Attenzione: evita la lettura se non vuoi imbatterti in spoiler su Ted Lasso
Quando si cerca il significato di straordinario sul vocabolario, la definizione di riferisce a qualcosa che esce dall’ordinario e che può essere inteso come fenomenale, legato cioè a un fenomeno particolare. Qualcosa che sia fuori dal comune, insomma, che esca dalle regole e dalla visione che gli viene affibbiata. Nella lingua italiana, ma anche in quella inglese, il termine stra-ordinario (o extra-ordinary) viene inteso spesso come qualcosa di magnifico, che ha una bellezza inaspettata e dirompente. Partendo da qui, possiamo tranquillamente affermare che non c’è definizione più azzeccata per descrivere Ted Lasso, il personaggio ma anche la serie tv stessa.
Molto è stato detto su uno dei personaggi meglio riusciti degli ultimi anni, interpretato da Jason Sudeikis, che ci trasporta in un mondo fatto di gentilezza e di educazione. Un mondo a cui siamo ormai poco abituati, nella vita reale ma anche nelle serie tv.
Il mondo di Ted Lasso è un mondo in cui l’ordinario diventa straordinario, unico e necessario. Con Ted Lasso ci immergiamo finalmente in uno scenario completamente normale che, attraverso qualche piccolo espediente, riesce a tramutarsi in qualcosa fuori dal comune. E tutto ciò riguarda tanto il personaggio di Ted Lasso quanto tutti gli altri che gravitano attorno a lui.
Ormai lo sappiamo, la forza di Ted Lasso è dolcezza, la bonarietà, la gentilezza. La serie tv, uscita per Apple TV+ nel 2020 (che al momento è in attesa di una quarta stagione piuttosto controversa), ha sempre puntato su un personaggio che fosse più che positivo, che andasse oltre il suo essere l’eroe della storia. Perché il punto è proprio questo: Ted è tutto fuorché un eroe. Gli eroi, per definizione, hanno delle personalità eccentriche che li rendono unici nel loro genere e in grado di azioni fuori dall’ordinario. Ted, invece, è semplicemente un uomo disposto a mettersi in gioco ma anche a lottare per rimanere esattamente così com’è.
La sua bellezza sta esattamente nel suo essere normale, nel suo essere un uomo comune. È da lì che nasce la sua forza ma soprattutto la sua straordinarietà.
Partiamo dal principio: Ted Lasso è un allenatore di football americano che intraprende la sfida più grande della sua vita, decidendo di andare a Londra ad allenare una squadra di Premier League di calcio. La squadra in questione, il Richmond, è sull’orlo del fallimento e le prestazioni sono in calo. Rebecca, la manager del Richmond, ha intenzione di farla fallire per fare un torto al suo ex marito nonché ex manager della squadra. Assume Ted Lasso, proprio con questi fini. Ma Ted ha altri piani.
Perché Ted, ovunque vada, riesce a farsi amare. La sua straordinarietà, che risiede come si diceva proprio nella normalità, vince su qualsiasi carattere spigoloso. Andando avanti, infatti, capiamo che la vera sfida di Ted non è quella di imparare un gioco per lui del tutto sconosciuto e portarlo avanti, quanto insidiarsi nei cuori di chi non lo conosce. E soprattutto nei cuori di chi ne ha bisogno. Ted Lasso, infatti, si delinea come un personaggio curativo, in un certo senso. La sua giovialità e la sua positività, che si concede anche dei momenti negativi come è giusto e normale che sia, nasce per essere contagiosa. Nasce per coinvolgere nella maniera più semplice possibile e per avvolgere persone diverse in una bolla di ridimensionamento.
Perché Ted Lasso ci riporta con i piedi per terra e ci ricorda quanto sia necessario essere gentili, curiosi e positivi fin dove si può.
Ci ricorda quanto la normalità, in un mondo che cerca sempre di più di essere straordinario, sia la scelta giusta. Anche se si crea un paradosso, perché a questo punto è proprio la normalità ad essere straordinaria, ad essere fuori dal comune.
