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The Following 3×10 – Le Pagelle: Carroll unico e irripetibile, Gwen Mrs. Inutilità

Proviamo con un nuovo esperimento. Oddio, non tanto nuovo, perchè c’abbiamo già provato con altre serie tv. E visto che non è andata malissimo, ci siamo detti: perchè non provare anche con The Following? The Following è una serie che si porta dietro pareri contrastanti, ma che a me personalmente, in un modo o nell’altro, continua a piacere. Sarà perchè è la prima che ho seguito davvero con passione, sarà perchè mi ha ufficialmente aperto la strada ad un nuovo approccio rispetto alla serialità televisiva. Sarà perchè Ryan Hardy e Joe Carroll sono due characters favolosi. Sarà per tanti motivi, quindi da oggi voglio provare a giudicare e votare i personaggi puntata per puntata. L’idea mi frullava in testa già da un po’, ma la 3×10 mi ha dato l’input definitivo. Perchè è stata una puntata pazzesca. Finalmente pazzesca. 

THE FOLLOWING 3X10 – LE PAGELLE

THEO 5,5 – Grande protagonista nelle scorse puntate, questa volta lascia – giustamente – la scena al Re, nella puntata dell’addio del Re. Theo recupera la sorella da una sorta di ritrovo tossicodipendenti, che si scopre essere una copertura. Ne uccide uno, cosi, per provare a non far abbassare troppo la media. Cattura un super hacker cinese allo scopo di fargli scoprire il famoso codice di Strauss. Deliri su deliri, vite finte su vite finte, sotterfugi e smanettamenti al computer come se piovesse. Fatto sta che il suo personaggio era partito bene, aveva continuato meglio ma ora sembra andare un po’ in flessione. Soprattutto dopo che ci hanno fatto riassaggiare un po’ di Joe Carroll. Vuole uccidere Hardy, Theo, a costo di mettere a repentaglio se’ stesso. Ma la domanda vera è: può essere effettivamente un degno erede di Carroll? Può davvero prendere il suo posto nello show? Più vanno avanti le puntate e più la risposta si fa chiara: no. Ma non si sa mai.

SORELLA DI THEO 6 – Se non altro perchè con la mossa di liberare i prigionieri tramite l’ennesimo computer-controlla-tutto (bah) di Theo, ha creato un po’ di momenti di pathos. E quindi è stata funzionale allo spettacolo di Ryan e Joe, unici veri protagonisti riusciti della storia, a prescindere da come si evolve la storia.

MAX E MIKE 6 – Stavolta non ci ammorbano troppo con la loro tormentata storia d’amore in stile Beautiful – o in stile Dawson’s Creek, se si considera il fidanzato di Max come terzo incomodo – e quindi possiamo anche regalargli una sufficienza. Ma la speranza è che dalla prossima puntata in poi tornino ad avere un ruolo più definito, che vada oltre questa sorta di surrogato di teen drama in cui li hanno ‘ingabbiati’. Erano due personaggi fighi prima di entrare in questo vortice di delirio, soprattutto Mike. Restituiteceli. 

GWEN 4 – Il premio ‘personaggio più inutile nella storia di The Following’ è li’, deve essere soltanto ritirato dalla cara Gwen che – ormai possiamo dirlo – l’ha vinto a mani basse. Niente a che vedere con le precedenti donne di Ryan. Claire e Carrie Cook – soprattutto Carrie Cook – erano di un’altra pasta. Lei non fa praticamente nulla, ed è talmente inutile che non riesce nemmeno a dire di essere incinta prima che Ryan si butti in pasto a Joe Carroll. Pensare che The Following si è liberato di personaggi potenzialmente ben più interessanti in poche puntate e questa qua ce la stiamo sorbendo senza motivo da un’intera stagione fa un po’ rabbia.

I PRIGIONIERI LIBERATI 4,5 – Abbastanza surreale il fatto che un gruppo di temibili killer in preda alla furia omicida, liberatisi per puro caso e fortuna, si facciano infinocchiare ed ammazzare uno dopo l’altro da Ryan. La scena in cui si liberano tutti insieme è d’impatto, ma è vanificata dai fotogrammi successivi dove scompaiono nel giro di pochi minuti, facendosi fare fessi come dei novellini qualunque.

