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Perché dovete assolutamente guardare This is going to hurt, una delle migliori serie medical di sempre

Nomen omen: This is going to hurt fa male per davvero nella sua cruda rappresentazione della realtà, ma è proprio per questo che dovreste assolutamente guardarla.

Disponibile in streaming su Disney+, This is going to hurt è considerata una delle migliori serie medical della storia, vantando un indice di gradimento superiore al 90% su Rotten Tomatoes. La serie è l’adattamento televisivo dell’autobiografia best seller di Adam Kay, un medico inglese che ha deciso di raccontare le tragicomiche esperienze vissute nel reparto di ginecologia e ostetricia dell’ospedale in cui lavora, sottolineando inoltre tutte le falle nel sistema sanitario nazionale e il divario che intercorre tra sanità pubblica e privata.

Adam, interpretato nella serie dramedy dall’attore Ben Whishaw, è un uomo cinico e brutalmente onesto dilaniato dagli estenuanti turni di lavoro a cui non può sottrarsi poiché ancora specializzando. Vivere gran parte delle sue giornate tra le mura dell’ospedale ha inevitabilmente ripercussioni tanto sulla sua vita privata quanto su quella dei suoi pazienti. This is going to hurt è infatti ben lontana dalle edulcorate rappresentazioni dei medici dall’aspetto impeccabile proposte normalmente sul piccolo schermo.

Il protagonista della vicenda è costantemente stanco e sporco, costretto a riposare nei pochi attimi liberi che ha a disposizione nel tentativo di mantenere sempre alta la lucidità poiché, in un contesto come quello ospedaliero, ogni disattenzione può rivelarsi fatale e non c’è spazio per alcun margine di errore. La stanchezza e il senso di responsabilità (e talvolta di colpa) pesano sui medici del fatiscente e mal equipaggiato ospedale pubblico, ognuno dei quali tenta di mettere in atto a modo proprio una personale strategia di sopravvivenza. Per Adam questa è rappresentata dal distacco emotivo che cerca di frapporre tra lui e suoi pazienti, attraverso un pungente (per qualcuno persino profondamente irritante) black humor.

Il sarcasmo del protagonista si rivolge inoltre direttamente allo spettatore, a cui parla infrangendo la quarta parete seguendo l’ormai consolidato stile inglese a cui ci ha abituati la più nota dramedy della BBC Fleabag, dando voce ai suoi pensieri senza filtri e facendo del pubblico la sua diretta coscienza.

this is going to hurt
This is going to hurt (640×360)

In questo aspetto in particolare, il personaggio di Adam ricorda l’altrettanto cinico, sarcastico e distaccato medico del piccolo schermo Dr. House, differenziandosene tuttavia in quella genialità di intuizione che caratterizza il secondo. Nella fedele e cruda rappresentazione della realtà proposta dalla serie di Disney+ non c’è infatti alcuna sorprendente diagnosi a risollevare i destini dei pazienti; la morte è la co-protagonista con la quale tutti devono imparare a convivere ma a cui nessuno riesce ad abituarsi. Ed è proprio in questa convivenza con la morte che si differenziano i medici abbastanza forti da riuscire a continuare questo lavoro nonostante tutto da quelli su cui quest’asfissiante ombra pesa al punto da finire per inghiottirli nell’oscurità.

La responsabilità delle vite altrui, la pressione che questa comporta, i turni disumanizzanti di lavoro, l’impossibilità di scindere davvero la vita privata da quella lavorativa, la morte, i sensi di colpa, la depressione sono le tematiche principali della critica sociale che This is going to hurt porta sul piccolo schermo attraverso l’esperienza di Adam e soprattutto attraverso quella della giovane studentessa specializzanda Shruti (Ambika Mod). La protagonista femminile Shruti alloggia in uno squallido monolocale lontana da casa, non ha soldi a sufficienza per tornare a far visita alla sua famiglia e cerca come può di conciliare gli studi per gli esami abilitativi con gli impossibili turni al pronto soccorso.

Il sacrificio che questo lavoro le richiede la spinge a chiedersi quanto ne valga realmente la pena, arrivando a mettere tutto costantemente in discussione, compresa l’unica cosa che non andrebbe mai contestata. La vacillante salute mentale della ragazza muove nuovi sensi di colpa nell’animo di Adam, la cui corazza emotiva gli ha impedito di esserle di aiuto e di accorgersi del suo dolore.

D’altronde però è il suo stesso lavoro a richiedere la minima capacità empatica possibile, essendo quell’immedesimazione emozionale un sentimento troppo umano in quel contesto tanto disumanizzante.

“È divertente: nessuno pensa che i dottori si ammalino. È vero, e penso che faccia parte di qualcosa di più grande: i pazienti in realtà non pensano ai dottori come esseri umani. È per questo che sono così pronti a lamentarsi se commettiamo un errore o se ci arrabbiamo. È per questo che ci staccherebbero la testa quando finalmente li chiamiamo nel nostro studio della clinica straripante alle 19:00, senza pensare che abbiamo anche noi delle case in cui preferiremmo essere. Ma è il rovescio della medaglia di non volere che il tuo medico sia fallibile, capace di sbagliare la tua diagnosi. Non vogliono pensare alla medicina come a una materia che chiunque sul pianeta può imparare, una scelta professionale che perfino il loro cugino con l’affanno avrebbe potuto fare.”

Tratto da: This is going to hurt. Diario tragicomico di un medico alle prime armi di Adam Kay
this is going to hurt
Ambika Mod (640×360)

La figura del medico è accompagnata da sempre da una narrazione che lo colloca al di sopra dell’umanità trasformandolo in un super uomo infallibile, l’unico in grado di spostare il confine tra la vita e la morte. Il concetto di super uomo ingloba di conseguenza quello di eroe, epiteto abusato soprattutto nei recenti e difficili anni di pandemia dall’opinione pubblica e dai media, accrescendo il carico emotivo e di responsabilità che grava sul personale sanitario.

This is going to hurt restituisce quindi la dimensione umana a una professione ancora troppo incompresa, il cui valore risiede proprio in quell’umana possibilità di fallimento, elusa unicamente dalla conoscenza empirica data da anni di studi.

In un’equilibratissima commistione di generi, This is going to hurt risulta essere una serie visceralmente potente che non ha bisogno di enfatizzare le sue componenti drammatiche per commuovere i suoi telespettatori, né di esagerare negli aspetti comici dei suoi brillanti dialoghi, condensando in soli 7 episodi tutta l’umanità della critica sociale di cui si fa portavoce. Persino le delicate tematiche come la morte e il suicidio sono svuotate da qualsiasi tentativo di forzata spettacolarizzazione. Il dramma della serie è dato proprio dalla rappresentazione così fugace e semplificata di questi aspetti totalmente incontrollabili della realtà, in grado di sfuggire anche a chi indossa un camice bianco. Che siate amanti o meno dei medical drama, This is going to hurt è, più che una visione, una vera e propria esperienza immersiva da non farvi scappare. Ma vi avvertiamo: farà un po’ male.