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The Leftovers è una di quelle serie che vanno capite e non solo guardate

Se dovessimo trovare un termine per spiegare perchè The Leftovers sia una serie che non è, e probabilmente non è mai stata sulla bocca di tutti, quello sarebbe senza dubbio equivoco. Perchè in molti questa serie non l’hanno capita. Non hanno capito quelle che erano le sue reali intenzioni, i suoi reali obiettivi. In molti hanno equivocato. La colpa originale, il motivo per cui in molti non siano riusciti a venire a patti con The Leftovers, è sicuramente legata alla presentazione della serie. Quando ci approcciamo a una nuova serie tv da vedere le cose che facciamo sono sempre le stesse: leggiamo la trama per capire se possa fare al caso nostro e diamo un’occhiata anche al cast e al team di sceneggiatori e produttori, senza dimenticare la rete o la piattaforma di distribuzione. E quando ci siamo approcciati a The Leftovers, di fatto, ci siamo immaginati tutt’altro rispetto a quel che ci saremmo poi effettivamente trovati di fronte.

Il 14 ottobre del 2011 il 2% della popolazione mondiale (140 milioni di persone) scompare all’improvviso. Alcuni si convincono che la Terra sia stata colpita dal “Rapimento della Chiesa” altri rifiutano di vederlo come un evento mistico, e nessuno, in realtà, sa veramente cosa sia accaduto. La serie ha inizio tre anni dopo l’evento, e segue le vicende della comunità di Mapleton, dove sono scomparsi nel nulla oltre cento abitanti.(Wikipedia)

La trama, a grandi linee, di The Leftovers che si trova più facilmente online è questa qua sopra. Sfido chiunque a essersi immaginato, leggendo questa trama, qualcosa di diverso da: serie mistery intrippante che mi farà impazzire nel tentativo di dirimere il mistero principale a cui sicuramente se ne aggiungeranno degli altri, magari con dei pazzeschi e continui colpi di scena. Una sensazione rafforzata dalla lettura di un nome in particolare, quello di Damon Lindelof, come creatore della serie. Lindelof, per intenderci, è lo sceneggiatore principale di Lost. Immaginarci i ghirigori lostiani, i cliffhanger continui, i finali di puntata mozzafiato è stato semplicemente automatico, per tutti.



Una sensazione ingannevole, perchè The Leftovers è poco di questo e soprattutto è molto altro.

The Leftovers non è l’erede di Lost, è in tutto e per tutto un’altra cosa. Lost è stata caratterizzata sempre e comunque dagli occhi dei protagonisti che brillano di speranza pur in tutte le difficoltà che devono affrontare, mentre in The Leftovers la speranza si traduce principalmente nell’ossessione di provare a far tornare le cose come prima. Se quella che abbiamo visto in Lost era una forma di speranza attiva, quella messa in scena dai personaggi di The Leftovers è invece una forma di speranza passiva, per quanto ugualmente ostinata. In Lost, l’isola è al tempo stesso condanna e occasione: tutti quelli che si trovano lì hanno delle colpe da espiare, e sperano che se un giorno riusciranno a tornare alla vita normale avranno la possibilità di redimersi e cambiare le cose. In The Leftovers invece non ci sono colpe dei protagonisti: la perdita dei propri cari, che svaniscono repentinamente nel nulla, è uno shock al quale ognuno reagisce in maniera diversa ma ugualmente e comprensibilmente devastata. In The Leftovers convivono speranza passiva e rassegnazione, e viviamo il dolore nella sua forma più ancestrale.

Se in Lost il plot eccitante è quindi uno dei punti più forti, benchè non l’unico, del prodotto, The Leftovers invece usa la trama intrigante come un pretesto per raccontare altro, e l’elemento fantascientifico si rivela essere principalmente un espediente creativo, uno strumento per raccontare la vita dopo la perdita. Una serie lenta, con episodi lunghi, che non esitiamo a definire pesante nell’accezione positiva del termine se ce n’è una, perchè The Leftovers scava in profondità e con rude delicatezza tenta di far luce su questioni che spesso tendiamo a non voler affrontare. Una serie molto diversa da quel che ci aspettavamo inizialmente.

Ed è qui che si ferma buona parte degli spettatori, qui si fermano quelli che non vogliono andare oltre e sbattono la testa davanti al supposto tradimento delle promesse insite nella lettura forsennata della trama. In molti non si sono impegnati a comprenderla, pretendendo quel che c’era scritto nella sinossi iniziale: The Leftovers doveva essere qualcosa di eccitante da guardare, e basta. E invece è una serie che va principalmente capita.

Questo, però, non si sono sforzati di capirlo tutti. In troppi non l’hanno voluta capire The Leftovers, anche se sarebbe forse ancor più corretto dire che non l’hanno voluta affrontare, una volta scoperto cosa c’era sotto la patina di mistery intrigante con cui si era presentata. É senza dubbio un peccato enorme, ed è il motivo principale per cui questa perla non ha mai raggiunto la popolarità che avrebbe meritato più di tanti prodotti dozzinali, vuoti e insignificanti che sono saliti negli ultimi anni agli onori delle cronache.