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L’infanzia passa per tutti in Stranger Things 3, ma per alcuni i tempi sono più lunghi di altri. Will Byers ne ha passate tante, forse troppe. Gli spiacevoli avvenimenti che l’hanno visto coinvolto in prima persona l’hanno marchiato nel profondo del cuore.

Il suo unico desiderio è tornare a giocare con i suoi amici. Tornare a prima di quel terribile giorno, in cui la sua vita è stata spezzata. Riprendere dove tutto è stato lasciato, tra un lancio di dadi e un mostro da sconfiggere (fittizio si spera). Questo è il Will Byers della terza stagione, un adolescente che non vuole e non sente la necessità di crescere mentre il mondo intorno a lui va avanti.

Stranger Things 3x01 recensione

In questo tormentato stato psichico, il ruolo di Will in Stranger Things 3 diviene sempre più sfumato. Non più protagonista, ma semplice strumento di ausilio per i suoi amici più stretti. Un radar per individuare il Mind Flayer e aiutare gli altri ragazzi. Eppure Will Byers è solo, costretto ancora una volta a combattere una minaccia apparentemente infinita.

La sua domanda è una pallida richiesta d’aiuto

Un urlo strozzato nella notte mentre fuori piove. Un desiderio rimasto intrappolato in un angolo del suo cuore. Un Will che rivuole indietro tutti i momenti persi con i suoi amici. In Stranger Things 3 abbiamo in lui l’immagine di un bambino sconfitto, costretto a diventare adulto prima del dovuto. E se questo da una parte ci appare strano, infantile e anche un po’ sciocco, trasmette una tristezza disarmante.

Non è colpa mia se non ti piacciono le ragazze!

Ancor di più le risposte dei suoi amici, i quali incautamente sordi non riescono a capire ciò che lui sente e prova. Un Mike ormai innamorato che non ha più tempo né voglia di giocare a Dungeons & Dragons. D’altronde a quell’età è difficile ponderare le parole e ci si lascia trasportare dall’emotività del momento. Ma se per un attimo ci lasciassimo cullare dai ricordi e tornassimo a vivere quei tormentati anni, forse potremmo provare molta empatia con Will Byers.

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Si inizia a cambiare, alcune persone si allontanano dal nostro cammino e altre ne iniziano a far parte. Una fase di transizione che Will Byers in Stranger Things 3 vive da vittima, in silenzio. Lui ha pagato il prezzo più amaro di questo scontro con le forze demoniache del Sottosopra.

Metaforicamente parlando, il Demogorgone è la sua innocenza che non riesce a trovare pace. Neanche tra quelle calde e accoglienti mura di casa. È un brivido sulla nuca che gli ricorda ogni secondo della vita, che il tempo non può tornare indietro. Ricorda ogni giorno la sua maledizione.

Will Byers è un eroe

Non come Hopper che prende a pugni i russi, o come Eleven che con i suoi poteri affronta il Mind Flayer. Will Byers è la tenacia e la determinazione di un bambino che non desidera altro che la semplicità. Per questo scopo combatte, in silenzio, castrandosi ancora una volta. Si immola per i suoi amici, sua madre, e la cittadina di Hawkins.

Non importa quanto i suoi compagni lo possano mettere in disparte, lui sarà sempre al loro fianco, perché in lui abbiamo il valore più forte dell’amicizia. Un legame fragile ma allo stesso tempo solido. Perché se anche i suoi gesti sono meno spettacolari di quelli dei suoi amici che l’hanno salvato dall’abisso nelle due stagioni precedenti, Will Byers non è da meno.

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Rinuncia a una parte di sé per comprendere e venire incontro ai suoi amici. Li segue ovunque per avvertirli della minaccia e fare in modo che possano prepararsi preventivamente allo scontro. Li maledice e allo stesso tempo perdona, sempre nel medesimo silenzio che caratterizza il suo personaggio in questa terza stagione. Si dimostra talvolta più saggio e maturo di tutta la banda, nonostante all’apparenza sembri essere rimasto il più “bambino”.

Adesso giochiamo a D&D?

Non è solo un disperato bisogno di tuffarsi nel passato ma anche un consiglio. Un modo come un altro per non pensare ai mille problemi che infestano la mente di un adolescente e godersi una serata divertente tra amici. Nella leggerezza talvolta si trova la gioia e la serenità, la stessa che Will Byers sembra ormai aver perso per sempre.

Nel suo sguardo cogliamo tristezza e sconforto, anche quando tutto va bene. Un’anima tormentata che tenta di ricominciare. Un perenne stato di traballante equilibrio in cui solo lui può destreggiarsi.

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Non sapremo mai se Will Byers in Stranger Things 3 è omosessuale (anche se l’attore che lo interpreta la pensa in questo modo al riguardo) o semplicemente un’anima in cerca dei suoi tempi e dei suoi modi per crescere. Sappiamo però che Dungeons & Dragons è un pretesto.

Un pretesto per chiamare a sé l’attenzione. Per osservare, tra un combattimento e un dialogo pungente, gli occhi di un ragazzo che raccontano più di mille parole. Speriamo solo che questo racconto assuma più gioia e meno tristezza con la prossima stagione.

Nel frattempo, prendiamoci del tempo per noi, divertiamoci e giochiamo a Dungeons & Dragons.

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