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Attenzione! Questo articolo contiene spoiler sulla 4×06 di Succession

Voglio fare quello che credo sia un annuncio storico: sono convinto che Roman Roy abbia un micropene e faccia sempre la cosa sbagliata

Quel montaggio audio nel finale della 4×06 Roman Roy lo avvia e riavvia in un loop senza fine. Spinge play e lo riascolta sempre più serio, sempre più meditabondo. Al sorriso fa posto una concentrazione assoluta mentre le parole grottesche seppur alterate del padre gli ricordano che sarà sempre il figlio sbagliato. Roman Roy le ama quelle parole, le avvicina all’orecchio, così da sentirsele sussurrare, così da farle scendere nel cuore. E ritrova suo padre, ritrova l’affetto negato, l’abbandono e il dolore non metabolizzato.

Non è la registrazione originale a colpirlo, come invece accade a Kendall, al figlio prediletto, all’erede designato, all’incerto, fragile e incompleto successore. È così che Logan infligge l’ennesima coltellata, anche da morto, a Ken: equiparandolo agli altri fratelli, dandogli dell’idiota. “Siete pessimi come quegli idioti dei miei figli“. Romulus invece è inscalfibile, non lo tocca questo generico insulto che anzi lo pone allo stesso livello degli altri, che lo eleva dalla sua condizione di subalterno.

Roman nella 4×06 finisce, di nuovo, immancabilmente, nell’ombra.

Superato, sovrastato da Ken che si prende complimenti, attenzione e ammirazione e che può finalmente tornare a sognare disegnando sulla sabbia il numero uno, presagio del tramonto del triumvirato e alba di un nuovo impero e imperatore. Roman è lì, in secondo piano, ignorato e invisibile a tutti, mentre abbandona la sala sotto lo sguardo addolorato e insieme interessato di sua sorella.

Succession
(640×360)

E allora Romulus ricade nel suo piacere perverso, nell’unico piacere che gli è sempre stato riservato, nel masochismo voluttuoso di Roman Roy. Ascolta eccitato la voce distorta del padre mentre questi lo insulta ferendolo nel fisico e nella mente. E soffre e gode insieme, ritrovando, adesso sì, l’austero genitore che sempre lo ha disprezzato. Se Connor non è mai stato considerato, se Ken e Shiv hanno vissuto l’illusione di un’eredità, Roman è il solo, costante oggetto del paterno scherno, spregio e fastidio. Lui e lui solo vediamo umiliato con una violenza fisica, uno schiaffo improvviso e ingiustificato nella 2×06 di Succession.

E allora quell’audio finto che lo mortifica nel fisico e nelle qualità intellettive risulta la più reale e verosimile simulazione del ricordo paterno. Roman brama sentire quelle parole, si crogiola nel violento attacco perché il suo è un masochismo che affonda nel tempo, che risale alla sua infanzia, quando subiva violenze fisiche e psicologiche dai fratelli, facendosi rinchiudere in gabbie, trattare come un animale ed essere umiliato.

Roman Royvuole essere umiliato, desidera subire la sadica violenza in ogni sua forma.

Si eccita non nell’affetto, nel sensuale donarsi di una donna, nelle premure fisiche ed emotive ma nell’attacco, nel disprezzo patito. Gode soltanto quando Gerri si presta, inizialmente casualmente poi sempre più convintamente, a un gioco perverso di dominazione e sottomissione, di sadismo spinto che porta Roman in estasi. Non c’è amore in Roman: è incapace di darne e riceverne. Si nasconde dietro l’ironia e il sarcasmo che mascherano la sua fragilità, la ritrosia e il disagio. Dietro disturbi affettivi che ne hanno plasmato la personalità deformandone il carattere.

