con la realtà

X-Men ’97 non si limita a presentare questi temi, ma come detto li contestualizza. Il filo con l’attualità creato dalla serie si concretizza in alcuni riferimenti, come ad esempio quello alle origini di Magneto, che si ricollegano al periodo di maggiore odio della storia dell’uomo. L’Olocausto, tramite l’immagine del filo spinato, viene apertamente citato nell’episodio cinque e questo frame dimostra l’attualità di X-Men ’97, visto che in questo momento il dibattito sui fascismi è all’ordine del giorno. Un altro elemento fondamentale della narrativa dei mutanti e immediatamente ripreso da X-Men ’97 è quello del sogno di Charles Xavier. La convivenza pacifica tra uomini e mutanti. L’utopia che si riflette anche nell’agenda politica del momento.

Insomma, sicuramente X-Men ’97 intrattiene, appassiona, sciocca visivamente. Però fa anche riflettere. Tutti questi elementi, insieme, sono alla base del successo strepitoso di questa serie. Una parabola per certi versi sorprendente, che tra passato e presente mostra anche la via per il futuro della Marvel.

La strada tracciata da X-Men ’97

Il successo di X-Men ’97 non può non far sorgere alcune questioni in seno alla Marvel. Si tratta della prima novità, da qualche anno a questa parte, capace di imporsi con forza nel franchise. A nostro modo di vedere, la Casa delle Idee dovrebbe lavorare proprio sui due motivi principali che hanno portato al successo di X-Men ’97. C’è bisogno, innanzitutto, di storie scritte bene, anche a costo di slegarle dall’MCU. Echo aveva in parte intrapreso questa direzione, ora X-Men ’97 mostra con forza che la strada da seguire è questo. Poi, la Marvel non può più sottovalutare la portata dell’animazione. Le sue possibilità sono enormi e finora sono rimaste inesplorate. Questo è un territorio che la casa deve prendersi per costruirsi un nuovo futuro.

Il successo di X-Men ’97 può davvero cambiare il futuro della Marvel. Se la sua lezione sarà recepita, non sarà impossibile vedere altri lavori del genere nel prossimo futuro. Impossibile fare pronostici o esprimere aspettative, ciò che verrà, parafrasando Lucio Battisti, lo scopriremo solo vedendo. Per ora non ci rimane che gustarci questa perla assoluta che è X-Men ’97 , in vista di una seconda parte di stagione che promette davvero di toccare vette altissime. I mutanti sembrano davvero in grado di farci rivedere i giorni di un futuro passato, rievocando i grandi fasti del franchise.