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Watchmen 1×03 – A volte ritornano

Watchmen 1×03 recensione
e commento con spoiler.

Come l’automobile che vediamo schiantarsi a terra alla fine di questo episodio, tutto in Watchmen ha un peso. I personaggi hanno cicatrici e ferite del loro passato ancora ben visibili: dall’ultima arrivata in questo Watchmen 1×03, Laurie Blake, al surreale nobiluomo che finalmente ci viene confermato essere Adrian Veidt. Ozymandias. Personaggi che vivono rancori, soffrono attrazioni e perpetuano ambizioni: questo ci viene mostrato attraverso dialoghi ambigui, sguardi significanti e ammiccamenti sorpresi. Fino allo shock divertito e divertente di un enorme dildo blu. Che non poteva che essere fluorescente. Ora non ci resta che provare a riempire gli spazi vuoti tra tutti questi elementi.

Damon Lindelof l’ha chiamato un “remix” della serie originale firmata Alan Moore e Dave Gibbons. Sicuramente per chi non conosce minimamente l’universo di Watchmen deve essere sembrato alienante affrontare l’ambiguità superba di questo Watchmen 1×03. È davvero insolito trovare un’opera che allo stesso tempo si senta da un lato così fortemente indebitata e dall’altro completamente distante dal suo materiale originale. Giusto Fargo mi sovviene alla mente. E forse non è un caso che in quest’ultimo episodio entri in scena una superba Jean Smart. Da matriarca della famiglia criminale a matriarca dei vigilanti. E forse non c’è tutta questa differenza. “Ti racconto una barzelletta…

Watchmen 1x03
Watchmen 1×03

Ci sono momenti in questo episodio in cui non si può fare a meno di sentirsi distaccati, forse anche frustrati, dal non aver dedicato del tempo alla rimmersione nella narrazione originale di Watchmen. Si ha la piena consapevolezza di poter perdere dettagli sul passato e, quindi, sul presente di Silk Spectre II, del Dr. Manhattan e, ovviamente, di Ozymandias.

She Was Killed by Space Junk” suona quasi come una lenta seduzione: l’episodio ti trasfigura e si svela attraverso il blues artificiale della telefonata-monologo grazie al servizio telefonico che collega la Terra a Marte.

Ma anche tramite le pulsazioni scintillanti della colonna sonora di Atticus Ross e Trent Reznor. Continua a mostrare i toni da “duello” in modo spettacolare. Da un lato film di rapina, da un’altra parte thriller cospirazionistico, a momenti commedia oscura e carica di black-humor. E tanto altro ancora. Il tutto in un’amalgama perfetta, a suo modo equilibrata. Disturbante e ammaliante come il canto di una sirena.

Arriviamo quindi al punto cruciale. Questa puntata è retta da due protagonisti e due comprimari. Questi ultimi magnifici e superbi come nei precedenti episodi sono Angela Abar e soprattutto Adrian Veidt. Straordinaria l’interpretazione di Jermy Irons che recita “alla Dylan Thomas mentre legge le proprie poesie”. Toccante e raffinato omaggio. Ma i veri protagonisti di Watchmen 1×03 sono Laurie Blake e il Dr. Manhattan. Come dite? Non lo si vede mai? Non parla neppure fuori campo? Vero. Eppure domina la scena e mostra tutta la sua presenza come solo un dio blu fosforescente potrebbe fare. La sua presenza permea e condiziona tutto l’episodio. E la telefonata interplanetaria di Laurie, il suo monologo, la sua barzelletta, sono uno dei più bei “dialoghi” della serie.

Watchmen 1×03

Come qualsiasi altra cosa in Watchmen, quando Laurie Blake prende in mano il telefono per parlare con il Dr. Manhattan, non è qualcosa fatto semplicemente per se stessa o per il suo melanconico divertimento. Sia in senso letterale che figurato, Laurie sta recapitando un messaggio. E questo suo messaggio non ha raggiunto il pubblico (sia nel senso del destinatario reale del messaggio che di noi spettatori) fino al momento in cui la “spazzatura spaziale” che dà il titolo dell’episodio, la macchina di Angela Abar dello scorso episodio, l’ha quasi colpita.

