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The Rookie migliora col tempo

Quante serie tv hanno esordi da capogiro, con livelli di scrittura altissimi, personaggi dagli
archi narrativi interessanti e colpi di scena inaspettati, per poi precipitare nella mediocrità e
peggiorare sotto diversi punti di vista? Tante, forse troppe. Eppure, di tanto in tanto, ci sono
eccezioni che fanno un viaggio opposto, trovandosi a migliorare con il tempo
e diventando
molto più di quello che le premesse iniziali avevano lasciato intendere. È questo il caso di The Rookie (che puoi trovare qui in streaming su Netflix), serie tv poliziesca, ispirata a fatti realmente accaduti e con protagonista l’amato Nathan Fillion.

L’attore protagonista di serie come Castle, sul cui finale ancora ci interroghiamo, interpreta qui John Nolan, un uomo di 45 anni che, dopo aver sventato una rapina in una banca, decide di iscriversi alla scuola di polizia di Los Angeles, diventando il cadetto (the rookie, appunto) più anziano dell’accademia. Insieme ai suoi compagni di corso, Lucy Chen (Melissa O’Neill) e Jackson West (Titus Makin), Nolan dovrà imparare cosa significa essere una recluta nell’assolata Los Angeles, sotto la guida degli agenti istruttori Talia Bisho (Afton Williamson), Tim Bradford (Eric Winter) e Angela Lopez (Alyssa Diaz). Nella centrale di polizia, capitanata dal severo ma giusto capitano Wade Grey (Richard T. Jones), ogni giorno, gli agenti si ritrovano a vivere situazioni complesse, adrenaliniche e che richiedono preparazione, umanità e una buona dose di coraggio per essere affrontate.

The Rookie rinnova il genere grazie a personaggi che rompono gli stereotipi

The Rookie
The Rookie (640×360)

In The Rookie – e non fare l’errore di confrontarla con The Recruit – le vicende umane dei personaggi e quelle legate al loro lavoro si intrecciano meravigliosamente, creando un connubio di storie affascinanti e complesse, mai banali e che rispecchiano anche i background culturali di ognuno di loro. The Rookie, infatti, vede protagonisti personaggi di diversa etnia, presentandosi come uno dei prodotti seriali di genere procedural crime con una percentuale di attori latini e afrodiscendenti più alta del solito. Anche la scelta di avere al centro della storia una recluta non giovanissima contribuisce a innovare il genere: Nathan Fillion è
perfetto nel ruolo dell’ingenuo e ottimista John Nolan, la cui vena comica viene fuori nei momenti anche meno opportuni, ma a cui si affianca una profondità d’animo e una umanità che lo rendono tra i personaggi più amati della serie.

Inoltre, il personaggio mantiene la sua purezza d’animo nel corso delle stagioni e, nonostante i traumi subiti, è uno dei personaggi più positivi di The Rookie.

Anche il cast di comprimari presenta non solo interpreti di grande bravura, ma regala anche personaggi che, come John Nolan, rompono totalmente gli stereotipi presentati fino a questo momento nelle serie dello stesso genere. Pensiamo solo a Tim Bradford: nella prima stagione, il poliziotto istruttore è burbero, intransigente e con problemi a gestire la rabbia. Tutti elementi che lo accomunano, ad esempio, al Danny di Blue Bloods.
Ma, contrariamente a lui e ad altri personaggi dello stesso stampo, Tim cresce ed evolve in
maniera positiva, grazie anche alla partnership con Lucy Chen, di cui è istruttore.

The Rookie
The Rookie (640×360)

Anche la stessa Lucy compie un percorso di evoluzione incredibile, sovvertendo uno dei trope narrativi
più controversi, l’essere vittima di un rapimento con conseguente salvataggio grazie all’azione
congiunta dei suoi compagni e in particolare di Tim. Questa dinamica avrebbe potuto essere
l’antefatto di una storia d’amore tra i due, sbilanciata e con evidenti problemi etici legati a una
disparità di poteri e al complesso dell’eroe che salva la principessa in pericolo. Invece, il regista
Alex Hawley sceglie di sfruttare il trauma di Lucy per ragioni del tutto diverse, permettendo
alla poliziotta di crescere e guarire autonomamente. Solo dopo che sia lei che Tim avranno
affrontato i rispettivi demoni e Lucy avrà superato l’esame da recluta, la storia pone le basi per
una storia d’amore. Tutti i personaggi riescono ad avere archi narrativi coerenti, ben scritti e
con una naturale crescita
che non ne sdogana l’essenza.

The Rookie – una serie che non ha paura di osare, anche nella regia!

La serie, inoltre, non rifugge da temi scottanti come il razzismo e la violenza nei confronti delle
comunità nere in America
e, come anche Brooklyn 99, si trova a fare i conti con un’immagine
della polizia non positiva, soprattutto, dopo gli eventi che portano alla morte di George Floyd.
Anche in questo caso, però, la serie si dimostra come una delle migliori del suo genere,
scegliendo di affrontare il tema legandolo a diversi personaggi, tra cui la recluta Jackson West
e mostrando, forse per la prima volta in un prodotto seriale, le conseguenze del razzismo e della
violenza all’interno del corpo di polizia, svelando i retroscena giuridici e burocratici che spesso
vengono taciuti.

The Rookie
The Rookie (640×360)

Tutto questo avviene nell’arco di diverse stagioni, così da accompagnare il pubblico in una presa di coscienza graduale, ma costante e da cui non si torna indietro.

Anche nelle scelte registiche, la serie non è per nulla convenzionale e, anzi, si dimostra innovativa, lasciando il racconto delle scene d’azione ad alcune riprese girate in semi-soggettiva attraverso le body-cam che gli agenti hanno in dotazione per monitorare i loro comportamenti durante il servizio. In questo modo, il pubblico può immergersi nell’azione, vivendola da un punto di vista decisamente nuovo.

Inoltre, The Rookie dimostra di avere ben chiare non solo le premesse da cui vuole
partire, ma anche a cosa intende aspirare: la serie non perde la sua identità con il passare delle
stagioni
, ma la rafforza, grazie a una sceneggiatura che riesce a mostrare come, nonostante
anche gli agenti non siano più reclute, continuino a imparare, formandosi sul campo e
attraverso le vicende di cui sono protagonisti. The Rookie è la prova che, se ben scritta, una
serie può solo migliorare nel tempo
e anche dopo 5 stagioni all’attivo (e una sesta annunciata)
è in grado di offrire al suo pubblico azione, storie di grande umanità e riflessioni importanti. Per restare in tema, vi lasciamo con una lista delle migliori serie tv poliziesche da guardare su Netflix.