Si pensi solo, fra tutte, alla relazione con Roy Kent, il capitano veterano della squadra del Richmond. Roy, burbero e scontroso ma dal cuore buono, non va d’accordo col carattere positivo di Ted e lo scontro (anche se sempre bonario) è all’ordine del giorno. I due caratteri si incontrano su un livello più che altro professionale ma è un ottimo esempio di come Ted Lasso riesca a far cambiare atteggiamento anche alla persona meno incline al cambiamento. Il metodo di Ted Lasso (che più avanti nella stagioni viene messo al centro della narrazione) è rivoluzionario in questo senso: si può anche essere del tutto ignoranti in qualcosa, come lo è Ted all’inizio nel gioco del calcio, ma è la testa che conta. È il modo in cui ci si approccia a quel determinato scoglio che fa veramente la differenza.
Il segreto, secondo Ted Lasso, è fare semplicemente ciò che si è in grado di fare, senza voler per forza esagerare, senza dover dimostrare nulla a nessuno.
Perché è quando si va oltre la propria personalità che si crea il danno, personale e collettivo. Jamie Tartt, il giocatore di punta del Richmond, strafottente ed egoriferito, non fa altro che cercare di essere ciò che non è.
Il metodo Ted Lasso, anche su di lui, avrà infatti una grande influenza (anche se ci vorrà più tempo, e qualche stagione in più). Il punto è che Ted Lasso, alla fine, arriva a tutti. Il superpotere della normalità, per quanto paradossale possa essere, ha un’efficacia senza precedenti. E se questo è vero per il personaggio di Ted, è altrettanto vero per la serie stessa. Quest’ultima, infatti, si pone in un panorama saturo di violenza, crime, ma anche solo di storie che puntano a essere l’eccezione. Storie che portano un messaggio di speranza dettata dal se vuoi, puoi; se ce la metti tutta, puoi arrivare alle stelle.
Ted Lasso non vuole in nessun modo arrivare alle stelle, sta bene sulla terra ferma, tra le persone vere. La serie tv Ted Lasso, in questo scenario, si pone come qualcosa di veramente extra ordinario, pur rimanendo perfettamente normale.
Sembra dirci che non occorre fare una serie su come diventare qualcuno, piuttosto è necessario raccontare una storia comune, su come chiunque possa avere il proprio posto nel mondo semplicemente essendo a suo agio nella normalità. Non sono i sogni che ci salvano, bensì la curiosità e la gentilezza. Nei nostri confronti e nei confronti degli altri, del mondo che ci circonda.
È quando l’ordinario diventa eccezionale che si crea una rivoluzione; quando essere normali è la vera rivoluzione. Allora la funzione di Ted Lasso va ripensata in questi termini: la serie è divertente e spensierata, è ben scritta e appassionante. Ma soprattutto è necessaria, trasmette un messaggio vitale nel momento storico in cui viene creata. Se la spinta all’eccezionalità è ovunque, se l’unica strada narrata è quella del tutto è possibile, Ted Lasso smentisce tutto e ci dice quanto è bello essere normali.
Se la società ci racconta che bisogna distinguersi dagli altri, che dobbiamo essere unici e spiccare a discapito di tutto, Ted Lasso ci insegna l’umiltà, la gentilezza, l’attenzione a chi ci sta accanto. Ci insegna soprattutto che essere normali è bello ma è anche l’unico modo, oggi, di essere diversi dagli altri.
Il paradosso della straordinarietà di Ted Lasso deve servire da esempio di come si può raccontare una storia senza per forza eccedere e cadere nello straordinario; si può raccontare una bellissima storia di un uomo qualunque che, con le sue imperfezioni e soprattutto con la sua umanità, non conquista il mondo, conquista la sua fetta di mondo. Come Ted Lasso, dovremmo capire meglio come ritagliarci il nostro spicchio di felicità e imparare a stare a nostro agio nella normalità.