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Andy Bernard: anche The Office può fallire?

Ammetto che The Office e How I Met Your Mother sono le due comedy che ciclicamente riguardo tutte d’un fiato, non posso farne a meno. Quindi per me è estremamente difficile trovare (e ammettere, soprattutto) qualcosa che stoni in queste due serie. Ma Andrew Bernard (forse) è un caso a parte. Sono già state scritte molte cose su questo personaggio, è già stato molto criticato e c’è chi lo ha considerato un fallimento della serie, ma vorrei suggerire una nuova chiave di lettura.

Parto da un dato di fatto: quando ho conosciuto per la prima volta il personaggio di Andy Bernard l’ho trovato estremamente fastidioso. A tratti cattivo, con atteggiamenti infantili e decisamente fuori dal comune: non stonava poi così tanto, quindi, rispetto agli altri personaggi di The Office. Ma Andy, al contrario di tutti gli altri protagonisti, è stato criticato per la sua de-evoluzione incredibile alla fine della nona stagione. Partito come bambino troppo cresciuto, finisce per diventare un personaggio che suscita empatia in chi lo ha visto crescere lungo il corso delle stagioni. E sarà forse un’eresia la mia se dico che, forse, la sua de-evoluzione non è stata così inaspettata.

Mi spiego meglio.

Andy è sempre stato un personaggio incoerente nella sua ricerca di coerenza e stabilità: non sa quello che vuole, o meglio, lo sa ma poi cambia idea, prima è in un modo, subito dopo in un altro. Prima è irascibile e con un atteggiamento da bulletto, poi si fa convincere a farsi fare un tatuaggio solo per non deludere le aspettative dell’ufficio. Prima lo vediamo spavaldo e sicuro di se, subito dopo scopriamo il suo essere camaleontico in base a chi ha davanti (come con Michael nella 03×08). Andy non è mai stato sempre lo stesso nel corso delle stagioni. Lo abbiamo conosciuto in un modo, poi lo abbiamo visto trasformarsi in altro, poi in altro ancora. A differenza degli altri personaggi, lui non è mai riuscito a trovare la sua strada. Non ha mai avuto le idee chiare su niente, e questo ci viene fatto notare (quasi) subito. E’ un personaggio estremamente contraddittorio, difficile da inquadrare, e forse è anche per questo che all’inizio non suscita poi tutta questa simpatia, non è da subito caratterizzato come gli altri. Lo sarà poi, certo, ed è per questo che diventerà uno dei personaggi più amati della seria e, alla fine, il più odiato. Perché appena ti sembra di averlo inquadrato e capito, ecco che si comporta esattamente nel modo opposto.

Iniziamo a comprenderlo quando cominciamo a conoscere la sua storia, ovvero quando ci rendiamo conto che lui, alla Dunder-Miffilin, è finito un po’ per caso. Fa il venditore non perché ha particolari doti nelle vendite (come Jim), anzi, è proprio negato, né perché ha una particolare vocazione (come Dwight), ma solo perché, come tutti, deve guardare per vivere. E’ costantemente insicuro delle sue capacità, anche quando riesce a diventare manager regionale. Ha complessi di inferiorità verso il fratello perché, al contrario suo, dimostra di avere del talento ed è bravo nel suo lavoro e, cosa più importante, ha il rispetto e l’affetto dei genitori. L’unica cosa che inorgoglisce Andy è l’aver frequentato ed essersi diplomato alla Cornell, ed infatti l’unica cosa che non cambia in lui nel corso delle stagioni è proprio la sua ostentazione nel ricordare a tutti questo particolare (attraverso canzoni a cappella o musical improvvisati).

The Office: Andy Bernard (640x360)
The Office: Andy Bernard (640×360)

La sua incostanza nel sapere ciò che vuole si manifesta anche nelle sue decisioni amorose: si “innamora” di Angela perché pensa di aver trovato la moglie perfetta da sfoggiare ai genitori, scegliendo di sposarla in pochissimo tempo per dimostrare che non solo il fratello, ma anche lui può raggiungere dei traguardi importanti nella vita.

Ma quando il suo “sogno”, alla fine, inevitabilmente, si infrange, Andy è alla deriva, ancora alla ricerca di quello che vuole fare e chi vuole essere.

Arriva poi il turno di Erin, che alla fine ha faticosamente conquistato, ma nemmeno questo sembra renderlo veramente soddisfatto. E’ come se ogni volta che si trova in una situazione che pensava di volere, alla fine fa di tutto per rovinarla per continuare a cercare qualcos’altro. Lo vediamo perfettamente quando riesce a diventare manager regionale: una cosa che forse lui neanche ha mai considerato di volere, eppure quando gli si è presentata l’occasione ha voluto tentare nell’impresa. Ma nella sua costante incostanza, anche questo traguardo, raggiunto e conquistato, sembra non essere abbastanza. Si rende conto che per quanto lui faccia non è mai comunque apprezzato o preso sul serio, né dai genitori, né dai colleghi. Ed ecco che scatta ancora in lui quella voglia di cambiamento improvviso: dopo la notizia della rovina dei genitori, dopo aver (di nuovo) conquistato Erin, decide che forse non aveva più senso cercare di fare qualcosa solo per avere l’approvazione di qualcun altro, perché, comunque, non sarebbe mai arrivata. Ed ecco che l’ennesimo cambio di direzione avviene a bordo di una nave, con il fratello.

Forse, dico forse, Andy può essere considerato il personaggio più “umano” di The Office.

Non che gli altri non lo siano, ma è quello che racchiude in sé tutte le contraddizioni, le indecisioni, i cambi di direzione che possono capitare a chiunque. Chi non si è sentito spaesato e sperduto almeno una volta nella sua vita? E a quanti è capitato di non sapere cosa fare e dove andare, di non sapere quale strada scegliere? La sua inevitabile de-evoluzione culmina nell’ultima stagione, ma è sempre stata sotto i nostri occhi. Quello che delude di più, forse, è che tutti si aspettavano qualcosa di meglio; in realtà Andy ci ha fatto capire che non sempre la strada è dritta davanti a noi, ma è fatta di curve, semafori, divieti, e segnali di stop. E per questo ci lascia l’amaro in bocca.