Laurie ci viene presentata come un’agente del FBI appartenente a una Task Force contro i vigilanti. Contrappasso? Lo vedremo. Sicuramente i suoi metodi sono sopra le righe, anche se con uno stile ed eleganza che i vigilanti poliziotti di Tulsa ancora non hanno. Lei ne è consapevole. Loro lo scopriranno.

Sembra abbastanza chiaro che Laurie e Angela rappresentano i due temi principali che Lindelof vuole incarnare in Watchmen: la questione razziale con Angela e quella dei supereroi con Laurie. In quest’ottica, il punto nevralgico dell’episodio è l’incontro tra le due donne, in cui Blake pronuncia la glaciale battuta: “Sa qual è la differenza tra un supereroe e un poliziotto mascherato? Nemmeno io“. Chiara dichiarazione d’intenti. Laurie Blake, per chi non fosse allineato con l’universo in questione, è, nel fumetto tanto quanto nel passato della serie televisiva, la seconda Spettro di Seta. Figlia di Sally Jupiter, la prima Silk Spectre e Edward Blake, il Comico. E non nata da una storia d’amore, ma da una violenza. Ha avuto una relazione con il dottor Manhattan e, successivamente, con il secondo Gufo Notturno. Quest’ultimo, come si evince dal dialogo con il senatore Keene, è imprigionato dall’FBI.

Ma veniamo alla meravigliosa telefonata che funge da filo conduttore all’intero episodio. Laurie chiama il Dr. Manhattan tramite una speciale cabina collegata a un satellite delle aziende Trieu. Nella puntata scopriamo, tramite l’agente Dale Petey che una certa Lady Trieu ha comprato, anni prima, tutte le aziende di Adrian Veidt, diventando una delle imprenditrici più potenti del mondo (eccellente la pagina creata da HBO dove l’agente Petey carica documenti riservati riguardanti i vigilanti che ci aiutano a capire la serie e i singoli episodi – qui il link).

Watchmen 1x03

Per tutto l’episodio sentiamo Laurie raccontare una lunga barzelletta. Escamotage narrativo eccellente, da un lato, per darci dei chiari riferimenti su di lei e sul rapporto con i vigilanti del passato. Ma dall’altro è uno splendido omaggio, come tanti in questa serie, al fumetto originale. Infatti Rorschach faceva lo stesso, raccontando la barzelletta di Pagliacci, dopo la morte del Comico.

Entrambe le barzellette sono molto di più di ciò che sembrano, travalicano le semplici parole, e risuonano con metaforici echi direttamente nella vicenda a cui stiamo assistendo.

La barzelletta che racconta Laurie sottolinea tutto il disgusto della donna per le maschere di qualsiasi tipo. Un riferimento, come detto, ai membri più noti della sua ex squadra. Il primo eroe, morto, e in visita in paradiso, è Nite Owl II, ovvero Daniel Dreiberg. Come detto, imprigionato nel suo presente dal FBI. Ma non è rilevante rispetto al messaggio di Laurie. Il secondo personaggio è Ozymandias. Nella barzelletta i tre eroi devono giustificare a Dio come hanno messo a frutto i doni che lui ha dato loro. Così che possa stabilire se meritino il paradiso o debbano essere condannati all’inferno. Ozymandias cerca di giustificare la caduta del calamaro gigante venuto dallo spazio su New York e la conseguente uccisione di 3 milioni di persone, come un danno collaterale per un bene superiore. Dio però non lo giustifica. Nite Owl è troppo tenero. Ozymandias troppo mostruoso. Entrambi condannati all’inferno quindi.