GLI IMPRIGIONATI DA CARROLL 5 – Anche qua, low level. Non aggiungono molto alla storia, nella quale praticamente non intervengono nemmeno se non quando la sorella di Theo libera i vari killer. Ci sono stati imprigionati migliori.

RYAN HARDY 7,5 – Veniamo ai voti positivi, finalmente. Ryan Hardy come sempre riesce ad alzare il livello dello show, con l’aiuto dell’amiconemico Joe Carroll. Al solito impulsivo e scenico, decide di accettare la corte di Joe, dando seguito alla sua proposta indecente di raggiungerlo in cella da solo, senza farsi accompagnare da nessuna squadra e disarmato. Li’ i due danno vita ad un autentico spettacolo. Ryan ammette finalmente a Joe, ed a se’ stesso, che loro due sono uguali. Ed in qualche modo gli ammette anche che di fatto è sempre stato il suo primo e più fedele follower, nel vero senso della parola. Ryan ammette di essere un killer. Ammette di sognare Joe. E sebbene indirettamente, ammette di volergli bene. Gli salva addirittura la vita quando uno dei prigionieri sta per strangolarlo, e Carroll ricambia. Durante la sua esecuzione Ryan piange, poi va a bere, ordina due whisky: uno per lui, uno per Carroll, che puntuale ricompare nelle sue allucinazioni. Joe ha detto di poter morire in pace, perchè Ryan ha finalmente ammesso il fatto che i due sono fratelli. Joe si aspetta da Ryan che sia Ryan stesso a continuare il suo lavoro di serial killer. E Ryan stavolta non gli dice di no. Non mente più a Joe, non mente più a se’ stesso. La storia si fa interessante ora, perchè Ryan che si trasforma in Carroll 2 è sicuramente una potenziale evoluzione pazzesca. Ed imprevista. E forse, è l’unica situazione che potrebbe ri-mettere in moto lo show per bene: perchè oggettivamente, nessuno di quelli venuti dopo Carroll è riuscito a dare forza alla storia come Carroll. Ma forse la soluzione era davvero questa, davvero quella più imprevedibile. Forse Ryan può.

JOE CARROLL 10 – Lunga vita al re. Se The Following è uno show che, nonostante varie pecche dalla seconda stagione in poi, è riuscito a tenersi in piedi fino a qua, il merito è principalmente suo. Il merito è di Joe Carroll. Ed il fatto che ora al 99,9% – qualche pazzo spera ancora in qualche trucco, tipo che è tutto un bluff e che Theo per qualche assurdo ed impossibile motivo s’è messo a manovrare pure l’esecuzione con finte iniezioni letali e finti macchinari, tanto lui tutto può – sia uscito di scena, è davvero un grossissimo peccato. Personaggio favoloso, regala un’ultima recita da Oscar. Nel giorno della sua esecuzione riesce ancora una volta a prendere il comando dei giochi ribaltando la situazione – in modo a dire il vero un po’ assurdo, ma ne ha guadagnato lo spettacolo e quindi soprassediamo – e dando vita all’ultimo, grandioso tete a tete con Ryan Hardy. Un tete a tete stavolta decisivo, perchè il genio criminale e bipolare di Carroll riesce finalmente a far ammettere a Ryan che loro due sono uguali. Con i soliti giochetti psicologici, con le solite strepitose skills da commediante che sicuramente ci mancheranno. Joe Carroll è stato un personaggio mostruoso, in tutti i sensi. Si è saputo reinventare, ha saputo tenere in piedi uno show quasi da solo. Protagonista indiscusso di The Following. Il suo fraterno amore malato per Ryan è di un’intensità talmente ampia che alla fine riesce a coinvolgere persino Ryan stesso. Oltre allo spettatore, ovviamente. Chiude in lacrime, guardando Hardy che lo vede esalare l’ultimo respiro. Dispiace, perchè era un personaggio stratosferico, interpretato da un attore stratosferico come Purefoy. Dispiace parecchio vederlo uscire di scena. Ma le parole di Ryan dicono tutto: “You win, Joe”. Si, ha vinto Joe Carroll. Vero mattatore di The Following, comunque vada a finire. Unico. Ed irripetibile.

(Un saluto agli amici di The Following Italia!)