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5 Cose che ho pensato dopo aver finito la prima parte della quarta stagione di Stranger Things

Stranger Things ha fin da subito presentato un assioma ben chiaro a chiunque: è in grado di mettere d’accordo ognuno di noi. Non importa l’età, siamo tutti totalmente assuefatti da questo prodotto riconoscendo in lui un vero e proprio fenomeno di massa. Già con la sua prima stagione era stato in grado di dimostrarsi come un vero e proprio cult, complice anche il suo stile anni ’80 così fedelmente riportato. La quarta stagione è stato un banco di prova difficilissimo per Stranger Things. Le aspettative erano altissime, e l’attesa in questo senso ha fatto la sua grande parte. Eppure è bastato giusto qualche episodio per comprendere che ogni momento in attesa fosse stato più che ripagato, e che di fronte a noi si stava svolgendo una stagione che a mani basse si sarebbe imposta come una delle migliori. Non c’è soltanto stato un utilizzo del genere horror capace di dar vita a delle dinamiche oscure magistrali, ma anche molto altro. Personaggi in crescita, rapporti in evoluzione, domande che acquisiscono risposte. Ogni cosa all’interno di questa quarta stagione ha contribuito in un miglioramento ancor più evidente, dimostrando che un buon prodotto – se è davvero tale – con il tempo può sempre trovare il modo di dire e fare ancora di più, e che la qualità non è mai abbastanza. Mentre guardavo il fluire delle puntate – consapevole del finale temporaneo e in attesa degli ultimi due episodi – ho pensato molto, riuscendo a far viaggiare la mia mente. Tra paragoni e perplessità, così, ho creato un mio personale modo di indagare all’interno della serie, dando vita a dei pensieri che era necessario scrivere e mettere così in ordine. Tenerli per me era un’operazione complicata. Si sa: parlarne tra amici è sempre la scelta giusta in questi casi. Vediamoli insieme, e – se vi va – esponete pure i vostri!

Lo vuoi un palloncino?

Stranger Things

“Lo vuoi un palloncino?”

Durante la visione della quarta stagione non ho aspettato altro che questa frase. Immaginare che a un certo punto spuntasse Pennywise – lo spaventoso clown tratto dal film e dal libro di Stephen King – mi sembrava tutto sommato abbastanza normale, date le forti somiglianze con la pellicola o, dato il remake, le pellicole. Il film del 2019 ha raccontato la storia dei protagonisti ambientandola alla fine degli anni 80 affidando un ruolo anche all’attore che interpreta Mike nella serie, cosa che mi ha semplificato ancor di più il processo di ricerca delle similitudini tra i due prodotti. Ma non sono state soltanto le bici e i ragazzini degli anni ’80 a permettermi la fusione tra i due, ma anche una particolare scena. Ricordate quando Max abbraccia la madre che poi si scopre essere Vecna? Quell’esatto momento mi ha riportato alla mente una scena molto simile di It, quando un abbraccio tra i due protagonisti si trasforma in un momento di terrore e violenza, proprio a causa della trasformazione fittizia del pagliaccio. Dopo qualche giorno dall’arrivo della serie i due registi hanno confermato di aver tratto molti spunti dalla pellicola e – ve lo devo dire – lì sì che mi sono sentita molto soddisfatta.

Steve e Nancy sono un’operazione di puro fan service?

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La prima stagione ha fatto sì che odiassimo Steve, tutte le altre che lo amassimo. Abbiamo bramato la coppia di Nancy e Jonathan, ma non abbiamo mai davvero apprezzato i due nella loro singolarità. Ed è così che mentre loro perdevano consensi, Steve ne acquisiva a tal punto da essere eletto come il miglior personaggio della serie insieme a Dustin. Per questo motivo il loro riavvicinamento durante la quarta stagione mi è sembrato ambiguo, strano, frutto del fan service. I due creatori avranno deciso di rimettere in campo nuovamente la loro coppia, dato il successo del ragazzo e la totale indifferenza nei confronti di Jonathan? Lo scopriremo con il resto delle altre puntate, ma nel frattempo – se Steve non dovesse trovare la sua anima gemella – possono anche chiedere a me.

I bulli di Undi fanno più paura dei demogorgoni, degli esprimenti e di Venca

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Durante le prime due puntate mi sono chiesta cosa si mangiassero da piccoli i ragazzini degli anni ’80. Pane e cattiveria? Paté di olive andate a male? Torta e pan di spagna di crudeltà? Potremmo quasi dire che Undi si sia allenata con i demogorgoni per combattere il male del mondo: gli adolescenti. Roba che io, fossi stata al suo posto, al primo incontro con un mostro avrei pensato “menomale, pensavo fosse un mio compagno di classe“.

E va bene Will. Anche questa stagione non è la tua stagione

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Lo hanno fatto sparire per una stagione, gli hanno attribuito tutti i malesseri interiori del mondo, ma niente: Will non riesce ancora a spiccare. Il personaggio di Lucas è ovviamente inferiore, ma è stato costruito come tale e per rappresentare soltanto una spalla in più. Quello di Will no. Il suo sembra essere un ruolo che a un certo punto spiccherà il volo, ma per adesso la fase di decollo sembra non arrivare mai. In ogni stagione si presenta sempre una dinamica per cui il suo personaggio sembra aver tanto da dire, ma non trovare lo spazio per farlo. Non sappiamo cosa accadrà nel futuro di Will, ma quel che è certo è che il tempo a disposizione per donargli quel che merita si sta restringendo sempre di più, e la cosa non può più passare inosservata.

Che soddisfazione, Jamie Campbell Bower

Nessuno. Assolutamente nessuno, fino a questo momento, si era accorto delle doti attoriali di Jamie Campbell Bower. Nonostante i suoi diversi lavori, tutti trattavano la sua carriera da attore in modo superficiale, bistrattando totalmente il suo talento. Poi qualcosa è cambiato, e lo ha fatto grazie al suo ruolo da villain durante Stranger Things. La sua trasformazione è stata capace di lasciarci a bocca aperta, dandoci la possibilità di vivere una perfetta perfomance di recitazione. Da ragazzo con il viso d’angelo, Jamie è diventato il più temuto villain di Stranger Things. La sua rabbia negli occhi, il suo discorso finale, il modo con cui si è approcciato a questo ruolo: ogni cosa ha finalmente giovato alla sua carriera.

Chissà, forse è il momento giusto per il grande salto. Ti prego Jamie, non fare anche tu come Will.

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