Ma il terzo eroe, il Dr. Manhattan, è praticamente un Dio egli stesso. Cosa succederà? Non c’è scampo. La sua indifferenza e forse codardia lo condannano agli occhi di Dio. Anche lui, ma ne era già consapevole, va all’inferno.

Ma qui è dove entra in gioco l’intuizione geniale di Lindelof. La barzelletta di Laurie era cominciata ben prima, con un meticoloso muratore frustrato dalla sua incapacità di costruire il barbecue perfetto per sua figlia. Gli avanza purtroppo sempre un mattone. Prima però che possa distruggere la sua opera e ricominciare, la figlia lo ferma. Ha un’idea per il mattone avanzato. E mentre Dio sta giudicando gli eroi al suo cospetto, ha dimenticato del tutto la bambina con il mattone. Proprio come il pubblico, nel pieno delle azioni dell’episodio, potrebbe aver smesso di pensare alla prima barzelletta interrotta a metà.

Watchmen 1x03
Watchmen 1×03

Così mentre guarda la bambina normale e impotente giunta d’innanzi a sé per essere giudicata, il mattone si schianta sulla testa di Dio, uccidendolo e mandandolo all’inferno. Perché quelli che sono così ossessionati dall’adorazione degli eroi da aver dimenticano l’umanità, beh, sono cattivi tanto quanto gli eroi che hanno dimenticato la propria. Buio. Sipario.

Che eccezionale climax. Dopo aver visto per quasi un’ora Laurie all’opera con uguale disprezzo verso vigilanti e poliziotti mascherati ora scopriamo qualcosa in più sul suo carattere. Su di lei. Non solo ha vissuto la sua vita da eroe e ora lavora come una vigilante non mascherata, ma Laurie nella barzelletta è chiaramente la figlia del muratore. Non si fa mettere in scacco da nessuno. Nemmeno da Dio. Chi tra i vigilanti, tra gli eroi, è il più spregevole? Adrian Veidt, di cui dice a Petey in aereo, che “non sono certo una sua fan“. Lo ha etichettato come un mostro nella sua barzelletta per aver ucciso tutte quelle persone. Vede il suo gesto come irresponsabile. Tanto quanto quello di assumere il ruolo di Dio e poi lavarsene le mani. Come il Dr. Manhattan.

Questa la spiegazione più immediata alle azione portate avanti da Laurie nel corso di Watchmen 1×03. E questo dimostra quanto Watchmen stia fondendo lo sviluppo del personaggio con lo slancio narrativo. Potremmo avvalorare la nostra tesi parlando dei due meravigliosi dialoghi che ha sostenuto con Specchio e Angela. Ma non serve. Basta guardare l’episodio.

E se anche questo Watchmen 1×03 si è preso una pausa rispetto alla trama principale, che importa? Quando si assiste a una storia così bella, così ben costruita e orchestrata, bisogna solo sedersi e godersela.

Watchmen 1x03
Watchmen 1×03

L’interpretazione di Jean Smart però va sottolineata. Dal suo atteggiamento sfacciato che dà del filo da torcere a tutti fino alla vulnerabilità che mostra alla fine della telefonata, passando per il dialogo serrato e intimidatorio con Angela (finito alla pari, però!), la Smart ha dimostrato di apprezzare e valorizzare ogni singolo secondo di questo inno meticolosamente elaborato al suo personaggio. Damon Lindelof ha inventato uno splendido “joke“, uno scherzo. Sulla perfetta falsariga del Comico. E Jean Smart ce lo ha consegnato in modo superbo. Va assolutamente bene che un singolo episodio sia dedicato anche solo a questo. In fondo in Watchmen niente è ciò che sembra.

Non abbiamo parlato in questa sede di Adrian Veidt e degli infiniti riferimenti a I Racconti del Vascello Nero. Vero. Ma qualcosa mi dice che la prossima settimana ne avremo davvero molto di più da dire. Promesso, ripartiremo proprio da qui.

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