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8 Personaggi delle Serie Tv da cui non mi sarei mai aspettata nulla di buono (e invece mi sbagliavo)

A interpretare un personaggio tutto bianco o tutto nero in fondo non è poi così difficile, molto più complicato, invece, vestire i panni di un villain che riesce a redimersi all’interno della propria serie tv. Per riuscire a compiere un’impresa tanto difficile servono essenzialmente due cose: la prima è un carisma tale che permetta all’attore/attrice di rimanere abbastanza a lungo nei paraggi, il che significa farsi apprezzare dal pubblico; la seconda è costruire un arco narrativo che non sia quello di una macchietta ma di una persona in carne e ossa, pregi e difetti inlcusi.

Il mondo delle serie tv è pieno zeppo di antieroi estremamente complessi e ben costruiti, moti di questi sono persino i personaggi principali del proprio show come Don Draper in Mad Men o il capitano Flint in Black Sails. Ma quando si parla di villain che hanno compiuto il grande balzo da “odiosa faccia da schiaffi” a “vi prego non fatelo fuori”, la lista si accorcia notevolmente.

Ecco allora 8 villain detestabili delle serie tv di cui, alla fine, ci siamo dovuti ricredere.

1) Il dottor Brenner – STRANGER THINGS

villain delle serie tv
Matthew Modine (640×320)

Il personaggio interpretato da Matthew Modine in Stranger Things ci viene mostrato fin dall’inizio come il villain della storia. Il malvagio scienziato che cresce e sfrutta questi ragazzi speciali nell’isolamento più totale e con l’unico scopo di trasformali in perfette macchine da guerra sembra uscito (quasi) direttamente dal libro “L’incendiaria” di Stephen King. Il dottor Martin Brenner, nell’arco dell’intera prima stagione, si presenta come un uomo ambiguo, freddo e distante, spinto esclusivamente dai propri obiettivi senza alcun tipo di interferenza sentimentale. Anche quando abbiamo il presentimento che possa essere sinceramente affezionato a Eleven, ecco che un gesto ci fa di nuovo cambiare idea.

Una figura genitoriale sbagliata che segna Eleven e la turba nel profondo, lasciando gli strascichi del rapporto tossico con il padre-surrogato anche nelle stagioni successive. Quando, dunque, il dottor Brenner fa il suo ritorno nella quarta stagione di Stranger Things non siamo molto inclini a pensare che sia cambiato davvero e neppure Eleven. Il mentore redento ci sembra solo un’enorme truffa, ancor di più perché fino alla fine gli atteggiamenti di Brenner sono alquanto ambigui. Eppure dobbiamo ricrederci, perché alla fine il dottor Brenner si comporta davvero come un papà per la protagonista di Stranger Things, salvandola a costo della propria vita.

2) Jon Murphy – THE 100

villain delle serie tv
Richard Harmon (640×320)

Tra i personaggi più discutibili e complessi del panorama seriale, spicca senza alcun dubbio Jon Murphy. L’antieroe di The 100 inizia la sua storia come avversario e mina vagante all’interno del gruppo di sopravvissuti. In più di un’occasione è lui a ostacolare i piani dei protagonisti, a costituire un pericolo, insomma a rappresentare quel tipico “cattivo di serie B” che serve da contorno alla trama principale ma niente di più.

Con il proseguire della storia, però, il ruolo di Murphy si arricchisce di nuove sfumature, soprattutto quando, a causa delle sue stesse scelte viene bandito dal resto del gruppo e costretto a cavarsela da solo. Come lo scarafaggio che riesce a scamparla sempre, così anche Murphy trova, in un modo o nell’altro, l’opportunità giusta per cavarsela sempre. Come tutti gli altri personaggi di The 100, non siamo mai pienamente in grado di tracciare un confine netto tra buoni e cattivi.

3) Brad Bellick – PRISON BREAK

Prison Break_Bellick.jpg
Wade Williams (640×360)

Brad Bellick, ovvero l’uomo detestabile per eccellenza. Il cattivone di Prison Break si presenta fin dai primissimi episodi come una figura spocchiosa, grezza e odiosa, il cui unico scopo è quello di rendere la vita del nostro protagonista un inferno. Capo delle guardie carcerarie di Fox River, Bellick sembra trarre piacere dalle continue vessazioni ai danni dei prigionieri oltre al fatto che, secondo lui, lo scopo del carcere è quello di punire e non riabilitare.

Insomma, Bellick è un personaggio dal quale non potremmo mai aspettarci nulla di buono. Eppure, nella quarta stagione scopriamo di più sul suo passato e sul motivo di tanto odio nei confronti della prigione. Ed è sempre nella quarta stagione che Bellick si guadagna man mano la fiducia del resto del gruppo nella ricerca di Scilla fino a quel commovente sacrificio compiuto per salvare la squadra.

4) Benjamin Linus – LOST

villain delle serie tv

L’uomo che muove i fili, la mente che non riposa mai, il villain per eccellenza di questa serie tv. In due parole Benjamin Linus.

La comparsa di Benjamin in Lost è indicativa del suo personaggio. Spacciandosi per un’altra persona, il capo degli Altri riesce a seminare zizzania nel gruppo, a corrompere uno dei sopravvissuti e causarne, indirettamente, la morte di altri due. Fin dal principio, dunque, Bnejamin è un puppet master in piena regola, un uomo capace di manipolare a proprio piacimento e con un certo cinismo le persone che gli stanno attorno. Siano questi sottoposti o avversari.