Roman Roy
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Romulus per tutta la sua vita non ha avuto altra forma di affetto che non fosse disprezzo. Questa è l’unica attenzione che ha mai ricevuto dal padre, la sola che si è convinto di meritare. L’unico modo in cui può alleggerire quella colpa inesistente, quel senso d’errore che sente dentro di sé -e che in realtà viene da fuori- è punendosi, chiudendosi in un ascetismo che prevede lo spregio della sua carne e anima. Roman in Succession indossa il cilicio, lo stringe sempre più forte, si fustiga cercando un perverso affetto fatto di violenza.

Come si può rimediare a una colpa inesistente? Non si può. Eppure una colpa deve esserci, ripete inconsciamente Roman, se l’amore della persona che mi è più vicina, di mio padre, del mio punto di riferimento, si manifesta solo in insulti e violenze. Così ha imparato a crescere, di questo affetto ha imparato ad alimentarsi, autoconvincendosi che fosse giusto, che fosse necessario, che fosse buono.

E allora eccolo il masochismo voluttuoso di Roman Roy, il suo modo di dare e darsi piacere, di provare e ricevere tenerezza.

Avvia e riavvia l’audio, Romulus Roy, si bea degli insulti, ritrovando suo padre, soffrendo e godendo insieme, scisso nell’impossibilità di essere amato e amare senza essere denigrato e denigrare. È l’ennesima anima di un inferno familiare senza via d’uscita in cui ogni forma di umanità risulta avviluppata in un ingranaggio di potere che non dà scampo, che colpisce proprio quando ci si apre alla debolezza. Nella fragilità di un’emozione a farne le spese sono sempre tutti: Kendall nei suoi utopistici sogni di rinnovamento, Shiv nell’amore per Tom e Roman, appunto, nel suo desiderio di tenerezza.

Gerri
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Non c’è una via d’uscita, non si esce dall’inferno perché quell’inferno si è formato tutto attorno a te, lo hai creato tu e lo hanno creato gli altri per te. E allora per la legge del contrappasso tanto Roman desidera essere amato quanto viene disprezzato e nel disprezzo cerca amore e godimento perché altra scelta non c’è, perché non esiste alternativa, perché nessuno glie l’ha mai mostrata. Questa è l’origine del masochismo voluttuoso di Roman Roy in Succession, il risultato di un rapporto paterno deforme e malato che lo deforma e fa ammalare, che lo costringe in un inferno in cui anche l’amore non potrà che essere immancabilmente deforme e malato.

Nell’umanità ribaltata di Succession il sentimento diventa perversione, l’affetto sadismo, l’altruismo debolezza.

Tutto corrompe il potere, anche ora che ha perso la sua testa. Rimane in piedi, alimentandosi dei suoi prigionieri che in quel potere ci son cresciuti, che hanno imparato ad amarlo pur soffrendone. Da quell’inferno i fratelli Roy non vogliono essere salvati perché è tutto quello che hanno e conoscono. E allora tutti i protagonisti di Succession nell’amore per la sofferenza alimentano il loro masochismo voluttuoso. Interiorizzano e riattualizzano, come Roman, più e più volte il distorto modello paterno, sorridendone e stringendoselo a sé, godendo del loro inferno personale, della casa dolce casa che li ha cresciuti, tra eccessi e disfunzionalità.

Succession
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Il voluttuoso masochismo di Roman Roy e dei suoi fratelli è tutto qui: nell’impossibile fuga dagli affetti distorti, da un’educazione che ha insegnato loro ad amare quel potere che chiede in pegno ogni altra emozione, sformandola. C’è spazio solo per l’affermazione individuale, per il successo, per la durezza da killer (“You have to be a killer“, 2×10): così è stato insegnato loro, così hanno imparato a vivere. Romulus Roy allora cerca carezze nell’unica forma in cui ha imparato a riceverne, con la violenza. Con il voluttuoso masochismo di chi è vittima e carnefice del suo inferno personale, nella disperata, ripugnante convinzione di meritare amore soltanto quando la carezza si trasforma in schiaffo.