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Padri

the bear

“All the times that I’ve cried
Keeping all the things I knew inside
It’s hard
But it’s harder to ignore it
If they were right, I’d agree
But it’s them they know, not me
Now there’s a way, and I know
That I have to go away
I know I have to go” (Cat Stevens, Father and Son).

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L’etimologia della parola padre racchiude tutto. Il termine, che nelle lingue più antiche come il greco, il sanscrito e il latino condivide la radice “pāt”, riesce a contenere almeno due concetti: quello di protezione e quello di nutrimento. In greco, ad esempio, patèomai significa “mi nutro”.

Il padre, allora, è colui che protegge, colui che nutre. In The Bear, tuttavia, il condizionale – sia nel suo tempo presente che passato – diventa obbligatorio e trasforma questo significato etimologico in qualcos’altro: padre è colui che dovrebbe proteggere e che dovrebbe nutrire, oppure colui che avrebbe dovuto proteggere e avrebbe dovuto nutrire. Il nutrire, il sostenere, non sono altro che, in senso figurato, l’anima viva di qualsiasi cucina, il nucleo irrinunciabile di quel microcosmo tanto caotico quanto familiare. Famiglia, appunto: in una famiglia il padre c’è sempre, anche (e soprattutto) quando non c’è.

Carmy e Richie
Credits: FX Productions

In questa analisi, che non ha nessuna pretesa se non quella di osservare alcune delle complicate dinamiche mostrate in una serie sopraffina come The Bear, non si può che partire da un padre che non c’è: quello dei fratelli Berzatto.

Da un punto di vista fattuale, ben poco si sa, se non che l’uomo ha abbandonato la famiglia quando Carmy era ancora un bambino; gli occhi attraverso cui egli viene descritto più approfonditamente sono quelle di Mike che, in un flashback della quarta stagione, viene mostrato distaccato nel parlarne con il fratello Carmy. Quest’ultimo, a maggior ragione, non ha quasi alcun ricordo, se non che a suo padre piaceva un certo ristorante, definito una bettola dal maggiore Mike: diventa fondamentale e parimenti interessante, quindi, osservare come dello stesso evento i due fratelli hanno un ricordo completamente opposto e in entrambi i casi il padre è il protagonista – negativo per Mike e positivo per Carmy – di tale ricordo.

Ma, come detto, ciò che conta in Berzatto Senior è la sua assenza per Mike, Carmy e Natalie; assenza che, inevitabilmente, ha reso agli occhi del protagonista Carmen suo fratello maggiore la figura paterna e/o maschile di riferimento: un vuoto, invero, destinato ad appesantirsi quando Mikey si toglie la vita, un buco nero risucchiante una famiglia già sull’orlo della disgrazia psicologica.

Mike, a dire la verità, è una figura altrettanto importante per Richie ma il loro rapporto è di più complesso inquadramento: non è così facile affermare che Mike fosse una figura paterna anche per Richie, data la loro vicinanza di età, ma al tempo stesso non è difficile notare che se Richie e Carmy sono due fratelli che bisticciano, c’è qualcosa di più austero e meno infantile tra Mike e il “cugino”.

Richie è, volente o nolente, il vero “padre” in The Bear: nonostante le sue imperfezioni, le sue mancanze e le sue contraddizioni, l’uomo fa di tutto per essere il miglior padre possibile per sua figlia Eva, dando voce al suo lato più genuinamente altruista e protettivo.

L'episodio 7
Credits: Disney+

Il (falso) problema, però, è che Richie non è l’unico candidato alla genitorialità di Eva: Frank, il nuovo compagno e poi marito della ex moglie Tiffany, vive con Eva, la vede molto più di Richie e inevitabilmente vorrebbe dare il suo contributo nella crescita della figlia della donna che ama. Frank e Richie sono due padri che vogliono esserci: nell’episodio del matrimonio di Frank e Tiff (4×07) entrambi iniziano a capire che la loro realtà non può e non deve essere nell’alveo della competizione, bensì della cooperazione; senza Richie, Frank non sarebbe mai riuscito a ottenere la danza con la piccola Eva; senza Frank, Richie non avrebbe capito che l’unica versione che serve a sé stesso e alla sua famiglia è la versione migliore di sé.

Un padre che non solo vuole esserci ma che sa come esserci è il padre di Sydney: l’uomo è premuroso, ama sua figlia e si preoccupa per lei. Nel commovente monologo di Syd in ospedale, la ragazza cristallizza tutte le colpe che crede di avere per il malore di suo padre: un uomo alla sua età non dovrebbe preoccuparsi così tanto per la propria figlia, che vive una vita frenetica e un’instabilità lavorativa che spingerebbe qualsiasi genitore a interrogarsi sulla felicità della propria prole. Il simbolismo psicosomatico dell’infarto, inoltre, non è casuale: il cuore, che in psicologia rappresenta il centro assoluto dell’affettività, è fragile nel padre di Syd, come precario è il momento del loro rapporto, trascurato dalla ragazza non per cattiveria ma per abitudine. La certezza che il proprio genitore sia sempre lì, pronto ad aspettarci e aiutarci – a proteggerci e a nutrirci – è un’illusione da cui si viene svegliati quando ci si rende conto che, per usare le parole di Tina, “anche i genitori sono esseri umani”.

E anche per loro parte il timer”, risponde Marcus. Anche Marcus ha un non-rapporto con suo padre di cui si sa poco, ma è suggestivo notare che il genitore sembra intenzionato a riavvicinarsi al ragazzo e quest’ultimo sia scettico o, comunque, cauto, probabilmente perché in passato qualcosa lo ha fortemente deluso o distaccato dalla sua figura paterna. È pregevole, però, il modo in cui gli autori e l’attore mettono in scena il dubbio: non si può fare a meno di avere il dubbio di star commettendo un errore a ignorare il proprio genitore, foss’anche il peggiore del mondo. Il timer è il dubbio di Marcus, che forse vede in questo avvicinamento del padre un’ultima occasione di avere una parvenza di relazione con lo stesso. I dubbi, soprattutto quelli inter-relazionali, non si sciolgono facilmente si sa.

Richie e Carmy
Credits: FX Productions

Proteggere e nutrire: The Bear racconta storie di protezione funzionali e disfunzionali, storie di un nutrire che assume ogni sfaccettatura del proprio significato, da quello materiale fondamentale in una cucina e in un ristorante a quello metaforico del sostentamento, cui le figure paterne sono intimamente collegate. L’idealizzazione, a volte, gioca brutti scherzi e Carmen lo sa bene: eppure, per quanto complesso e complicato sia il reticolato relazionale tra padri e figli (o tra fratelli maggiori e fratelli minori), sarà sempre un ricordo rasserenante quello di quella voce roca che col sorriso afferma: “Let it rip”.

The Bear 4 – Ogni secondo conta