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Il sacrificio tragico di Chelsea

Chelsea in The White Lotus 3

ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler sulla terza stagione di The White Lotus

Better Call Saul

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“Il sacrificio è la sola, vera perversione umana”
E. Morante

E di perversioni The White Lotus ce ne ha raccontate davvero tante. La terza stagione della straordinaria serie tv scritta da Mike White ci ha portato nuovamente nello splendido resort, stavolta tra il folklore e la fiera natura della Thailandia (e qui trovate alcune anticipazioni sulla location della quarta stagione). Un nuovo gruppo di ricchi avventori ha vissuto una settimana frenetica, tra gite in barca e self-caring. E pure stavolta la tragedia ha finito per insinuarsi nella fragile eleganza del The White Lotus. Il sangue si è sparso nel candore solo all’apparenza incontaminato e ha finito per colpire l’anima più pura che avesse messo piede in quel coacervo di spiriti frammentati.

Come al solito, la terza stagione di The White Lotus (visibile insieme alle altre su Sky e NOW) ci ha presentato un gruppo ricco e nutrito di personaggio, tutti splendidamente declinati e analizzati. Un posto di rilievo, però, se lo è preso senza dubbio Chelsea, la cui parabola è particolarmente esemplificativa dello spirito che anima l’intera serie. La sua morte nel finale, come conseguenza della sparatoria innescata proprio dal suo Rick, è particolarmente beffarda. È la tragedia che s’insinua nell’apparente calma di quel posto incantato. È il terremoto che lo scuote le vite di quei ricchi gettati nel purgatorio per osservare le proprie anime viziate. La morte di Chelsea è il sacrificio che la tragedia richiede per poter purgare quelle anime. È la perversione che sconfigge tutte le altre perversioni.

Rick regge Chelsea colpita da una pallottola nel finale di The White Lotus 3
Credits: HBO

Il purgatorio e il contrappasso, la tragedia e il sacrificio

La magnificenza di The White Lotus sta in tante cose. Soprattutto nella scrittura, però, capace sempre di sottendere diversi piani di lettura. Così la tragedia ha sempre trovato spazio nella produzione HBO. Ha saputo ogni volta inserirsi sottilmente nelle vite dei ricchi avventori del resort. E non si è mai presentata in modo banale, ma puntualmente con sfumature significative ed emblematiche. Non fa alcuna eccezione questo capitolo, che relega la tragedia all’epilogo (di cui qui potete leggere la recensione). La fa scaturire da quella rabbia incontrollabile di Rick, che esplode contro l’uomo che credeva avesse ucciso suo padre. E che invece era il suo vero padre. I greci avrebbero ammirato un risvolto del genere.

E lo spirito tragico si riversa nelle conseguenza di quell’insano parricidio. A perdere la vita in quella sparatoria è Chelsea, per cui oltre alla metafora tragica ci viene in soccorso anche quella dantesca. Se il The White Lotus è un purgatorio d’élite, la morte della ragazza è il più amaro dei contrappassi. Rovesciato, perché l’unica anima che non si trovava lì in cerca di pace, riscatto o qualunque altro sentimento umano è stata quella falciata dal tristo mietitore. La sua mano, però, si allunga oltre la sua vita. E qui s’innesca il sacrificio, perché la morte di Chelsea, per quanto tragica, beffarda e ingiusta, riesce a lasciare un’impronta profonda su un’altra anima che invece aveva estremo bisogno di quel lussuoso purgatorio.

L’assoluzione

Non stiamo parlando di Rick, che alla sua assoluzione ha rinunciato volontariamente. Il sacrificio di Chelsea si direziona verso Saxon, che invece è riuscito a cogliere la proprio occasione. E proprio qui sta lo spirito squisitamente tragico di questa morte. Per tutto il corso della terza stagione di The White Lotus, Chelsea ha sempre difeso a spada tratta il proprio amore. Ha sopportato il malumore e la lontananza di Rick. Ha cercato di spronarlo a lasciarsi il passato alle spalle. A lasciare andare tutta quella rabbia che lo stava consumando. Ha creduto nella sua anima gemella, rimanendo fedele a se stessa fino all’ultimo dei suoi giorni.

Al contempo Chelsea ha sempre tenuto a debita distanza Saxon. Il belloccio superficiale deciso a conquistarla. Ma mentre Chelsea gli negava il suo corpo, gli faceva un dono più grande. Gli mostrava la propria anima e gli faceva intravedere una luce. Il cambiamento di Saxon è sottile. Si consuma specialmente nelle ultime battute di permanenza in quel limbo. Allo stesso tempo però è anche significativo e il culmine di questa metamorfosi sta proprio nel finale. Quel ragazzo che legge sulla barca di ritorno è un ragazzo diverso. Pronto alla nuova vita che si troverà una volta tornato a casa. Una vita parecchio diversa, che mai Saxon avrebbe potuto affrontare prima di incontrare Chelsea.

L'immagine di Saxon che legge a chiusura della terza stagione di The White Lotus
Credits: HBO

Il capolavoro di scrittura di The White Lotus

In questa struttura possiamo ammirare la meraviglia di The White Lotus. Nel modo in cui il percorso compiuto da Saxon s’interfaccia con quello di Chelsea, che a sua volta sbatte contro l’evoluzione – mancata – di Rick. Il capolavoro sta sopratutto nel tono scelto per delineare questi personaggi. Quello spirito dolceamaro proprio da sempre della narrazione (se volete approfondire, abbiamo dedicato un focus all’umorismo dark della serie) si è spinto ancora più in là. Si è fatto epica. Ripercorrendo la metafora dantesca Chelsea ci appare come una sorta di martire, e qui incontriamo pure lo spirito tragico che soggiace l’intera vicenda. Il sacrificio è la chiave di lettura del finale della terza stagione di The White Lotus. Un sacrificio che risulta etero-direzionato e provvidenziale.

E qui, ancora una volta, sta la tragedia. A posteriori cambia completamente la definizione del personaggio di Chelsea. Il suo ruolo è stato quello di compiere ciò che il The White Lotus prepara. Quello di salvare almeno una delle anime perse in quel purgatorio. Il suo destino era segnato sin dall’inizio, quindi. Una volta assunto il suo compito, Chelsea ha abbracciato il proprio destino. La sua etichetta da eroina tragica imponeva quest’uscita di scena. E la ragazza si è accomiatata a modo suo. Abbracciando quell’amore in cui ha sempre creduto, ma che evidentemente non poteva assolutamente essere salvato. Nemmeno dal più puro dei sacrifici.

A suggellare, infine, la genuinità del sacrificio di Chelsea c’è l’inconsapevolezza di Saxon. Il ragazzo lascia il The White Lotus senza nemmeno accorgersi di essere cambiato. Senza neanche preoccuparsi dell’integrità della ragazza dopo tutto quel marasma. Quell’ossessione che l’ha colpito per una settimana puntualmente è sparita. Saxon non si rende minimamente conto della fortuna che ha avuto nell’incrociare la strada di Chelsea. Nell’immediato, sicuramente. Nel futuro chissà. Ma è questa mancata corrispondenza a rendere tale il sacrificio. A rendere Chelsea la salvatrice e Saxon l’anima fortunata che ha potuto redimersi in quel purgatorio dove i ricchi guardano le proprie anime, ma molto spesso non vedono le macchie. E chi le vede, evidentemente, non è destinato a sopravvivere.

Per continuare ad approfondire The White Lotus, non perdetevi il nostro focus su come le carte dei tarocchi tornino come pattern nella serie