Come Lost ci ha sempre insegnato, però, non esistono persone realmente cattive (okay tranne il padre di Locke!) ma esseri umani complessi che nuotano in un mare di grigio e che possono, se vogliono, provare a raggiungere la riva o continuare a immergersi nelle acque più buie. In quelle acque, Benjamin naviga per la maggior parte del tempo compiendo tanto male fino a quando accade qualcosa che gli fa invertire la rotta. Da villain numero uno della serie tv, Benjamin si trasforma in uno dei protagonisti più affascinanti di Lost attraverso un percorso di redenzione che, anche nel finale, non si è ancora concluso.

5) Tiffany Doggett – ORANGE IS THE NEW BLACK

Orange is the new black

Antagonista principale della prima stagione di Orange is the New Black, Tiffany Doggett è oggi uno dei personaggi più amati dello show. All’interno del Litchfield, impariamo ben presto che esiste un confine molto meno sottile di quanto si possa pensare tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. A insegnarcelo sono proprie le donne che vivono all’interno del carcere, a volte persino più vittime di chi abita nel “mondo di fuori”. Di ognuna di loro conosciamo, nell’arco delle sette stagioni, il passato e la ragione che le ha portate lì dentro.

Tra queste abbiamo, appunto, Pennsatucky, una donna dalle forti contraddizioni che sembra quasi scissa in una doppia personalità: da un lato la fervente cristiana che prende violentemente di mira le lesbiche come Chapman e Vause, dall’altro la piccola credente che predica bene. Ignorante e prepotente, Pennsatucky inizia a cambiare atteggiamento sia grazia all’amicizia con figure come Big Boo e Red ma anche a causa di quel periodo forzato nel reparto psichiatrico. Mentre altri personaggi subiscono un’involuzione, Doggett evolve, si migliora e cresce diventando una persona che è veramente in grado di porgere l’altra guancia e di perdonare.

6) Negan – THE WALKING DEAD

villain delle serie tv
Jeffrey Dean Morgan

Non possiamo certo non menzionare Negan quando si tratta di villain redenti delle serie tv e antieroi vari ed eventuali.

Come nel caso di Lost, anche The Walking Dead ci insegna molto presto e nel modo più brutale che le persone sono molto più complicate di quanto non appaiono. Nel caso dello show di AMC, poi, un’altra importante lezione è che i veri mostri il più delle volte non sono i walkers. Verso la fine della sesta stagione, il nome di Negan inizia a essere menzionato carico di una minaccia senza volto che promette, però, di stravolgere la vita di Rick e degli altri. Minaccia che assumerà definitivamente un volto durante il finale di stagione. Con un sorriso sardonico e una mazza spinata, Negan si mostra in tutta la sua brutalità efferata conquistandosi a pieno titolo il ruolo di cattivo pe le stagioni a venire di The Walking Dead.

Ma il cuore di Negan, per quanto torbido, non si è ancora annerito del tutto ed è nell’affetto nei confronti di Carl che si nasconde la chiave di volta per il cambiamento. Dopo aver saputo della morte del ragazzo, Negan rimane profondamente scosso e, di lì a poco, Rick riesce a sconfiggerlo e a imprigionarlo. Ma sarà solo dopo il salto temporale di sei anni che ci troveremo di fronte un uomo nuovo, stanco, in preda agli incubi e alla paranoia e legato alla piccola Judith.

7) Roman Roy – SUCCESSION

succession

Un po’ pecora nera della famiglia, un po’ figlio prediletto. Romulus Roy ha tutte le carte in regola per essere il perfetto capo della Waystar Company, almeno secondo quelli che sono gli standard del padre, ma la sua immaturità rappresenta l’unico e più importante ostacolo che gli impedisce la scalata al successo. All’interno del clan Roy, Roman è l’irriverente e arrogante voce fuori dal coro, colui che non ha paura di dire quello che pensa anche a costo di fare del male ai propri familiari. La rappresentazione più pura e semplice del ricco e viziato figlio di papà che pensa che ogni cosa gli sia dovuta e che tutto e tutti possano essere comprati al giusto prezzo.

Con queste premesse è facile immaginare come Roman non sia esattamente il personaggio per cui qualcuno potrebbe tifare o anche semplicemente provare simpatia. Tuttavia con il passare delle puntate, risulta sempre più chiaro che molti degli atteggiamenti del più piccolo dei Roy derivino da un’insicurezza di fondo e svariate incapacità relazionali. Il che non ce lo rende più simpatico ma sicuramente più comprensibile e umano.

8) Jamie Lannister – GAME OF THRONES

villain delle serie tv

Tra gli svariati personaggi che compongono l’universo di Game of Thrones, Jamie Lannister si piazza in quella zona di grigio tale che non lo rende mai completamente né un villain ma neppure un eroe della serie tv.

All’inizio della storia e fino alla terza stagione, Jamie è un uomo detestabile che compie atti di puro egoismo, come il buttare giù da un torre il piccolo Bran Stark. Il gemello sembra perfettamente in linea con la morale della famiglia Lannister. Poi, durante la terza stagione appunto, dopo essere fatto prigioniero dagli Stark e successivamente lasciato andare da Catelyn con una promessa, qualcosa inizia a cambiare nel cuore del cavaliere. Il rapporto con Brienne lo fa mettere in discussione e, per la prima volta, Jamie inizia a guardarsi allo specchio. Sempre abituato a sentirsi chiamare “Lo Sterminatore di Re”, Jamie si è alla fine convinto di essere solo questo fino al momento in cui la gentilezza, l’onore e il valore di Brienne non lo mettono con le spalle al muro.

Una trasformazione lenta e profonda che ha delle ripercussioni sulla storyline di Jamie anche nelle stagioni a venire. E anche se il modo in cui Game of Thrones ha infine concluso la storia del personaggio non è delle migliori, l’arco narrativo di Jamie Lannister rimane comunque quello di un uomo che ha guardato nell’oscurità del proprio cuore e ha deciso di tirarsene fuori.